"L'africano sul Frecciarossa col biglietto del Regionale": 50mila condivisioni su Fb, ma la verità era un'altra

"L'africano sul Frecciarossa col biglietto del Regionale": 50mila condivisioni su Fb, ma la verità era un'altra
Decine di migliaia di condivisioni (oltre 50mila, prima che l'autore cambiasse le impostazioni sulla privacy impedendone ulteriori condivisioni): ha fatto decisamente scalpore un post su Facebook che spiega molto dei tempi che stiamo vivendo. Un post dal sapore vagamente razzista, completamente smentito però dalla versione ufficiale venuta fuori qualche giorno dopo.

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Tutto è iniziato quando un utente che viaggiava su un Frecciarossa Roma-Milano ha postato la foto qui sopra: si vede un ragazzo di colore con un biglietto in mano, dallo sguardo spaesato. «Il signore in foto si è seduto accanto a me, senza alcun bagaglio: in mano solo il telefono e un foglietto volante - scriveva - Ha preso il Frecciarossa, ma con un biglietto per un Interregionale. Parlava al telefono, ma appena ha visto la capotreno ha abbassato il cappuccio fingendo di dormire».



Fin qui, una delle tante storie già trite e ritrite: ragazzi giovani, in un Paese straniero, magari con pochi soldi in tasca, che prendono il treno senza biglietto per spostarsi. Ma l’utente aggiunge altri particolari: «La capotreno (minuta, esile e giovane, nonché educatissima, ha ‘svegliato’ il signore, e dopo aver appurato che non parlasse italiano, ha spiegato in inglese che era sul treno sbagliato. Ha chiesto la differenza del costo, ma lui ha detto di non avere soldi», aggiungendo che in realtà tra le mani aveva uno smartphone di ultima generazione, marca Samsung.

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Il racconto continua: la capotreno chiede un documento, lui dice di non averlo. «È l’esempio lampante della totale assenza di certezza della pena che il nostro Paese ha regalato a queste persone, che non sono più disponibile a chiamare rifugiati - asserisce - Arriverà a Milano, viaggiando su un posto che costa 86 euro, con 4 euro. Impunemente». Già, perché tra le mani del giovane, secondo l’autore del post, c’era sì un biglietto, ma il biglietto di un interregionale, dal costo infinitamente più basso rispetto al Frecciarossa.



Infine, la chiosa sulla ragazza 18enne uccisa a Macerata, dal dubbio legame con il caso in questione, anche nel caso fosse vero: «Pamela è stata barbarizzata e vilipesa da gente che senza diritto e senza motivo ha varcato l’uscio di casa nostra, perché la porta era ed è spalancata. Senza regole, senza sicurezza - conclude - Ci prendono per il c*** e noi li tolleriamo». Ma che senso ha legare la storia di un ragazzo senza biglietto, o col biglietto sbagliato, con una ragazza barbaramente uccisa e fatta a pezzi? Ma soprattutto, questo ragazzo è davvero senza biglietto?



E invece la storia era completamente diversa. La versione ufficiale di Trenitalia, secondo quanto racconta Giornalettismo, che ha voluto accendere davvero i riflettori su questa storia, racconta una versione radicalmente differente da quella dell'utente, che, forse poco attento o avventato nel suo racconto, ha messo in giro sul suo profilo Facebook una fake news, se non una vera e propria bufala. Volontariamente o involontariamente, non si sa. Ma il giovane non era affatto senza biglietto e non aveva il biglietto di un interregionale: il suo tagliando, racconta il verbale ufficiale della capotreno, era sì valido per un viaggio sul Frecciarossa, ma non andava bene per carrozza e sedile su cui il ragazzo si era seduto.

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Sempre secondo il verbale, la capotreno avrebbe spiegato gentilmente al giovane che aveva sbagliato carrozza, per poi accompagnarlo al posto giusto. E sul sedile giusto il giovane, spaesato e senza sapere l'italiano, ha viaggiato fino alla sua destinazione, in regola come gli altri passeggeri. Nel frattempo però, sicuramente a sua insaputa, il suo volto ha fatto il giro dei social network come "simbolo" di chi viene nel nostro Paese a mangiare a nostre spese, a viaggiare a scrocco, magari a delinquere: quasi 50mila condivisioni per una bugia in grado di rovinare la vita ad un innocente. Una storia che dovrebbe tanto far riflettere.
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Febbraio 2018, 18:02
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