Siti inquinati, aumentano tumori maligni tra bimbi e ragazzi italiani
di Simone Pierini
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A illustrare questi dati è stato Ivano Iavarone, primo ricercatore Iss e direttore del centro collaborativo OMS Ambiente e salute nei siti contaminati, intervenuto oggi al workshop «Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati», presso il Ministero della Salute.
«L'eccesso di incidenza di patologie oncologiche rispetto alle attese riguarda anche i giovani tra 20 e 29 anni residenti nei cosiddetti Siti di Interesse Nazionale, tra i quali si riscontra un eccesso del 50% di linfomi Non-Hodgkin e del 36% di tumori del testicolo», spiega all'ANSA Iavarone. Per quanto riguarda, in generale, le ospedalizzazioni dei più piccoli, «l'eccesso è del 6-8% di bimbi e ragazzi ricoverati per qualsiasi tipo di malattia rispetto ai loro coetanei residenti in zone non contaminate». La stessa situazione non risparmia i piccolissimi. «Per quanto riguarda il primo anno di vita - sottolinea l'esperto - vi è un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei. E un eccesso compreso tra l'8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini e i giovani».
«Nonostante la maggiore vulnerabilità dei bambini agli inquinanti ambientali - prosegue Iavarone - e l'aumento dell'incidenza dei tumoripediatrici nei paesi industrializzati, l'eziologia della maggior parte delle neoplasie nei bambini è per lo più ancora sconosciuta». È necessario, conclude, «proseguire la sorveglianza epidemiologica nelle aree contaminate, basata su metodi e fonti informative accreditati, per monitorare cambiamenti nel profilo sanitario in relazione a sorgenti di esposizione/classi di inquinanti specifici e per verificare l'efficacia di azioni di risanamento».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Giugno 2018, 17:10
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