Truffa alla sorella di Alberto Sordi, 10 rinvii a giudizio per circonvenzione di incapace e ricettazione
di Davide Manlio Ruffolo
Il giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio ha così fissato l'inizio del processo al 17 gennaio del 2017. A finire sul banco degli imputati diversi collaboratori, di lungo corso, del compianto divo. Fra questi spicca il nome di Arturo Artadi, autista e factotum di Alberto Sordi che lo considerava quasi un figlioccio. Proprio Artadi, però, secondo il pubblico ministero Eugenio Albamonte, sarebbe stato la mente dietro al tentativo di impossessarsi di parte della ricca eredità della famiglia Sordi. Per questo, a lui, agli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina, e al notaio Gabriele Sciumbata, il pubblico ministero contesta la circonvenzione di incapace in relazione alla delega con cui l'anziana donna avrebbe autorizzato Artadi a gestire tutti i suoi conti. Proprio la demenza senile sarebbe stata certificata da una perizia, ordinata dal tribunale di Roma, datata 2012.
Prosciolto dall'accusa di patrocinio infedele, il legale Francesca Piccolella. Gli altri 6 imputati, tutti dipendenti in servizio presso la storica residenza di Caracalla dove l'attore viveva, dovranno difendersi dall'accusa di ricettazione in quanto, rivelano gli investigatori, sono risultati destinatari di donazioni provenienti dal patrimonio dell'attore.
Per la precisione avrebbero ricevuto elargizioni di denaro, da parte di Aurelia Sordi, per importi compresi fra i 150 e i 400mila euro. A dare il via alle indagini, la denuncia di un direttore di banca che aveva rilevato dei movimenti sospetti nei conti in uso alla 94enne, decidendo così di sporgere denuncia in Procura.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2015, 09:07