Crollo Genova, Autostrade conferma: 500 milioni per l'emergenza e ponte nuovo in 8 mesi

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Proseguono le indagini sul crollo del ponte Morandia Genova, che martedì scorso ha causato 43 morti.

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Nel frattempo il consiglio di amministrazione di Autostrade, che si è riunito oggi, ha condiviso «la prima lista di iniziative (per una stima preliminare di 500 milioni di euro finanziati con mezzi propri) già annunciata nel corso della conferenza stampa di sabato a Genova». In particolare, si legge in una nota, ci saranno iniziative a supporto delle famiglie colpite dalla tragedia, per la ricostruzione del ponte, per la viabilità di Genova e la sospensione del pedaggio su alcune tratte. Il ponte, ha confermato Autostrade, potrà essere ricostruito in 8 mesi «a decorrere dall'ottenimento delle necessarie autorizzazioni».

l cda di Autostrade ha poi «preso atto della lettera di contestazioni ricevuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e verrà riconvocato in tempo utile per fornire e deliberare un adeguato riscontro alle stesse». Avendo 15 giorni di tempo (la lettera è data 16 agosto, è stata anticipata sabato 18 agosto e ricevuta dalla società il 20 agosto) è attesa a breve una nuova riunione.

 


Le indagini. I consulenti tecnici della procura di Genova che sta indagando sul crollo stanno intanto lavorando su reperti sequestrati nel luogo del crollo raffrontandoli con i video acquisiti e sulle carte raccolte dalla Guardia di finanza che riguardano il contratto di servizio, gli interventi manutentivi ma anche i pareri della Commissione del provveditorato opere pubbliche di Piemonte-Liguria e Val d'Aosta. «Non sono stati acquisiti nuovi video», ha detto il procuratore capo Francesco Cozzi. Secondo quanto appreso, tra i video acquisiti oltre a quelli delle webcam di Autostrade e delle varie forze dell'ordine anche alcuni registrati da privati cittadini.

«In mancanza di un'indicazione specifica sulla causa del crollo del ponte Morandi l'indagine non può che essere rivolta a una serie di possibili cause, che possono essere anche concomitanti tra loro. Nel momento in cui è aperto il campo delle possibili ipotesi, verranno tutte quante approfondite: è chiaro che si può parlare anche di possibili concause, ma non è detto che sia così», ha detto ancora il procuratore di Genova, coordinatore delle indagini sul crollo del ponte a Radio 1. «Adesso il nostro obiettivo è restringere il campo delle possibili cause». 

«Ancora non ci sono indagati. Stiamo svolgendo atti molto complessi e analitici, analizzando moltissimo materiale. Non è possibile restringere il campo, al momento, neppure per escludere alcune ipotesi», ha aggiunto Cozzi al termine della riunione con i pm incaricati dell'indagine sul crollo di Ponte Morandi, riunione che è stata preceduta da un vertice con i due consulenti incaricati. Per comprendere la causa del crollo del ponte Morandi «non ci sono dei tempi, se non quelli conseguenti alla continuità e alla completezza degli accertamenti», ha detto ancora Cozzi.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Agosto 2018, 21:16
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