Caso Diciotti, irreperibili 40 migranti trasferiti a Rocca di Papa. La Caritas: «Non sono detenuti»

Nave Diciotti, irreperibili 40 migranti trasferiti a Rocca di Papa. La Caritas: «Non sono detenuti»
Quaranta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. È quanto si apprende da fonti del Viminale. Nel dettaglio, a quanto si apprende, sei si sono allontanati il primo giorno di trasferimento, cioè venerdì 31. A questi si aggiungono 2 eritrei destinati alla Diocesi di Firenze che si sono allontanati il 2 settembre; altri 19 il cui allontanamento è stato riscontrato il 3 settembre, e 13 si sono allontanati ieri, questi erano erano destinati a varie Diocesi.

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La Caritas. «È allontanamento volontario, non fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa», lo dice all'Ansa il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu. Tra i casi quelli di due eritrei attesi a Bologna e quattro migranti che erano già arrivati a Frosinone. Per questi due episodi sono state già informate le questure di Roma e Frosinone. Il direttore Caritas conferma che si va però «ben oltre» questo numero. «Queste persone - continua il direttore di Caritas Italiana - davanti ad una situazione di affidamento o prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente» perché la struttura che li accoglie non ha il compito di trattenerli.

I migranti della Diciotti che si sono resi irreperibili, già al centro di Rocca di Papa e in alcuni casi successivamente nelle strutture di accoglienza delle diocesi, ovunque verranno trovate, in Italia o anche all'estero, «potranno chiedere asilo - dice don Soddu all'Ansa - ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture, a partire dal centro di accoglienza straordinaria» Mondo Migliore che è uno snodo rispetto alle strutture delle Caritas diocesane che si sono offerte per una accoglienza a lungo termine.

La polemica. «Si sono già dileguati 40 dei 144 immigrati maggiorenni sbarcati dalla Diciotti e affidati alla Cei o al centro di Messina. Ricordiamo che, per la legge, queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato. Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove. È l'ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business». Lo affermano i sottosegretari all'Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni in una nota.

«Con quale criterio intendete individuare tra le oltre 100 persone sbarcate dalla Diciotti, le 20 da destinare in Albania? Con quale procedura intendete trasferirle? Queste le domande che ho posto oggi in Commissione al Ministero degli Interni.
Perché nessuna norma nazionale o internazionale prevede che i migranti giunti in Italia siano trasferiti in un paese non appartenente all'UE come l'Albania, contro la loro volontà. E l'art. 10 della Costituzione tutela quanti vogliono chiedere asilo in Italia. A queste domande non ho ricevuto alcuna risposta, se non un generico richiamo a un'interlocuzione in corso con le autorità albanesi e al fatto che l'Albania sia considerato un paese sicuro. Questo Governo sta inaugurando delle prassi che travolgono le norme e di questo dovrebbero essere preoccupati tutti i cittadini, a prescindere da come la pensino sull'immigrazione». Lo scrive su Facebook Riccardo Magi, deputato di +Europa e Segretario di Radicali Italiani.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Settembre 2018, 19:41
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