Migranti, Salvini incontra Conte: «Con me 21mila sbarchi in meno»

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Impostare con gli altri Paesi Ue il principio di condivisione dei flussi migratori con soluzioni operative condivise. È quanto sarebbe emerso, secondo fonti di governo, in occasione dell'incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini. Nell'incontro Conte avrebbe aggiornato Salvini sugli esiti della riunione sull'immigrazione di ieri in vista anche del vertice di Innsbruck. Cioè, la fase attuativa dopo le conclusioni del consiglio europeo.​

E' cominciata dunque con il vertice Conte-Salvini la nuova lunga giornata di passione del governo sul fronte-migranti. Dopo le liti di ieri tra il leader leghista e il ministro delle Infrastrutture, il grillino Danilo Toninelli che ha la responsabilità della Guardia costiera, il vertice con il premier Conte è servito a fare il punto in vista del summit di domani a Innsbruck. E, soprattutto, è servito a mettere fine a una guerra tra Lega e 5Stelle sul problema dell’accoglienza dei i rifugiati.

Con il premier Giuseppe Conte la linea sui migranti è «assolutamente comune: rafforzare ancora di più la sicurezza dei cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli in concreto». Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini, lasciando il vertice a Palazzo Chigi in vista della riunione dei ministri dell'Interno Ue in programma a Innsbruck. «Oggi proporrò a Innsbruck anche altre iniziative per agire su altri fronti e alleggerire ulteriormente la presenza di clandestini e immigrati in Italia - prosegue Salvini - Sono assolutamente ottimista, il governo ragiona con una sola voce e una sola testa». Poi precisa: «Grazie al lavoro fatto, da quando sono ministro, ci sono dati buoni sugli sbarchi: 21 mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non mi accontento, voglio fare ancora meglio».

«Ho già chiaro in mente cosa andare a chiedere e cose ottenere. Disponibile a parlare col collega tedesco, collega austriaco, collega francese, ma nell'esclusivo interesse nazionale. Quindi il mio obiettivo è che entri in Italia una persona in meno rispetto a quelle che devono uscire». «Il mio obiettivo - dice parlando dell'Italia - è un'immigrazione controllata e qualificata, come negli altri paesi del mondo. L'immigrazione alla Renzi e alla Mare Nostrum alla 600 mila sbarchi, porta alle tendopoli di San Ferdinando dove c'è la giungla e l'illegalità. Questa non è l'Italia che ho in testa. Controllare l'immigrazione e ridurre il numero dei morti è il mio obiettivo».

E sulla nave Diciotti chiarisce: «Se su quella nave c'è gente che ha minacciato e aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro Paese». Quanto alle garanzie richieste per autorizzare l'approdo della Diciotti, Salvini aggiunge che si aspetta arrivino «da chi le deve dare... che non è il ministro dell'Interno». «Prima di concedere qualsiasi autorizzazione - conclude il ministro - attendo quindi di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, che dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette».

Poi sulla chiusura dei porti il ministro dell'Interno ha aggiunto: «No, i porti italiani sono aperti alle navi delle autorità italiane, non ad altri».
E riguardo alla proposta di Di Maio, ovvero aprire i porti italiani alle Ong che rispettano le regole, defininendo 'impensabile' l'opzione di chiudere i porti a navi italiane, ha detto: «Son d'accordo, ma è anche impensabile che l'Italia continui a farsi carico dei costi sociali ed economici che dovrebbero essere di tutti i 27 paesi Ue, questo ribadirò oggi a Innsbruck».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Luglio 2018, 19:21
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