Stalking o molestie alla collega
di lavoro? L'azienda ti licenzia
Protocollo Apindustria-sindacati

Stalking o molestie alla collega di lavoro? L'azienda ti licenzia
VICENZA - Se molesti o usi violenza alle colleghe donne (ma vale anche il contrario) l'azienda ti licenzia. E' una delle "norme" adottate dal protocollo sottoscritto tra Apindustria e Cgil Cisl Uil, a tutela delle donne sui luoghi di lavoro. L’accordo si basa sull’analogo accordo quadro delle parti sociali europee, e contiene non solto l’affermazione di principio sul rigetto di qualunque forma di violenza nei confronti delle donne, ma anche azioni concrete. La cronaca più recente evidenzia una drammatica escalation di violenze contro le donne, spesso culminanti nel femminicidio, ma il dato più preoccupante è che esse sono quasi sempre precedute da episodi considerati “minori”, che vanno dalla molestia estemporanea allo stalking sistematico, troppo spesso sottovalutati.

Il protocollo prevede perciò varie azioni, tra le quali spicca l’adozione, nelle aziende associate, di una dichiarazione di esplicita condanna dei comportamenti molesti e/o violenti, impegnando l’impresa ad adottare misure adeguate nei confronti di chi li ha posti in essere, compreso il licenziamento. Sono previste anche azioni d’informazione, formazione e monitoraggio del fenomeno e il coinvolgimento della consigliera di parità provinciale. «Noi imprenditori non siamo né poliziotti né giudici – precisa il presidente di Apindustria Vicenza, Flavio Lorenzin – ma siamo perfettamente consapevoli che per combattere questo fenomeno c’è ancora molto da fare, anche sul piano culturale e sociale: non dimentichiamo che il nostro codice penale contemplava, fino al 1981, il cosiddetto “delitto d’onore” e che lo stupro, forse l’atto più vile che l’uomo conosca, fino al 1996 era un reato contro la moralità, non contro la persona. Anche noi, nelle nostre aziende, possiamo quindi fare molto, contribuendo a stroncare sul nascere qualsiasi atteggiamento, sul quale potrebbero poi innestarsi altri atti, ancora più gravi ed eclatanti».

«In Veneto una lavoratrice su 10 è stata esposta a una qualche forma di molestia o ricatto nel luogo di lavoro – dice Marina Bergamin della Cgil -. Vanno sconfitti la paura e il silenzio. Chi subisce molestie spesso si chiude nel silenzio. L’esperienza ci dice che, anche quando si ribellano, le vittime (che possono essere donne, ma anche uomini) vedono esiti a loro sfavorevoli: cambio di lavoro, trasferimento, licenziamento o dimissioni volontarie. Raramente (0,8% dei casi) c’è una vera e propria denuncia. Accordi come quello firmato servono a dire a tutte e tutti: non siete sole o soli». «Dobbiamo promuovere e sostenere azioni volte a prevenire il disagio lavorativo, contrastare l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di molestie sessuali, mobbing, stress psicosociale e comportamenti scorretti o discriminatori» aggiunge Lorenza Leonardi della Cisl. «L’approccio deve essere multidisciplinare e deve coinvolgere chi fa contrattazione, ma anche psicologi, psicoterapeuti, avvocati, medici poiché molte sono le conseguenze quando si subiscono atti di questa natura. E’ nostra intenzione proporre nuovi accordi anche alle altre Associazioni datoriali vicentine» conclude Grazia Chisin della Uil.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Giugno 2016, 18:16
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