Spazio, dopo Parmitano un'altra italiana in orbita: il 24 novembre prende il volo Samantha Cristoforetti

Spazio, dopo Parmitano un'altra italiana in orbita: il 24 novembre prende il volo Samantha Cristoforetti

di Paolo Ricci Bitti
Mini-orecchini di perla e capelli nerissimi a caschetto, il “suo” taglio da sempre perch va bene sotto il casco da top gun e da astronauta. Per il resto nessun anello, unghie senza smalto (un livido sotto quella del pollice destro, di quelli di quando manchi il chiodo e sono dolori), grosso cronografo al polso sinistro, e infine trucco, rossetto compreso, così leggero che, se c'era, non si vedeva. Abito? Classico d'ordinanza: tuta azzurro savoia dell'Agenzia spaziale europea non dissimile da quella dell'Aeronautica militare dove la trentina Cristoforetti, 36 anni, fisico minuto, ha fatto carriera bruciando una tappa dopo l'altra.



Siccome il capitano pilota Samantha Cristoforetti è la prima italiana che volerà in orbita, apriamo e chiudiamo subito il paragrafo “accessori e abbigliamento” che con gli astronauti maschi non si scriverebbe mai, anche perché la stessa astronauta ripete con pazienza (potrebbe farlo in sei lingue, compreso russo e cinese) e con misurata verve che la questione di genere non c'entra proprio nulla con il sogno divenuto realtà di diventare astronauta per la missione Futura che partirà il 24 novembre dal cosmodromo di Bajkonur e che ieri è stata presentata a Palazzo Chigi alla presenza del viceministro alle Pari opportunità Maria Cecilia Guerra, del presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Enrico Saggese, e del capo di stato maggiore dell'aeronautica militare, generale Pasquale Preziosa.



Diventare astronauti è un'impresa al limite dell'impossibile per maschi e femmine non perché sia necessario nascere Superman e crescere Einstein, ma perché la selezione, con quei pochissimi posti a disposizione sulle Soyuz e sulla Stazione spaziale internazionale, è feroce: Cristoforetti è emersa da un esercito di 8mila candidati a loro volta espressione di eccellenze ai massimi livelli.



“Vivo questa avventura con – dice il capitano pilota che è anche ingegnere aeronatico con laurea a Monaco e master a Tolosa – con grande senso di responsabilità e altrettanta serenità. No, non ho paura di nulla nel senso che l'addestramento ricevuto prima nell'aeronautica militare e quindi all'Esa mi prepara ad affrontare anche le emergenze, comprese le passeggiate spaziali che al momento, ripeto, al momento, non sono previste nella mia missione. Il fatto poi di essere la prima italiana dopo sei colleghi è un caso, non è certo merito o demerito mio. Si parla di numeri piccoli (una cinquantina le donne su 550 astronauti tra Usa e Russia e, con cifre assai ridotte, di altri 36 paesi, ndr) e quindi, pur capendo la curiosità, non credo se ne debba parlare più di tanto. Da anni, del resto vivo in una comunità internazionale in cui le donne sono tantissime. Il mio obbiettivo, in altre parole, è quello di essere un buon componente dell'equipaggio. Ad ogni modo, se posso anche essere modello per le ragazze che hanno lo stesso mio sogno, non mi tiro indietro”.



Samantha Cristoforetti. che raccoglie il testimone di Luca Parmitano, si è detta in realtà entusiasta per gli esperimenti che dovrà seguire dal 24 novembre sulla Iss: otto progetti che verranno svolti nei sei mesi di permanenza sulla stazione spaziale. Cinque di essi saranno dedicati allo studio della fisiologia umana in condizioni di assenza di peso (in particolare per migliorare le cure per l'osteoporosi), due effettueranno analisi biologiche su campioni cellulari portati in microgravità, verrà infine sperimentato un dimostratore per un processo di produzione automatizzato per la realizzazione di oggetti 3D in assenza di gravità (stampa 3D, magari per costruire, tra quelche anno, pezzi di racambio per le navi spaziali dirette a Marte). Tutti i progetti sono stati ideati da università, centri di ricerca, aziende italiane e selezionati dall'Asi.
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Gennaio 2014, 10:24
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