Monte Mario frana ancora
area mai messa in sicurezza

Monte Mario frana ancora area mai messa in sicurezza

di Raffaella Troili
Dieci, quindici anni, forse pi. Monte Mario abbandonata da tempo, i geologi non ricordano pi da quando.

Ora per riaprire oggi la panoramica, dettano le condizioni: «Se regge ancora, la terra, nella notte; solo dalle 6 alle 21; niente motorini e mezzi pesanti» ha stabilito il geologo Alberto Prestininzi, del Dipartimento Scienze della Terra della Sapienza e direttore del Centro ricerca rischi geologici.



Assieme a Gabriele Scarascia Mugnozza, direttore del Dipartimento e vice presidente della commissione grandi rischi collaborano con il Comune per studiare il miglior sistema per consolidare il versante franato sulla panoramica. «Ma non c’è una manutenzione del territorio - ripete Scarascia Mugnozza - forse l’ultimo intervento c’è stato quindici anni fa dopo una frana a monte di via Teulada. Non ci sono soldi, finanziamenti, attenzione». Fino a quando non arriva un’emergenza.



«Mai fatta manutenzione - interviene Prestininzi - Roma è abbandonata, da anni. Riflettiamo su queste problematiche solo quando c’è un evento straordinario mentre la città dovrebbe dotarsi di una struttura che costruisca gli scenari di rischio, conosca le zone sensibili e quando c’è un allarme allestisca sistemi d’intervento. Si chiama prevenzione del tempo reale: serve a scongiurare disastri». Invece si farà un’indagine geologica, si valuterà l’intervento migliore, comunque lungo e costoso, che partirà una volta terminate le piogge.



GRADONI DI SICUREZZA

E’ molto probabile che il versante venga blindato da gabbionate, di quelle che s’incontrano lungo le autostrade, messo a punto con tecniche d’ingegneria naturalistica. Gradonate artificiali che riducono la pendenza, «si chiamano terre armate o rinforzate». Ora la priorità è riaprire la panoramica. «Le piogge eccezionali - rimarca Prestininzi - hanno innescato instabilità che mettono a rischio infrastrutture e abitazioni. Non credo ci sarà bisogno di altri sgomberi, il problema maggiore è il traffico: Monte Mario rischia di essere isolata. Il vero problema però è che non sappiamo fare prevenzione. Nel parco di Monte Mario abbiamo censito una decina di frane, ogni inverno se ne attiva qualcuna. La situazione si fa critica quando coinvolge infrastrutture e case, penso alla chiusura della galleria Giovanni XXIII, ci vorrà almeno un mese per la messa in sicurezza. Più semplice riaprire la panoramica a carreggiata ristretta, una volta ripulita la strada. Il materiale che eventualmente viene giù può essere controllato».



Le frane sono tante, da Trionfale a Trigoria, da Monteverde a Maglianella. «Modeste ma importanti perché intercettano le infrastrutture».

«La collina di Monte Mario è da sempre soggetta a fenomeni franosi - riprende Scarascia Mugnozza - e quel che è successo dal 31 gennaio in poi s’inquadra nel processo di evoluzione geomorfologica dei versanti. La priorità è capire quali interventi possono assicurare il ripristino della panoramica, le condizioni statiche delle palazzine su via Trionfale e la Trionfale stessa. Non è semplice intervenire, ci vorranno settimane, mesi».



ROMANATURA

Allo studio varie ipotesi per risagomare il versante: sistemi di drenaggio, chiodature. Giulio Fancello, direttore dell’Ente RomaNatura mette in guardia: «Sono smottamenti naturali dovuti a eventi eccezionali, Monte Mario è fatta da una collina di argilla, quanto di più instabile. La priorità è mettere in sicurezza i punti di maggior rischio ma è naturale che quei versanti si muovano, manutenzione o no».


Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Febbraio 2014, 09:21
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