Sale slot devastate per intascare il pizzo: condannati otto estorsori -Foto

Sale slot devastate per intascare il pizzo: condannati otto estorsori

di Alessandro Napolitano
POZZUOLI - Imprenditori, gestori di sale slot e persino un’anziana donna tra le vittime. E per chi non «obbediva» alle richieste arrivavano le ritorsioni, con danneggiamenti e rapine. Il tutto armati di fucile. Un modus operandi particolarmente violento quello messo in atto dalla banda ora messa fuori gioco dalle condanne emesse dall’Undicesima sezione penale del Tribunale di Napoli. Il giudice per le indagini preliminari, Eliana Franco, al termine del processo con rito abbreviato nei loro confronti ha condannato tutti gli otto imputati.







Per loro le accuse, sostenute dal pubblico ministero Gloria Sanseverino, sono a vario titolo di concorso in tentata estorsione, danneggiamento, rapina e porto abusivo di armi. Ipotesi di reato aggravate dalla circostanza di aver agito con modalità mafiose; in particolare di aver «speso» il nome del clan Longobardi-Beneduce, operante nell’area flegrea. La pena più severa ha riguardato Angelo Di Domenico, condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere. Seguono poi le condanne di Umberto Reazione, 8 anni; Napoleone Del Sole, 5 anni e 4 mesi; Giovanni De Felice, 5 anni; suo padre Ciro, 3 anni e 4 mesi; Ciro Scognamiglio, 4 anni; Vincenzo Mellone e Massimo Migliorato, 3 anni e 4 mesi. Il gip ha anche riconosciuto il risarcimento per le parti civili. Tra queste, oltre i soggetti caduti vittime della banda, ci sono il Comune di Pozzuoli e l’associazione antiracket Sos Impresa, assistiti rispettivamente dagli avvocati Osvaldo Ciriello e Alessandro Motta.



Dalle indagini che circa un anno fa portarono all’arresto degli otto condannati, emergono episodi particolarmente violenti. Come quello che ha visto vittima il gestore di un bar all’interno del quale erano installati alcuni video-poker. Per «punire» indirettamente la persona che dava a noleggio le apparecchiature, Angelo Di Domenico, Napoleone Del Sole e Umberto Reazione non esitarono a presentarsi nel locale armati di un fucile Winchester, di un cacciavite e di un piccone. «Allora questo non ha capito niente. Adesso ci siamo noi e deve pagare a noi». Dopo aver urlato queste frasi i tre distrussero a colpi di piccone i videopoker e portarono via l’incasso custodito al loro interno.



Ad essere messo fuori uso anche l’impianto di videosorveglianza. Nella rete degli estorsori finì pure un altro imprenditore specializzato nel campo del noleggio di slot machine al quale venne detto «Vedi che qua ci siamo noi». Singolare, poi, cosa escogitarono Napoleone Del Sole, Vincenzo Mellone, Massimo Migliorato e Ciro Scognamiglio per estorcere denaro ad un’anziana donna. La somma, ben 10.500 euro, le spettava come indennizzo per un incidente stradale. Una volta liquidato l’indennizzo, il figlio della donna veniva avvicinato da Del Sole e Scognamiglio, i quali minacciarono che in caso di rifiuto alla richiesta estorsiva si sarebbero presentati i «quartaiuoli». Vale a dire la propaggine quartese del clan.



A finire vittima di richieste estorsive anche un imprenditore attivo nel campo dell’edilizia. L’uomo, però, secondo gli aguzzini avrebbe potuto beneficiare di una sorta di «sconto» sul pizzo in quanto residente non lontano da uno dei condannati. Dopo aver avvicinato il figlio dissero che avrebbero dovuto incontrare «i ragazzi di Toiano», quartiere roccaforte del clan. Venne anche fornito una sorta di tariffario unico in quell’occasione. «Stiamo chiedendo a tutti 3mila euro», aggiungendo che in caso di necessità la vittima avrebbe anche potuto rivolgersi a loro per eventuali recupero crediti.
Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Ottobre 2015, 20:42