Vestiti tossici, «veleni nelle fibre»: pericoli e rischi per la salute
di Domenico Zurlo
VESTITI TOSSICI La corsa al prezzo più basso, la contraffazione e i controlli non sempre efficienti, ci portano a indossare davvero di tutto. Partiamo dalle ammine aromatiche cancerogene, presenti nel 4% degli indumenti che abbiamo nelle nostre case (dati del Ministero della Salute), e che possono avere un effetto a livello ormonale, soprattutto nei bambini. La certificazione di sicurezza esiste, ma quasi nessuno la fa: i controlli a volte sono troppo costosi.
Il problema è spesso derivante dal trattamento chimico degli indumenti provenienti dalla Cina, dalla Turchia o da altri Paesi extraeuropei. «I controlli sono a volte scarsi e casuali - dice Mauro Rossetti, direttore dell'Associazione Tessile e Salute di Biella - Noi aiutiamo le autorità competenti a controllare, ma sono quasi sempre a posteriori. Quando ci sono dei problemi con ciò che indossiamo, nella maggior parte dei casi si tratta di articoli da importazione: la cosa lapalissiana è che se una sostanza è vietata in Europa perché pericolosa, dovrebbe essere vietata anche fuori dall'Europa, invece non sempre è così».
Analizzando un capo, un completo con maglietta e pantaloncini per bambina con una stampa, si scoprono cose interessanti: ad esempio tracce di formaldeide (corrosivo per la pelle e cancerogeno), che dovrebbe essere assente (>16 mg) e invece nel capo in questione è presente (58 mg). Per la legge, però, è tutto ok.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Maggio 2018, 17:04
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