Rosatellum, arriva la fiducia alla Camera: 375 sì, 215 no. Esulta il Pd, silenzio M5S

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Arriva la fiducia. La Camera ha approvato il Rosatellum 2.0 con 375 sì 215 no. La legge elettorale va ora in Senato



PD ESULTA, M5S SILENTI L'aula della Camera si trasforma subito dopo il via libera al Rosatellum. Da tesa e silenziosa si divide a metà: esultanza nei banchi del Pd e palese delusione dalle parti della sinistra e del Movimento 5 Stelle. Dopo aver applaudito a lungo, il capogruppo Ettore Rosato che a questa riforma ha dato il suo nome, i Dem si sono alzati in piedi battendo le mani e gridando di esultanza. Sguardi bassi e nessun commento soprattutto tra i 5 Stelle, alcuni dei quali restano seduti al proprio posto mentre l'emiciclo comincia a svuotarsi. Capannelli tra i Dem che si fanno i complimenti a vicenda e vanno ad abbracciare Rosato che resta in piedi vicino al suo scranno sorridente come non mai.



LA CAMERA DICE SÌ A«ROSATELLUM 2»TRA POLEMICHE E VELENI  La Camera dà il via libera alla legge elettorale ribattezzata «Rosatellum bis» con 375 sì e 215 voti contrari. Dopo tre votazioni di fiducia, il testo viene approvato con voto segreto superando la barriera dei franchi tiratori. Lo attende il vaglio del Senato, con una possibile nuova fiducia. Intanto, il tour de force alla Camera lascia il segno con un carico di polemiche in cui a tenere banco sono state le proteste in piazza del Movimento Cinque Stelle e della sinistra. Con lo strascico della norma definita dai 5 stelle e da Mdp 'salva- Verdinì che consente a chi è residente in Italia di potersi candidare anche nelle circoscrizioni estere.
 


Il Rosatellum crea ulteriori spaccature nel centrodestra, con Lega e Forza Italia a sostegno della legge ed Fdi posizionato sul fronte del no. Pur senza entrare nei dettagli, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni guarda con attenzione all'approvazione della legge: «Non è il tempo dell'irresponsabilità - osserva il premier - al di là di ogni comprensibile tensione politica dobbiamo mettere al primo posto l'Italia. Per quanto riguarda il governo si farà ogni sforzo per giungere ad una conclusione ordinata della legislatura». A palazzo Madama, il percorso di preannuncia comunque difficile e a guidare il fronte dei contrari alla votazione di fiducia sarà anche il presidente emerito Giorgio Napolitano che ha già fatto sapere di voler intervenire in Aula per esprimere il proprio dissenso, nel merito e nel metodo (quello della fiducia) Sulle barricate il Movimento Cinque Stelle ed il suo leader Beppe Grillo, arrivato a Roma proprio per gestire la protesta che da due giorni ha radunato davanti a Montecitorio i militanti 5 stelle. Il 'nò al Rosatellum ha ricompattato il gruppo dirigente che all'unisono si è scagliato contro la legge. Roberto Fico, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio si sono alternati in una sorta di maratona a cui hanno preso parte tutti i parlamentari pentastellati per criticare «una legge - dicono - infame e scandalosa».



Una polemica che i deputati M5s hanno portato avanti anche dentro l'aula accusando la maggioranza di aver fatto una norma ad hoc per Verdini: «»È la ciliegina sulla torta - osserva Danilo Toninelli - di una montagna di letame democratico fatto da questi quattro miserabili«. Cambiano le parole ma anche a sinistra del Pd non mancano le accuse. Parla di »schifezza« Massimo D'Alema. »E lo dimostra che una maggioranza che conta 476 parlamentari su 630 - aggiunge - ha paura del voto segreto, che è uno strumento parlamentare riservato a pochissime materie, tra cui i diritti fondamentali e politici dei cittadini«. Mentre Pier Luigi Bersani lancia un ultimo appello a maggioranza e governo. Il Rosatellum 2.0 è »un marchingegno sconosciuto nel mondo« - spiega l'esponente di Mdp - che »con il cuore in mano« ha chiesto a chi sostiene la legge di »fermarsi a riflettere«. A sostenere il sì alla legge è il partito democratico. il 'padrè del nuovo modello elettorale, Ettore Rosato, se la prende con chi ha manifestato in piazza: »«È comodo andare a protestare e dire tutti sono contro di noi. Pensano solo alle loro poltrone non agli interessi del paese». Chi considera invece il Rosatellum il male minore è da sempre Silvio Berlusconi. Il Cavaliere sin da subito ha deciso di sostenere la legge nonostante i mal di pancia interni al suo partito, in particolare tra le file dei deputati meridionali: È una buona legge perchè scontenta un pò tutti«, osserva il capogruppo azzurro Renato Brunetta che ha portato avanti la trattativa per raggiungere l'intesa sulla legge elettorale. Dello stesso avviso la Lega Nord che sin dall'inizio si era resa disponibile a sostenere qualunque modello. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Ottobre 2017, 23:52
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