Meraviglia Pompei, affreschi e anfore nella nuova domus. "Ritrovati i colori originari"

Meraviglia Pompei, affreschi e anfore nella nuova domus. "Ritrovati i colori originari"
Scavi e scoperte straordinari nella nuova area di Pompei. Grazie all'intenso lavoro degli esperti, stanno venendo alla luce meravigliosi reperti e strutture archeologiche, tra le quali spicca una domus affrescata con intonaci mai restaurati, nella loro loro forma e colore originario.



«Si sta realizzando il sogno di tutti gli archeologi». Così si esprime Massimo Ossanna, il direttore generale degli Scavi di Pompei, che, dopo una lunga e tristemente nota storia di crolli e trascuratezza, ha imposto la
risagomatura di questa zona del sito archeologico - la Regio V.
Pompei non smette di stupire dunque,  e offre altri suoi tesori: nel Vicolo delle Nozze d'Argento, in una nuova area degli scavi, stanno venendo alla luce alcune strutture archeologiche, tra le quali l'ingresso di una domus, con pareti affrescate e riquadri su fondo rosso con, al centro, l'immagine dipinta di una coppia di delfini. Non solo. Tra gli ambienti al momento emersi durante i nuovi scavi, in adiacenza alla Casa della Soffitta, è stata individuata un'area aperta, probabilmente destinata a giardino, la cui funzione potrà essere meglio definita grazie a indagini e analisi paleobotaniche che il Parco Archeologico di Pompei condurrà contestualmente allo scavo.
 
 

Nell'angolo sud-orientale di questo spazio-giardino sono affiorate alcune anfore, di cui si sta studiando la tipologia e il contenuto. Poco oltre, sta emergendo il vicolo che, partendo da via di Nola, fiancheggiava la Casa delle nozze d'Argento. Leggermente in salita, si presenta nella sua originaria configurazione con lo zoccolo dei marciapiedi e gli ingressi degli edifici che vi si affacciavano. Il direttore generale del sito, Massimo Osanna, ha sottolineato il grande lavoro multidisciplinare dell'equipe di studiosi impiegata nei cantieri, e l'impegno di numerose istituzioni italiane e straniere, oltre ai vulcanologi dell'Università Federico II di Napoli. Il lavoro di scavo viene preceduto da studi effettuati mediante strumenti di nuova tecnologia, dal drone, al georadar, al laser-scanner.
«Il progetto - afferma Osanna - mirava a trovare una soluzione alla instabilità dei fronti di scavo in quest'area. Scavando, abbiamo cominciato a portare alla luce reperti di ambienti privati e pubblici, giardini e porticati, che offriranno agli studiosi la possibilità, per la prima volta, di poter osservare e studiare oggetti, intonaci e affreschi mai restaurati, nella loro forma e nel colore originario non manomesso dai restauri del passato. Avremo, quindi, anche la possibilità di effettuare opere conservative ricorrendo alle tecniche, materiali ed esperienze più avanzate».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Marzo 2018, 19:22
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