Bce, Brexit fra i rischi per crescita Eurozona. Pronti ad agire con tutti gli strumenti

La Bce: pericolo per crescita Eurozona
Anche la Bce teme la Brexit. Un'eventuale Brexit rappresenta un rischio per la crescita dell'Eurozona. Lo dice la Bce nel suo bollettino, secondo cui «i rischi al ribasso» sono connessi all'andamento dell'economia mondiale, al referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Ue e ad altri rischi geopoliticì. Per l'istituto di Francoforte il Quantitative easing, il programma di acquisto di titoli per sostenere la ripresa, sta aiutando l'economia e un «ulteriore stimolo» dovrebbe provenire dalle misure ancora da attuare. Tuttavia il consiglio direttivo «seguirà con attenzione l'evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà con tutti gli strumenti disponibili».

La Bce ha comunque sottolineato anche che «prosegue la ripresa economica nell'area dell'euro. Il Pil in termini reali dell'area è aumentato in misura significativa nel primo trimestre del 2016. La crescita continua a essere sostenuta dalla domanda interna, mentre è frenata dalla debolezza delle esportazioni». «I dati più recenti indicano una prosecuzione della crescita nel secondo trimestre, anche se a un ritmo che potrebbe essere inferiore rispetto al primo trimestre - si legge nel bollettino -. In prospettiva, il Consiglio direttivo si attende che la ripresa economica proceda a un ritmo moderato ma costante. La domanda interna continua a essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all'economia reale. Condizioni di finanziamento favorevoli e miglioramenti della
redditività delle imprese seguitano a promuovere gli investimenti».

Inoltre, prosegue la Bce, «i protratti incrementi dell'occupazione favoriti anche dalle passate riforme strutturali e i prezzi ancora relativamente bassi del petrolio forniscono un ulteriore sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e ai consumi privati. In aggiunta, l'orientamento delle politiche di bilancio nell'area dell'euro è lievemente espansivo. Tuttavia, la ripresa economica dell'area continua a essere frenata dalle prospettive di crescita contenuta nei paesi emergenti, dai necessari aggiustamenti dei bilanci in una serie di settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali».

Ieri sera anche la Federal reserve americana ha lanciato un allarme Brexit, in occasione dell'annuncio delle decisioni di politica monetaria. Secondo la Banca centrale europea, il concretizzarsi dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue avrebbe ripercussioni pesanti sull'economia europea e mondiale, per questo motivo rappresenta uno dei «rischi al ribasso» delle previsioni di crescita e va tenuta in attenta considerazione.

Il bollettino della Bce ha poi confermato che l'economia dell'area della moneta unica cresce a tasso moderato, ma costante, e potrebbe beneficiare delle misure espansive approntate dall'Eurotower; il riferimento è in particolare al programma di quantitative easing. Nel motivare le sue scelte, il Consiglio direttivo ha fatto riferimento al rischio che l'inflazione molto bassa si radichi in effetti di secondo impatto sul processo di formazione di salari e prezzi. Di qui, la conferma che la Bce farà tutto il necessario affinché ciò non si verifichi e ricorrerà a «tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del suo mandato».

Fra i rischi alla ripresa, la Bce segnala ancora la frenata delle economie emergenti, la volatilità del petrolio e gli aggiustamenti dei bilanci pubblici e lancia un avvertimento sulla possibilità di sforamento dei target di debito per alcuni Paesi di Eurolandia. In particolare si parla di "elevati rischi di innosservanza" delle regole europee sui conti pubblici.

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Giugno 2016, 10:03
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