Avvelenati dal tallio, in manette il nipote: "Volevo punirli, sono impuri". Tradito dalle mail nella cartella bozze

Avvelenati dal tallio, in manette il nipote: "Volevo punirli, sono impuri". Tradito dalle mail nella cartella bozze
Un ragazzo schivo, appassionato di elettronica e informatica, ma da tempo sotto pressione perché non trovava lavoro. Questo il ritratto fatto dai vicini di casa di Mattia Del Zotto, 27 anni, arrestato dai carabinieri di Desio (Monza) con l'accusa di aver avvelenato a morte i nonni materni e una zia e poi altri cinque membri della sua famiglia, di cui quattro sono ancora ricoverati.

Mattia vive da sempre a Nova Milanese insieme ai genitori, agli zii e ai nonni deceduti, in una palazzina suddivisa in quattro appartamenti. «È sempre stato molto schivo e silenzioso, siamo davvero senza parole» il commento di una vicina di casa della famiglia. «So che è appassionato di informatica, andava in palestra, ma nulla di più» ha aggiunto un altro vicino.



LA MAMMA: "FA PARTE DI UNA SETTA"  «Mio figlio ultimamente (...) ci ha detto di non essere più cattolico, e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta. Questo nuovo stile di vita è ispirato (...), a suo dire e se non ricordo male, da un gruppo chiamato 'Concilio Vaticano IÌ». Lo ha messo a verbale la madre di Mattia Del Zotto, il 27enne in cella per il triplice omicidio dei nonni paterni e di una zia e per il tentato omicidio di altre 5 persone, tra cui i nonni paterni.

ARRESTO PER SCONGIURARE ALTRE VITTIME «Abbiamo proceduto all'arresto per scongiurare altre possibili vittime»: in questi termini i carabinieri hanno spiegato l'arresto di Mattia Del Zotto per le morti da tallio a Nova Milanese.  «L'ho fatto per punire soggetti impuri e non voglio collaborare»: così Mattia Del Zotto si è rivolto ai carabinieri che lo hanno arrestato a casa sua a Nova Milanese. Il procuratore della Repubblica di Monza, Luisa Zanetti, in conferenza stampa lo ha definito «una persona introversa». 



SCOPERTO DA MAIL E TABULATI Gli investigatori sono risaliti a Mattia Del Zotto seguendo le tracce di un account di posta elettronica col nome falso «Davide Galimberti» e i tabulati telefonici del suo cellulare. Grazie a queste indagini è stata ricostruita la trattativa con una azienda chimica di Padova per l'acquisto del solfato di tallio. Lo hanno detto in conferenza stampa gli inquirenti. A tradire Del Zotto sono state le e-mail salvate nella cartella bozze, l'unica che non era stata ripulita dal ragazzo. All'interno c'è una fitta corrispondenza con l'azienda di prodotti chimici di Padova da cui ha comprato il tallio. Per farlo ha usato il nickname 'Davide Galimberti'. 



CONFEZIONI IN CASA  I carabinieri hanno proceduto all'arresto di Mattia Del Zotto dopo aver trovato in casa sua a Nova Milanese cinque confezioni di solfato di tallio.
Trovate anche le ricevute del relativo acquisto. Le confezioni, per complessivi 60 grammi, sono state acquistate a Padova. I carabinieri hanno trovato anche sul cellulare del giovane conversazioni in cui lui fa riferimento alle ricevute dell'acquisto. 


VOLEVA COMPRARE ARSENICO  Mattia Del Zotto da giugno si stava documentando per procurarsi una sostanza velenosa e aveva inizialmente contattato diverse ditte per comprare arsenico. È quanto è emerso dalle indagini. Il 27enne ha poi rinunciato all'acquisto dell'arsenico perché in un caso ha ricevuto la richiesta di tracciabilità della transazione e in un altro una dichiarazione di utilizzo. Ha così scelto la ditta di Padova e ha acquistato il solfato di tallio. Il 13 settembre Mattia Del Zotto, stando alle indagini, ha inviato una email al fornitore per sollecitare la consegna del tallio e il 15 è andato fisicamente a prelevarlo in auto, come ha dimostrato anche il segnale del suo cellulare registrato dalle celle telefoniche. Ai conoscenti e parenti aveva motivato il viaggio con un colloquio di lavoro. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Dicembre 2017, 10:04
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