Berlusconi, il fronte comune di tutta la famiglia: la rete di protezione da oggi sarà totale

Berlusconi, il fronte comune di tutta la famiglia: la rete di protezione da oggi sarà totale

di Maria Latella
In una vita costellata di battaglie, Silvio Berlusconi affronta ora la competizione più complicata, quella con il suo cuore, la parte di se’ sempre cosi presente nella narrazione, e nei gesti berlusconiani. Lui con la mano sul cuore che ascolta l’inno di Forza Italia, o che porta la mano sul cuore in decine, centinaia di comizi, il gesto che sta a significare: vi parlo da qui. Non con la testa.

I TIMORI
E ora il cuore, quel cuore, lo costringe a scoprirsi fragile. La famiglia, i cinque figli, dalla più grande, Marina, al più giovane, Luigi, gli amici di una vita, da Fedele Confalonieri a Gianni Letta, per citarne due soli, vivono queste giornate in uno stato di comprensibile preoccupazione. Per la prima volta nello story telling berlusconiano è emersa la verità sul corpo del capo. E a dire parole di verità è stato un medico, il medico di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo: «Ha rischiato di morire» ha scandito ripercorrendo la dissennata tre giorni in cui un Berlusconi già provato è stato portato in giro per campagna elettorale, a Ostia, a Roma, in Campania a sostenere un candidato amico di Francesca Pascale.

Quelle parole mai pronunciate prima «ha rischiato di morire» hanno detto la verità su un uomo che in tutti questi anni, anche quando malato, veniva sempre narrato come invincibile, fortissimo, inarrestabile. 
Ed è vero, si riflette in queste ore in famiglia, il corpo di Silvio Berlusconi è ancora forte. Ma che succederà dopo? Quando nella convalescenza ci saranno gli up («Sto benissimo, sono quello di prima») e i down?
Al di là delle comprensibili apprensioni per l’intervento a cuore aperto, non è tanto e non è solo alla giornata di oggi che va il pensiero dei familiari. Il corpo di Silvio saprà reagire, la professionalità del San Raffaele è al di sopra di ogni timore.

IL DOPO
Ma dopo? E’ il dopo che preoccupa. Perché, per quanto forte il corpo possa essere, un intervento chirurgico di questo tipo su un paziente di 80 anni non potrà non avere impatti sull’umore di chi l’intervento ha subito. Un uomo che ha sempre negato anche a se stesso ogni timore ma che, per dire, ha da tempo fragilità compatibili con l’età. Non ama dormire da solo, per dire. E un tempo questa sola frase avrebbe scatenato una raffica di battute e doppi sensi. Non oggi, si spera. Non ora.

L’IMMAGINE
Silvio Berlusconi, abituato a far trapelare l’immagine del vincente anche dopo operazioni complesse come quella subita a Cleveland nel 2006 (e anche in quel caso si trattò del cuore), stavolta dovrà fare i conti con una convalescenza più lunga e con condizioni fisiche diverse da quelle di dieci anni fa. Allora aveva accanto la figlia Eleonora, studentessa di economia a New York, il maggiordomo Alfredo e le cronache accreditavano un paziente vispissimo che guardava film divertenti nella suite con vista sul lago.

La convalescenza, stavolta, sarà per forza di cose più difficile da gestire. E non per il recupero fisico, che pure necessiterà del suo tempo, quanto per il contraccolpo emotivo che i medici devono comunque tenere presente.
Ecco dunque che davanti ai cinque figli si pone il problema dei problemi: come essere sicuri che il loro padre possa riprendersi nel migliore dei modi e con tutto il tempo necessario perché la convalescenza sia di successo?

“Cerchio magico nel mirino” hanno titolato i quotidiani riferendosi alle persone che negli ultimi anni hanno gestito l’agenda e la vita di Berlusconi. Al di là dei titoli, è certo che Marina e i suoi fratelli, un fronte unito davanti alla rivelazione choc del dottor Zangrillo «poteva morire», non vogliono e non possono permettere che lo strattonamento del padre si ripeta.

IL VELO
Le parole di verità pronunciate dal medico hanno squarciato il velo di finzione che spesso ha accompagnato la narrativa sulla salute di Berlusconi, e a quelle i cinque figli e gli amici di vecchia data si atterranno anche per la convalescenza. Il fronte comune, insomma, dovrà mettere insieme famiglia e medici, uniti nell’incoraggiare il paziente, nel sostenerlo negli inevitabili cali d’umore che sempre si accompagnano al decorso post operatorio, ma uniti anche per evitare che, una volta ripresosi, possa di nuovo correre nuovi rischi.

LE PROSPETTIVE
«Quando la convalescenza sarà terminata, Silvio Berlusconi potrà fare esattamente quel che faceva prima» ha assicurato il dottor Zangrillo nella conferenza stampa in cui ha squarciato il velo. «Quando la convalescenza sarà terminata», appunto. Fino ad allora la famiglia dovrà vigilare sul capostipite sapendo che, nonostante tutto, e nonostante un nuovo storytelling, niente sarà come prima.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Giugno 2016, 09:01
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