Pamela, il pm choc: «Stordita con l'eroina e poi stuprata». Ma per il gip c'era un «clima amicale»

Pamela, il pm choc: «Stordita con l'eroina e poi stuprata». Ma per il gip c'era un «clima amicale»

di Domenico Zurlo
Una ricostruzione terribile, fatta dal Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio ieri davanti al Tribunale del Riesame di Ancona: Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e tagliata a pezzi qualche mese fa nelle Marche, la cui storia ha sconvolto tutta lItalia, fu violentata mentre era stordita dall'assunzione di eroina, massacrata a coltellate e poi fatta a pezzi per far sparire il corpo e nascondere le tracce dello stupro. Il Procuratore ha ribadito la richiesta a carico di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano già detenuto ad Ascoli Piceno per omicidio, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere e spaccio di droga, uno dei quattro nigeriani indagati: degli altri tre, Desmond Lucky e Lucky Awelima sono in carcere.

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LA MADRE AL SIT-IN La decisione del collegio, presieduto da Alberto Pallucchini, arriverà entro la settimana. L'indagato, presente in aula con i legali Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, è rimasto in silenzio: fuori dal Palazzo di giustizia, per tutta la durata dell'udienza la madre di Pamela, Alessandra Verni, è rimasta in sit-in con un gruppo di amici. «Credo nella giustizia», ha detto. Eloquenti i messaggi su tre striscioni: 'Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce', 'pena dura e certa per chi violenta, uccide, massacra e deturpa la vita altrui' e 'il disagio non può essere un alibi per un massacro'. 



"CLIMA AMICALE" Per l'accusa c'è un movente sessuale, finora non riconosciuto dal gip: a Oseghale dovrebbe essere applicato il carcere anche per violenza sessuale. Diversa invece la tesi del gip Giovanni Maria Manzoni secondo cui tra la ragazza e il giovane nigeriano si sarebbe creato un «clima amicale»: clima poi degenerato nel massacro, quando la ragazza si sentì male a causa della droga. Il giorno dopo, il 31 gennaio, il corpo della 18enne fu ritrovato chiuso in due trolley nelle campagne maceratesi.

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LO ZIO: INDAGATE ANCHE SU ALTRO Lo zio di Pamela e avvocato di famiglia Marco Valerio Verni invita invece a indagare anche su altri aspetti.
In particolare «su tutti i fatti che hanno preceduto il tragico epilogo compreso l'allontanamento dalla comunità» Pars di Corridonia dove, alcuni mesi prima del delitto, Pamela era stata mandata dalla famiglia per curare problemi psicologici oltre a quelli legati all'assunzione di droghe. «Nessuno vuole una giustizia sommaria, vogliamo che chi ha compiuto questo efferato omicidio venga assicurato alle patrie galere, che sia stato uno, due, tre o quattro persone» ha detto il legale, che acquisirà i documenti del procedimento ma che non era coinvolto tecnicamente nel Riesame -. 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Maggio 2018, 16:44
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