«Tetto di stranieri nelle classi» e 60 bambini restano fuori. Il caso della sindaca leghista di Monfalcone. Salvini: «Brava»

«Tetto di stranieri nelle classi» e 60 bambini restano fuori. Il caso della sindaca leghista di Monfalcone. Salvini: «Brava»

di Simone Pierini
Scoppia la polemica sul caso di Monfalcone. Un tetto del 45% di extracomunitari nelle classi. Una decisione presa a Monfalcone dal Comune che ha firmato un'apposita convenzione con due istituti comprensivi (il «Giacich» e il «Randaccio») che sta facendo discutere, perché in una cittadina ad alta densità di presenza straniera, il no alle cosiddette «classi ghetto» rischia di lasciare fuori dalle scuole per l'infanzia una sessantina di bambini.

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La Flc Cgil regionale si è attivata per contrastare questo tetto. Il segretario regionale del sindacato, Adriano Zonta, ha annunciato un esposto in Procura, al Garante dei minori e all'Ufficio nazionale per la tutela dei minori; secondo lui «lo Stato deve fornire l'istruzione a tutti, senza distinzioni. Non ci sono vincoli e non li può creare il sindaco». Dal canto suo il primo cittadino monfalconese, Annamaria Cisint, assicura che non intende creare discriminazioni, muovendosi per fornire alle famiglie dei bambini che rimarrebbero fuori dalle scuole della città dei cantieri gli scuolabus per arrivare negli istituti dei Comuni limitrofi, anche se le sue richieste di collaborazione a sindaci e dirigenti scolastici, secondo la stessa Cisint, non avrebbero avuto risposta.

Secondo il segretario regionale della Uil scuola, Ugo Previti, «è giusto evitare le classi ghetto ma la scuola italiana ha dimostrato di sapere fare integrazione senza leggi e propaganda. Le quote non sono di per sé negative, purché non siano prescrittive ma propositive e lascino all'autonomia della comunità scolastica le scelte necessarie all'integrazione».

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«Siamo contrari alle classi ghetto, anche quando riguardano gli italiani»: lo ha affermato all'ANSA la sindaca di Monfalcone (Gorizia) Annamaria Cisint (Lega). Secondo il provvedimento 60 bambini a settembre potrebbero venire però esclusi dalla scuola materna. «La nostra volontà è quella di favorire l'integrazione - ha aggiunto - e per questo c'è una soglia di stranieri per ogni sezione della materna o classe della primaria. I sessanta bambini che non potranno essere ospitati a Monfalcone sono tutelati dal trasporto, che pagheremo noi, verso i comuni contermini. A patto che le famiglie di bambini stranieri accettino questa soluzione, che abbiamo individuato anche se l'asilo non fa parte dell'obbligo scolastico».
 


«Dov'era chi oggi mi accusa, evocando addirittura la Costituzione, quando il ghetto era per gli italiani? - si domanda Cisint - Un anno e mezzo fa è venuta da me la mamma dell'unico bimbo di Monfalcone che si trovava in classe con 26 bengalesi e uno che proveniva dai paesi dell'est. Mi ha riferito che di fronte alle sue rimostranze, la dirigente scolastica di allora aveva risposto che avrebbero dovuto sforzarsi lei e suo figlio per integrarsi con il resto delle famiglie della sezione. Ecco: la convenzione appena sottoscritta con gli istituti comprensivi cittadini è stata fatta perché ciò non accada mai più. Penso anzi che in futuro la percentuale debba scendere anche al 40%».
 


La sindaca ha voluto ringraziare il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che ha riconosciuto la bontà dell'iniziativa di Monfalcone, e il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che sui social ha elogiato la scelta di porre un tetto alla presenza di alunni stranieri: «Non ci sentiamo apripista di nulla - ha concluso - ma solo persone di buon senso»
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Luglio 2018, 09:54
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