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(...) agli aerei americani di decollare dalle basi turche per bombardare le postazioni dell'Isis. Il danno fu ingente. Gli aerei americani, anziché partire dalle basi del Golfo Persico, si avvicinavano, fatalmente, ai domini dell'Isis, che confinano con la Turchia. Grazie al risparmio di carburante, e grazie a manovre più rapide e agevoli, i piloti Usa aumentavano la propria efficacia e uccidevano un numero sempre più grande di militanti jihadisti. L'Isis avrebbe voluto colpire New York o Washington, ma, non avendo i mezzi per farlo, scaricava la sua rabbia contro le città turche, innescando un'escalation. L'Isis colpiva la Turchia, che colpiva l'Isis, in una spirale che giunge fino agli attentati più recenti.
La Turchia è uno dei Paesi che ha maggiormente danneggiato l'Isis, ma il suo impegno non è riconosciuto, per due ragioni. La prima ragione ha a che vedere con la propaganda di Putin, il quale ha descritto la Turchia come un Paese che favorisce gli interessi dell'Isis, condizionando, negativamente, l'opinione pubblica mondiale. Putin ed Erdogan lottano tra loro per il predominio in Siria. Putin sostiene il presidente della Siria, Bassar al Assad, che Erdogan cerca di scalzare. Il 24 novembre 2015, un missile turco ha addirittura abbattuto un aereo russo che aveva sconfinato nel suo spazio aereo. La Turchia è inoltre un membro della Nato. Come tale, rappresenta un pericolo potenziale permanente per la Russia. Anche se le relazioni tra Putin ed Erdogan hanno subìto una distensione negli ultimi giorni, gli effetti nocivi della propaganda russa restano vivi nella mente delle persone e alimentano il pregiudizio anti-turco.
La seconda ragione per cui tanti osservatori continuano ad affermare che la Turchia è alleata dell'Isis dipende dal fatto che, per un periodo di tempo limitato, la Turchia non ha contrastato l'Isis, nel timore di liberare i curdi da un nemico. In sintesi, per chiarire una volta per tutte il ruolo della Turchia nella lotta contro l'Isis, occorre distinguere due fasi. La prima fase, che va dalla proclamazione dello Stato islamico, il 29 giugno 2014, fino al 23 luglio 2015, quando Erdogan concede l'uso delle basi agli americani, è caratterizzata dalla non-lotta della Turchia contro l'Isis.
La seconda fase, che va dal 23 luglio 2015 e arriva fino a oggi, è caratterizzata dalla lotta della Turchia contro l'Isis, come dimostra il fatto che la Turchia è stata colpita dall'Isis più di qualunque altro Stato, fatta eccezione per Siria e Iraq. La logica delle organizzazioni jihadiste è stringente e si riassume in una formula: «Colpiamo chi ci colpisce». Né i capi dell'Isis, né quelli di Al Qaeda, colpirebbero un Paese amico. I terroristi non uccidono mai a caso. Se la Turchia è stata colpita dall'Isis è perché la Turchia ha colpito l'Isis. Questa affermazione, che ha un margine di errore pari a zero, ci consente di entrare nell'universo mentale degli jihadisti, rendendo comprensibili i loro attentati.
Chiarito che la Turchia combatte contro l'Isis, chiediamoci come mai abbia deciso di lanciarsi nella lotta dopo essere rimasta a guardare per alcuni mesi. La ragione è che la Turchia teme gli Stati Uniti più dei curdi e, ovviamente, più dell'Isis. Gli americani hanno una linea di politica estera molto semplice da riassumere: «Chi non ci aiuta nella lotta contro il terrorismo islamico è un nostro nemico o lo diventerà». L'amministrazione Obama, dopo avere invitato la Turchia a intervenire contro l'Isis senza ottenere risultati, ha organizzato una serie di incontri con Erdogan, al quale ha spiegato che non avrebbe tollerato ulteriori perdite di tempo. Il tutto con la “forza cortese”, tipica del linguaggio diplomatico, che non ammette repliche. Siccome nessun Paese del mondo può permettersi, con atti o omissioni, di mettere in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Erdogan ha rotto gli indugi.
Quando la politica internazionale diventa questione di vita o di morte, si mostra per ciò che realmente è: una giungla, in cui comanda il più forte.
Alessandro Orsini

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 05:01