Bari, nuova indagine sulla poliziotta morta: il medico falsificò le firme per le operazioni
L'uomo, Antonio Di Pinto, è uno dei dottori che l'ha curata a Taranto, e ora rischia un processo per falso. Secondo la procura tarantina tre firme, relative ad un intervento, una trasfusione e l'anestesia, sarebbero state messe dal medico e non dalla paziente. A dare la svolta all'inchiesta è stata proprio una consulenza calligrafica disposta dalla magistratura ionica.
Il pm di Taranto Remo Epifani ha chiesto il rinvio a giudizio per Di Pinto; l'udienza preliminare è fissata al prossimo 19 dicembre. L'8 novembre intanto inizierà un'altra udienza preliminare per omicidio colposo, in cui sono imputati lo stesso Di Pinto e un collega, l'urologo Mario de Siati.
Inizialmente l'inchiesta sulla morte della poliziotta era stata aperta dalla Procura di Bari, che aveva indagato 20 medici di tre diverse strutture sanitarie: il pronto soccorso di Manduria, dove la ragazza si era recata per un malore all'addome, l'ospedale di Taranto e quello di Bari dove era stata poi ricoverata e sottoposta alle operazioni di rimozione di un calcolo renale, di craniectomia e di impianto di un polmone artificiale.
La posizione dei medici dell'ospedale di Bari è stata archiviata, mentre con riferimento alla posizione dei medici tarantini, invece, gli atti erano stati trasmessi alla Procura ionica che ha provveduto nei mesi scorsi alla richiesta di rinvio a giudizio per i due medici dell'ospedale di Taranto che avevano eseguito il primo intervento chirurgico e all'archiviazione per altri 8 (pende la posizione di altre tre posizioni).
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Settembre 2017, 21:46
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