Milano a due volti: cresce il reddito pro capite, ma aumentano le famiglie povere
di Simona Romanò
Emerge dal 26esimo rapporto dell’Osservatorio permanente della qualità della vita, illustrato ieri dall’associazione MeglioMilano. Il reddito pro capite sale (per la prima volta dal 2007 di 470 euro), ma i bisognosi non hanno nemmeno il denaro per nutrirsi. Due mondi che convivono. «Il fattore trainante è stato senza dubbio Expo e Milano sembra guidare lo sviluppo italiano», ha sottolineato Roberto Camagni del comitato scientifico di MeglioMilano. Il lavoro è in ripresa: il tasso di occupazione cresce dell’1,5%, mentre la disoccupazione si contrae del 4,6%. Aumentano del 13% le persone che s’affacciano al mondo lavorativo, sia a tempo determinato che indeterminato, e si riducono del 45% le richieste di ore di cassa integrazione da parte delle aziende.
Bene anche sul fronte del commercio: bar, ristoranti e negozi non alimentari sono più frequentati (+ 5%), perché i milanesi si tolgono qualche sfizio. Le famiglie hanno anche più possibilità economiche per curare i propri anziani, con l’assistenza domiciliare. Milano è quindi più vivibile, ma c’è un tasto dolente che apre un disagio sociale, soprattutto nelle periferie: sono i nuovi poveri. Non sono gli emarginati comunemente supportati dai servizi sociali, dai senzatetto agli immigrati, ma uomini e donne del ceto medio che, per sfortuna o imprevisti della vita, si sono ritrovati nello stato di indigenza. È sufficiente perdere il posto di lavoro, anche momentaneamente. Rassicurante l’assessore alla Mobilità Marco Granelli: «Vogliamo che la crescita sia sentita in tutta la città e per questo abbiamo varato il piano per le periferie che coinvolge tutti i cittadini».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Novembre 2016, 10:05
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