Un mese fa Rigopiano la strage senza perché

segue dalla prima
Non riuscivamo a capire proprio dove fosse l'hotel».
Un mese fa, la tragedia di Rigopiano ha trasmesso dolore, ansia, speranza, piccole gioie, fatica, ammirazione, frustrazione, desolazione per le vittime che non è stato possibile salvare. Cosa ci ha lasciato? La sensazione che sarà difficile farla pagare a qualcuno. L'inchiesta non ha ancora indagati. Bisognerebbe almeno che la Giustizia accertasse violazioni ambientali, eventuali concessioni allegre, allarmi ignorati e incapacità di soccorrere subito quegli ospiti in vacanza. Telefonate, gestione delle turbine, degli spazzaneve erano già al limite per fronteggiare una situazione di eccezionale maltempo, con mezza Italia centrale isolata oppure al collasso. La Procura indaga per disastro e omicidio colposo, chissà ancora per quanto tempo.
Non resta che consolarsi con il racconto di Fabrizio, che ha estratto vivi tre bimbi dall'inferno bianco. «Il loro abbraccio lo porto sempre con me. Sono entrato lì dentro con una piccola telecamera quando riesco a vedere una faccina che esce dal buio e viene verso l'obiettivo. La faccina si illumina e muove le mani. È Ludovica. Urlo. Come stai? Ci sono altre persone con te?. Lei esce dall'inquadratura, pochi secondi e ritorna tenendo per mano altri due bambini. Li fa muovere. Una gioia incredibile». Sabato scorso sono andati tutti e quattro al cinema: hanno visto Lego Batman. Per i bimbi (e non solo per loro) il vero supereroe, però, era il vigile del Fuoco Fabrizio.
(Mario Fabbroni)
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2017, 05:00