PAPA FRANCESCO: "DIO È ACCOGLIENZA.
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PAPA FRANCESCO: "DIO È ACCOGLIENZA. CHE PENA LE PARROCCHIE CHIUSE"
ROMA - A un mese esatto dall'ultima udienza generale di Benedetto XVI, papa Francesco, davanti a circa 15. 000 persone in piazza San Pietro, ha tenuto la sua prima udienza generale. «Fratelli e sorelle, buon giorno - ha salutato - sono lieto di accogliervi in questa mia prima udienza generale, con grande riconoscenza e venerazione raccolgo il testimone della mani del mio venerato predecessore Benedetto XVI».

Dopo aver assicurato che dopo la Pasqua riprenderà le catechesi sull'Anno della fede, ha dedicato quella di oggi a una riflessione sulla Settimana santa. Dopo la catechesi, che ha tenuto intervallando inserti a braccio nel discorso che aveva preparato, ha rivolto i saluti ai pellegrini dei diversi gruppi linguistici, con una variante rispetto ai predecessori: il Papa rivolge i saluti ai diversi gruppi sempre in italiano, e poi lo speaker li rinnova nelle diverse lingue.

Nella catechesi, il Papa si è chiesto «cosa significa seguire Gesù nella sua passione morte, e cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul calvario». «Nella sua missione terrena - ha osservato papa Bergoglio - Gesù ha percorso le strade della Terra santa, ha chiamato 12 persone semplici perchè condividessero il suo cammino e la sua missione, ha parlato a tutti senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ha portato la misericordia di Dio, ha guarito, compreso, dato speranza».

«Dio - ha osservato il Papa - è presenza, e si interessa a ogni uomo e ogni donna come fa ogni buon padre verso ciascuno dei suoi figli; Dio non ha aspettato che andassimo verso di lui ma è lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, Dio è cosi, fa sempre il primo passo». Dio, ha ancora commentato, si è calato nella «realtà quotidiana della gente comune, si è commosso dinanzi alla folla che pareva un gregge senza pastore ha pianto con Marta e Maria che avevano perso il fratello, ha subito anche il tradimento di un amico, in lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi».

Dopo aver citato la frase evangelica secondo cui le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido ma il figlio di Dio non ha una casa, papa Francesco ha commentato che «Gesù non ha casa perchè la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è di aprire a tutti le porte di Dio, esser la presenza di amore di Dio, e nella settimana santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità: Gesù, entra a Gerusalemme per compiere l'ultimo passo, si dona totalmente non tiene nulla per sè, neppure la vita». Gesù, ha commentato, non vive questo in «modo passivo», ma «si consegna con fiducia a Dio». Questo per il cristiano significa che «questa è anche la mia, la tua, la nostra strada» e così vivere la settimana santa è «imparare ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell'esistenza, per primi verso i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i più lontani quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione e aiuto».

La logica della croce, ha spiegato, «non è prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell'amore e del dono di sè che porta la vita» e «entrare nella logica del Vangelo significa uscire da noi stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dai propri schemi che finiscono per chiuderci». «Spesso - ha osservato il Papa - ci accontentiamo di qualche preghiera, di qualche messa domenicale, di qualche gesto di carità, ma non abbiamo questo coraggio di uscire, siamo un pò come san Pietro, che non appena Gesù parla di dono di sè» scappa.

A Pietro, ha ricordato il Papa, Gesù rivolge «una delle parole forse più dure del Vangelo: 'va dietro a me Satana, perchè non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini». «Dio pensa sempre con misericordia, - ha commentato il Papa - come il padre che attende il ritorno del figlio e lo vede venire quando ancora era lontano: vuol dire che tutti i giorni andava a vedere se il figlio tornava a casa, è il segno che lo aspettava di cuore nella terrazza della sua casa».

Dio è apertura e accoglienza, «fa pena - ha aggiunto il Papa - vedere a volte tante parrocchie chiuse» e ha esortato, «nei movimenti, nelle associazioni, ad uscire incontro agli altri, per portare la luce della nostra fede, uscire sempre, - ha detto - con amore e con la tenerezza di Dio, nel rispetto e nella pazienza, sapendo che noi mettiamo mani, piedi e cuore, ma poi è Dio che mette» il resto. «Auguro a tutti - ha concluso - di seguire questi giorni con coraggio, portando un raggio dell'amore di Dio a a quanti incontreremo». .
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Marzo 2013, 12:15
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