Manovra, troppi emendamenti: salta la stretta sui cellulari in auto e l'allarme per i seggiolini dei bambini

Manovra, troppi emendamenti: salta la stretta sui cellulari in auto e l'allarme per i seggiolini dei bambini
Salta la stretta sull'uso del cellulare alla guida e via anche le misure per rendere obbligatori i seggiolini auto anti-abbandono: la scure dell'ammissibilità della commissione Bilancio della Camera si è abbattuta sui 6mila emendamenti alla manovra tagliandone fuori circa un terzo per ragioni di estraneità di materia o di copertura.

Del pacchetto di proposte di modifica che restano in piedi, i deputati comunque ne esamineranno solo una parte: si tratta dei cosiddetti 'segnalatì, vale a dire gli emendamenti considerati prioritari da ciascun gruppo parlamentare e che in tutto sono oltre 800. Tra questi, c'è l'emendamento del Pd che riduce di un quarto l'obbligo della raccolta delle firme in vista della presentazione delle liste elettorali per i partiti non presenti in Parlamento come prevede il Rosatellum; non solo, resta in vita anche l'emendamento approvato dalla commissione Lavoro di Montecitorio (contro il parere del governo e voluto in particolare dalla minoranza del Pd) sul raddoppio dell'indennità di licenziamento e quello, sostenuto invece dalla maggioranza Dem, per far scendere la durata dei contratti a tempo da 36 a 24 mesi.

Cauto sulle chance di approvazione però il consigliere economico di Palazzo Chigi, Marco Leonardi: «Valuteremo. Vediamo cosa c'è in Parlamento. Noi - dice - non decidiamo nulla». La prova del nove arriverà però presto: lavoro e enti locali saranno infatti fra i primi capitoli messi in votazione in commissione. Ciò che è certo è che non sarà il treno della manovra quello giusto per la riforma della governance Inps, né per l'introduzione in Italia dello Ius soli e per le nuove regole sui vitalizi: tutte questioni «ordinamentali» che quindi non possono essere accolte in manovra, che per di più i nuovi paletti previsti dalla riforma del Bilancio, rendono ancora meno aperta ad assalti alla diligenza in particolare a Montecitorio.

Uno spiraglio resta però aperto per la riforma della governance del Coni: l'emendamento, che ricalcava il ddl già approvato dalla Camera, risulta infatti ritirato ma qualora il Senato non riuscisse ad approvare il provvedimento almeno una parte delle misure potrebbe essere ripescata nella legge di Bilancio. Alla Camera è comunque caccia aperta alle risorse, in gran parte prosciugate durante l'esame in Senato.

Due le strade possibili per far cassa: una la web tax, anche attraverso l'ipotesi di un parziale anticipo, l'altra - secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alle riunioni maggioranza-governo - quella del recupero dell'evasione dei carburanti e che secondo alcune stime potrebbe portare nelle casse dello Stato almeno duecento milioni, utili a finanziare in parte le misure chieste da Regioni, province e comuni. E che insieme al pacchetto Ape social e a modifiche alle nuove norme sull'equo compenso per i professionisti dovrebbero costituire alcune delle modifiche chiave della seconda, e nei fatti ultima, lettura della manovra.

L'intenzione, spiega comunque il presidente della commissione Bilancio della Camera e relatore al ddl, Francesco Boccia, è evitare a tutti di creare «un mostro a tre teste». Il che, tradotto, vuol dire che le modifiche da approvare nel corso della seconda lettura dovrebbero consistere in ritocchi e correzioni di capitoli già presenti al contrario di quanto accaduto al Senato dove si è costruito una sorta di manovra bis che ha affiancato quella uscita dal Consiglio dei ministri.

Attese dunque le misure sull'Ape social, sugli enti locali e quelle sulla web tax: in quest'ultimo caso l'obiettivo resta quello di anticiparne l'entrata in vigore al 2018, ampliarne il raggio d'azione all'e-commerce e al contempo abbassare l'aliquota dell'imposta dal 6 al 2% (o all'1%).
Possibile poi che si riveda la partita sull'equo compenso, che oltre i dubbi dell'Antitrust ha registrato perplessità anche tra le forze politiche con Forza Italia che ha presentato un emendamento per superarne alcune «timidezze»; restando invece in tema di welfare, il Pd fa sapere di puntare a rafforzare gli aiuti agli assistenti familiari che assistono disabili.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Dicembre 2017, 21:18
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