Unioni civili, senato approva la fiducia
sul maxi-emandamento

Unioni civili, senato approva la fiducia su maxi-emendamento
ROMA - Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul Ddl Cirinnà, così come emendato dopo l'accordo che ha stralciato l'articolo relativo la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà. 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. La discussione generale sul maxiemendamento, ha spiegato il presidente del Senato Pietro Grasso, si terrà domani mattina dopo il parere della commissione Bilancio.

I senatori del M5S non hanno partecipato alle votazioni, uscendo dall'aula. Un applauso dei banchi del Pd ha segnato l'annuncio dell'ok alla fiducia. Felice Monica Cirinnà, che ha ascoltato il presidente Grasso abbracciata a Giuseppe Lumia. Subito dopo, la senatrice ha scambiato un abbraccio con il collega Andrea Marcucci.


"I verdiani voteranno compatti la fiducia" aveva annunciato il presidente di Ala, Lucio Barani, al termine della riunione del gruppo che si è tenuta in Senato. «I numeri dimostrano che il gruppo Ala è stato decisivo nel voto di fiducia al governo Renzi. I voti dei verdiniani, infatti, sostituiscono le defezioni del Ncd e del Pd su una legge sui diritti civili mai discussa né in commissione né in Aula. Questa trasformazione non può passare sotto silenzio, ci aspettiamo quindi che il Presidente del Consiglio, Renzi, ne tragga le dovute conseguenze e salga al Quirinale per formalizzare con il Presidente della Repubblica, Mattarella, la nuova maggioranza governativa», dichiara Paolo Romani, presidente del gruppo Forza Italia al Senato.

«La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa Legislatura e nella storia del nostro Paese.
Abbiamo legato la permanenza in vita del governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo», ha subito scritto Matteo Renzi su Facebook. E ancora: «Leggo critiche, accuse, insulti. Rispetto tutti e ciascuno dal profondo del cuore. Ma quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l'amore». «Se come minaccia qualcuno io andrò a casa perché 'colpevole' di aver ampliato i diritti senza aver fatto male a nessuno, lo farò a testa alta. Perché oggi l'Italia è un Paese più forte. Perché oggi siamo tutti più forti».







 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Febbraio 2016, 19:31
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