Napoli. Fortuna, interrogato il padre: "I veri assassini sono liberi"
di Marco Di Caterino
E nemmeno si era spenta l'eco della sesta udienza, segnata dalle dichiarazioni spontanee di Titò, che per la quarta volta ha accusato del delitto Marianna Fabozzi e la prima figlia della donna, la ragazzina amica del cuore di Fortuna e principale accusatrice di Raimondo Caputo, che la cronaca prende il sopravvento sulle vicende processuali. In particolare una denuncia presentata da Pietro Loffredo il papà della vittima, che non ha mai nascosto dubbi sulla risultanze investigative. Il procuratore aggiunto Domenico Airoma e del pm Claudia Maone, della Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco, hanno individuato quali responsabili della morte di Chicca così come veniva chiamata in famiglia la povera Fortuna - la coppia degli ex conviventi ora alla sbarra. Ieri mattina Pietro Loffredo è stato ascoltato per più di un'ora, come persona informata sui fatti, dal sostituto Claudia Maone,e ha raccontato la «sua» verità. Il padre della bambina, nel particolareggiato esposto ha indicato quali autori del delitto i tre componenti di uno stesso nucleo familiare, la cui abitazione è ubicata proprio all'ottavo piano dell'isolato 3, dal cui ballatoio si accede al terrazzo: si tratta dell'ex convivente di Mimma Guardato, madre di Fortuna, della madre e della sorella. Nessuno dei tre, però, risulta al momento reperibile per essere interrogato.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Gennaio 2017, 09:09
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