New York e Pechino, Saloni con vista:
presente e futuro del mondo dell'auto

New York e Pechino, Saloni con vista: presente e futuro del mondo dell'auto

di Giorgio Urscino
dal nostro inviato

NEW YORK - Per gli americani e gli orientali si tratta solo di sorvolare l’oceano pi grande del globo. Agli europei, invece, non basta attraversare il Pacifico, devono fare il giro del mondo. Ma non in 80 giorni, come fecero oltre un secolo fa il ricco londinese Phileas Fogg e il suo cameriere francese Passepartout nel celebre romanzo di Jules Verne, bensì in una sola settimana.



New York e Pechino, Saloni con vista: presente e futuro del mondo dell'auto

Dopo il raffinato salone di Ginevra, il salotto buono del mondo dell’auto che chiude la stagione invernale nel cuore dell’Europa, il pianeta della mobilità punta i riflettori sui due più grandi mercati della Terra, mandando in scena quasi contemporaneamente i motor show di New York e Pechino. Appuntamenti da non perdere perché, al di là delle numerose novità che presto arriveranno anche sulle nostre strade, offrono una finestra con vista privilegiata su un settore che continua ad essere fra i più importanti (se non il più importante) per economia e la vita del pianeta.



Cina e Nord America, infatti, sono le locomotive del treno ad altissima velocità che, a differenza di quanto è avvenuto in Italia nell’ultimo quinquennio, continua a stabilire nuovi record di produzione e, soprattutto, di profitti. Se lo scorso anno per la prima volta dalle fabbriche di tutti i continenti sono usciti oltre 85 milioni di veicoli il merito è proprio dei supermarket delle due più grandi potenze globali che continuano a crescere senza nessuna flessione. Dopo essere scesi ad appena 10 milioni di immatricolazioni nel 2009 per colpa della terribile crisi finanziaria, gli Usa quest’anno torneranno sopra i 16 milioni.



La Cina, invece, supererà sicuramente i 22. Forse i 23. Probabilmente i 24. L’ex Impero Celeste nel 2005 era appena a 5,7 milioni, mentre gli States erano a 17,4 e l’Europa addirittura a 18,1. Il Vecchio Continente, dopo tanti mesi in caduta libera (nel 2013 ha chiuso a 14 milioni) con il Belpaese a fare da apripista, nel primo trimestre 2014 ha dato segnali di ripresa (+8,1%), mentre Stati Uniti (+5,7%) e Cina (+9,1%) hanno proseguito la loro corsa. Pechino domina con i volumi di vendita, la nascita delle fabbriche, l’aumento dei concessionari, gli investimenti che arrivano da ogni dove. Washington genera gli utili più consistenti, profitti che servono per alimentare pure altri mercati.



L’Europa sembra stare in un cantuccio, ma i nostri costruttori che sono globali e molto premium godono di ottima salute (escluso qualcuno). Fondamentale, quindi, seguire con attenzione cosa avviene negli altri due continenti che, oltre al nostro, sono a Nord dell’Equatore. S’infiamma anche la sfida fra i costruttori. Proprio nei giorni scorsi Toyota ha tagliato per prima un traguardo storico (un po’ come la corsa alla Luna): è stata capace di vendere oltre 10 milioni di veicoli in un solo anno (il suo anno fiscale), confermando che ripeterà il risultato anche nell’intero 2014. Proprio da Pechino il gigante tedesco Volkswagen ha riposto per bocca del suo presidente Winterkorn: «Anche noi quest’anno andremo in doppia cifra, con 4 anni di anticipo sui programmi...»
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Maggio 2014, 21:17
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