Pensioni, dal 2019 via dal lavoro a 67 anni. Ma non per 15 mestieri "gravosi"

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Si cambia. Dal 2019 l'età di pensionamento salirà a 67 anni per tutti tranne che per 15 categorie di lavori gravosi che saranno esentate dall'aumento di 5 mesi sia per accedere alla pensione di vecchiaia che per quella anticipata che resteranno dunque rispettivamente a 66 anni e 7 mesi di età per la prima e a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. È questo l'effetto maggiore delle modifiche che il governo ha messo nero su bianco in un documento vistato da Cisl e Uil contraria la Cgil.

CATEGORIE ESENTATE: immediata esenzione di 15 categorie di occupazioni particolarmente gravose dall'innalzamento previsto per il 2019 del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e del requisito contributivo per la pensione anticipata: 11 categorie già individuate ai fini dell'Ape sociale e 4 categorie aggiuntive con particolari indici di infortunistica e di stress da lavoro correlato (operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi tra i lavori usuranti di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011). L'esenzione è condizionata allo svolgimento di attività gravose da almeno sette anni nei dieci precedenti il pensionamento, nonché, al fine degli effetti per il requisito anagrafico, al possesso di un'anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.

ASPETTATIVE DI VITA: con effetto dallo scatto biennale del 2021 sarà messa mano ad una revisione strutturale del meccanismo di calcolo dell'adeguamento alle aspettative di vita che avverrà ora sulla base della media della speranza di vita nel biennio di riferimento rispetto a quella del biennio precedente. Lo scatto di età però non potrà superare il limite massimo di 3 mesi per ciascun adeguamento, da riassorbire con l'adeguamento successivo nel caso si sia registrato un incremento superiore. Sarà assorbito nel biennio successivo invece l'eventuale riduzione della speranza di vita.

COMMISSIONI SCIENTIFICHE: sarà insediata a a breve una doppia commissione che dovrà concludere i lavori entro il 30 settembre 2018 sia per la rilevazione su base scientifica della gravosità delle occupazioni, sia per la separazione della previdenza dall'assistenza. I gruppi di lavoro saranno presieduti dall'Istat e composta da rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero della salute, di Inps e Inail oltre che dai datori di lavoro e dai sindacati.

APE SOCIAL: Il Governo si impegna a garantire l'ampliamento della platea alle nuove categorie di attività gravose e l'allargamento, fino a un massimo di un anno per ogni figlio entro il limite massimo di 2 anni, dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli, al fine di avviare il processo di superamento delle disparità di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne. A questo associa, in vista di una possibile proroga, l'accantonamento in un apposito fondo dei risparmi di spesa, come eventualmente accertati per gli anni 2019 e seguenti. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Marzo 2018, 12:24
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