"Molto presto avremo moschee e sindaci o ministri musulmani"

"Molto presto avremo moschee e sindaci o ministri musulmani"

di Mauro Favaro
TREVISO - «Aprire delle moschee all'interno di spazi autorizzati è l'unico modo per riuscire a dare un'organizzazione alle persone di fede musulmana, che sono già presenti nella Marca». Abdallah Khezraji, presidente dell'associazione Hilal e riferimento della comunità marocchina in Veneto, parla in modo chiaro e diretto. L'argomento è sempre delicato. E lui prova a disinnescare le polemiche in partenza usando l'arma della schiettezza.

«È sotto gli occhi di tutti: le chiusure e i paletti messi dalla Regione non fanno che peggiorare la situazione rimarca in Veneto ci sono circa 170mila musulmani. Migliaia abitano nella provincia di Treviso. Ormai molti vivono qui da anni e parlano benissimo la lingua. È inutile cercare di nascondere le cosa: stiamo parlando di persone che tra qualche anno potranno anche rivestire ruoli importanti come quelli di politici, sindaci o pure ministri». «Non stiamo parlando di fantascienza aggiunge il sindaco di Londra, Sadiq Khan, è musulmano. E quello che è successo in una grande capitale del genere alla fine succederà anche qui».
IL CAMBIAMENTOPer Khezraji si tratta di una semplice constatazione: più si sviluppa l'integrazione delle persone di fede musulmana, più queste avranno la possibilità di occupare posti importanti nella società. È nell'ordine naturale delle cose: «Cercare di frenare questo processo impedendo l'apertura di spazi autorizzati per l'Islam non può che portare a dei danni aggiunge innanzitutto per quanto riguarda l'aspetto della sicurezza: non scopriamo oggi che i ritrovi in luoghi pubblici, invece di garage o cose del genere, aumentano la trasparenza». Il riferimento primario è alla possibilità di individuare e segnalare alle forze dell'ordine eventuali radicalizzazioni che potrebbero portare ad atti di terrorismo.

Ieri mattina Khezraji ha preso parte agli Stati generali dei musulmani veneti andati in scena all'hotel Maggior Consiglio di Treviso. Qui i vertici della confederazione islamica nazionale e regionale, rispettivamente il segretario Massimo Abdallah Cozzolino e il presidente Tanji Bouchaib, hanno segnato il primo passo verso la formazione di un Islam italiano. L'incontro ha seguito quello organizzato il 24 luglio in Prefettura con Domenico Manzione, sottosegretario al ministero dell'Interno, per condividere sul territorio il Patto nazionale per un Islam italiano sottoscritto all'inizio di quest'anno dal governo Gentiloni con le principali organizzazioni islamiche in rappresentanza di circa il 70 per cento dei musulmani che vivono in Italia. In quell'occasione si presentarono solo due Comuni sui sette invitati: Treviso e Vittorio Veneto. I sindaci della Lega di Castelfranco, Montebelluna e Oderzo non si fecero vedere. Non accettò l'invito nemmeno il sindaco di Asolo, Mauro Migliorini, espressione di una civica di centrosinistra. Alla luce di questo, il dialogo tra la confederazione islamica nazionale e il Carroccio per iniziare a dar forma a un Islam italiano pare davvero impossibile. Figurarsi parlare della necessità di aprire delle moschee. Ma i rappresentanti musulmani non si spaventano. 

«Noi facciamo riferimento alle leggi nazionali specifica il presidente del circolo Hilal queste sono fondamentali, non i provvedimenti locali studiati per bloccare l'avvio di centri autorizzati». Per i musulmani l'incontro di ieri è stato davvero il primo passo verso una sempre maggiore integrazione. Nessuno ha intenzione di tirarsi indietro. «C'è una buona speranza conclude Khezraji adesso ci sono molti giovani che riescono a dare una visione positiva dell'Islam. Spesso siamo stati in silenzio, senza riuscire a dare alla nostra religione il giusto peso e la giusta autorevolezza. Ora le cose sembrano essere cambiate. Dobbiamo iniziare a farci conoscere di più e a sensibilizzare le persone ».
Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Ottobre 2017, 18:48
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