MONDIALI 2010, URUGUAY: ROSA,
QUOTE, NEWS, ULTIMISSIME, RISULTATI

MONDIALI 2010, URUGUAY: ROSA, QUOTE, NEWS, ULTIMISSIME, RISULTATI
Oscar Tabrez vuole giocarsela: peril ct dell'Uruguay, vecchia conoscenza del calcio italiano,non sar facilein un gironedove la Celeste incontrer Francia, Sudafrica e Messico. I sudamericani però vogliono raggiungere almeno gli ottavi di finali e per farlo Tabárez si affiderà, oltre ad un attacco guidato dall'estro di Diego Forlán e Edison Cavani (più l'esperto Sebastian "El Loco" Abreu e Luis Suarez dell'Ajax), a quattro "italiani": oltre al già citato Cavani, infatti, compaiono tra i convocati il portiere della Lazio Fernando Muslera, il difensore della Juventus Martin Caceres e il mediano del Napoli Fernando Gargano.



LE ULTIMISSIME:



Forlan, miglior giocatore del torneo ma titolo di capocannoniere solo sfiorato (11 luglio) Diego Forlan, attaccante dell'Uruguay, è stato eletto miglior giocatore del Mondiale. È risultato il più votato, con il 23,4% dei consensi, tra i giornalisti accreditati in Sudafrica. Forlan, che ottiene l'Adidas Golden Ball, precede di poco (21,8%) l'olandese Wesley Sneijder, Pallone d'argento. Terzo lo spagnolo David Villa (16,9%), che si aggiudica il pallone di bronzo.  L'asso uruguagio ha poi solo sfiorato un altro titolo: il tedesco Thomas Mueller è il capocannoniere dei Mondiali in Sudafrica. Ha segnato 5 gol - come l'uruguayano Diego Forlan, lo spagnolo David Villa e l'olandese Wesley Sneijder - ma ha vinto il trofeo 'Golden Boot Award' della Fifa - in virtù dei tre assist forniti ai compagni, assieme ai minuti giocati il fattore di cui si tiene conto in caso di parità di marcature. Mueller è stato anche scelto come miglior giocatore giovane dei Mondiali in Sudafrica. Assegnato dal gruppo di studio della Fifa, il premio è riservato ai calciatori nati non prima del 1 gennaio 1989. Mueller compirà 21 anni il 13 settembre prossimo.



E la passione mondiale arrivò fino all'anagrafe. . . (10 luglio) 
L'Uruguay è in pieno delirio 'mundialistà: sulla scia dei successi raggiunti in Sudafrica dalla Nazionale, nel piccolo paese sudamericano c'è stata un'ondata di neonati battezzati con i nomi di alcune delle star della Seleccion 'celestè. «Siamo in piena febbre del calcio, e sono quindi spuntati nomi quali Victoria Celeste, Mia Celeste oppure Mario Abreu», ha commentato il direttore dell'anagrafe, Adolfo Orellano, mentre i media locali sottolineano che anche nonostante la sconfitta di stasera nella finale per il terzo posto con la Germania, la moda dei nomi 'celestè dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni. Abreu, noto anche come 'el locò (il matto), è l'attaccante che ha messo a segno il rigore decisivo - di cucchiaio - dell'Uruguay contro il Ghana agli ottavi di finale. Nonostante quanto si potesse pensare, affermano i media locali, sono invece pochi i bebè battezzati in queste ore Diego, il nome sia del bomber Forlan sia del capitano della squadra, Lugano. Visto il clima di allegria e entusiasmo di questi giorni a Montevideo, Orellano ha fatto sapere che «in nessun modo saranno ammessi nomi che siano ridicoli oppure stravaganti», quali per esempio 'Maria Vuvuzelà.



In patria i media tra delusione ed orgoglio: "Applaudite, e non smettete!" (10 luglio) 
Una traversa che fa male e che rimarrà nella storia. Tutto l'Uruguay si è oggi preso la testa tra le mani, quando all'ultimo istante il bomber Diego Forlan ha fallito per pochi millimetri, colpendo la traversa, quello che per la 'celestè poteva essere il pareggio contro la Germania, aprendo la speranza dei supplementari o dei rigori. L'amaro 'adios' ai Mondiali non ha però demoralizzato gli uruguayani, che escono dal torneo a testa alta e con il quarto posto in tasca: un ottimo risultato per un paese di 3,3 milioni di abitanti dove da sempre il calcio è una sorta di religione, e dove però proprio il 'futbol' aveva regalato negli ultimi tempi solo tante delusioni. «È stata una partita che abbiamo meritato di vincere, ma che si è complicata per un paio di errori di Muslera», ha commentato pochi istanti dopo il fischio finale l'edizione on line del principale quotidiano, El Pais, il quale, anche in un momento non felice, ha fatto grande sfoggio di autoironia: «Il polpo aveva ragione, niente terzo posto», ha rilevato il titolo principale del giornale, riferendosi a quanto previsto da Paul, l'ormai notissimo 'indovinò dell'acquario di Oberhausen. Per Montevideo, il bilancio finale dell'avventura del 'maestrò Tabarez e dei suoi ragazzi in Sudafrica è comunque nettamente positivo. Tutto il Paese attende infatti il rientro, previsto lunedì, della squadra, con in programma numerosi eventi e discorsi che - assicurano gli organizzatori - lasceranno il segno: tante saranno le celebrazioni e le feste. Il Paese è infatti riuscito a recuperare molta autostima, visto che dopo il successone di questi Mondiali, per ricordare un'impresa calcistica gli uruguayani non dovranno più guardare al passato, ma a quanto realizzato in terra sudafricana. Il quarto posto 'viaggià di fatto di pari passo ad un'ondata di ottimismo globale nel Paese, che - così come il suo vicino-rivale di sempre, l'Argentina - ha vissuto anni e anni di crisi economiche e sociali. La sconfitta di qualche giorno fa contro l'Olanda, che ha sbriciolato il sogno di una finale, non ha però evitato che migliaia di persone, non solo a Montevideo, scendessero per strada urlando 'Uruguay, Uruguay'. Per parlare di una 'celestè al livello di quella della squadra del 'maestrò Tabarez c'era finora bisogno di andare indietro con il ricordo al 'maracanazò del 1950, quando la rete di Alcides Giggia mandò al tappeto il Brasile e regalò all'Uruguay il suo secondo 'Mundial', dopo quello inaugurale di 20 anni prima. Quella storica partita rimarrà nella memoria del Paese: che potrà però d'ora in poi incorniciare le reti e la performance dell'Uruguay in Sudafrica. «È quarto posto: applaudite, e non smettete di applaudire», è l'invito che il portale Montevideo. com fa in queste ore a tutti i tifosi 'celestes'.



Il ct Tabarez: "Oggi troppi errori, ma complimenti ai ragazzi" (10 luglio) 
Oscar Tabarez, il ct dell'Uruguay, non ha difficoltà ad ammettere di essere dispiaciuto per la sconfitta ed ha parlato di «troppi errori» da parte dei suoi. «In ogni caso devo fare i complimenti a questi ragazzi - ha poi aggiunto - stasera abbiamo perso ma per come abbiamo giocato avremmo potuto anche vincerla questa partita, non credo che la Germania sia stata migliore di noi». «Il bilancio complessivo è comunque ottimo - ha detto - siamo migliorati in difesa e in attacco, abbiamo fatto vedere che sappiamo giocare la palla, abbiamo dimostrato di poterci misurare con squadre di qualsiasi livello, l'Uruguay è certamente stata una delle sorprese di questo torneo e dobbiamo continuare su strada dopo il lavoro serio che è stato fatto».



Niente medaglia, ma tanto orgoglio per la Celeste (10 luglio) 
La Germania della 'Junge Wildè di Joaquim Loew ha conquistato la medaglia di bronzo a Sudafrica 2010 battendo l'Uruguay per 3-2 in una partita intensa e dalle grandi emozioni di cui anche gli uomini del 'maestrò Oscar Tabarez, tuttavia, sono stati degni protagonisti. Il match si è chiuso al 93' con una traversa piena colpita da un grandissimo Diego Forlan. Una beffa del destino, diranno alcuni; ricordando la rocambolesca qualificazione dei sudamericani contro il Ghana, altri penseranno invece che giustizia è stata fatta. Luis Suarez, autore del clamoroso 'manì che in pratica ha sancito l'eliminazione degli africani, stasera è stato fischiato spesso dal pubblico, forse proprio per quel gesto. L'attaccante dell'Ajax ha però risposto con una prestazione maiuscola, al pari di Forlan e dell'onnipresente Fucile. Con un grande Mueller, che assieme a Forlan è ora salito a un affollato primo posto nella classifica dei marcatori, la Germania ha ritrovato anche gioco ed ha offerto il solito mix di freschezza e velocità che invece non aveva mostrato contro la Spagna. La finalina di consolazione è ospitata al Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth in una serata piuttosto fredda e piovosa. Tra i tedeschi non c'è Klose, tra i pali spazio a Butt. Il rientrante Mueller è sulla tre quarti con Oezil, stasera un pò in ombra, e Jansen. Dopo la squalifica, gli uruguagi ritrovano Suarez come riferimento offensivo. La partenza è dei tedeschi e proprio Mueller al 3' mette in rete a gioco già fermo. Il giovane trequartista si rifà un quarto d'ora più tardi, quando riprende una respinta di Muslera si tiro dalla distanza di Schweinsteiger e insacca per l'1-0. L'Uruguay non ci sta e comincia a macinare gioco: è preciso e rapido e la Germania soffre. Al 28' Suarez pesca Cavani in area e l'attaccante del Palermo non perdona. Ed è l'1-1. Il gioco prosegue a fasi alterne e Sanchez al 42' si divora un gol fatto. Ci pensa Forlan a portare in vantaggio l'Uruguay con un autentico capolavoro al 6' della ripresa: un destro al volo schiacciato su cui Butt non può niente. Se il portiere tedesco è incolpevole, non altrettanto si può dire di Muslera: l'estremo difensore della Lazio all'11' sbaglia il tempo dell'uscita su Jansen e per l'esterno dei 'Panzer' è un gioco da ragazzi mettere dentro e pareggiare. I ritmi si abbassano e gli spazi tra i reparti si allungano. Sulla gara comincia a incombere lo spettro dei supplementari, ma ci pensa Khedira al 37' ad allontanarlo, mettendo in rete con un perfetto colpo di testa sotto l'incrocio dei pali. C'è quella traversa di Forlan al 3' minuto di recupero a regalare l'ultima emozione, ma poi arriva il fischio dell'arbitro messicano Archundia. Germania terza, con la certezza per Loew di avere gettato le basi per un grande futuro. Uruguay solo quarto, ma squadra convincente e di qualità.

Questo il tabellino completo del match:

Uruguay (4-3-3): Muslera; Fucile, Lugano, Godin, Caceres; Pereira, Perez (32' st Gargano), Arevalo; Cavani (40' st Abreu), Suarez, Forlan. (12 Castillo, 23 Silva, 6 Victorino, 8 Eguren, 14 Lodeiro, 16 Pereira, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez). All. : Tabarez.

Germania (4-2-3-1): Butt; Boateng, Mertesacker, Friedrich, Aogo; Schweinsteiger, Khedira; Mueller, Oezil (46' st Tasci), Jansen (37' st Kroos); Cacau (27' st Kiessling). (1 Neuer, 12 Wiese, 10 Podolski, 11 Klose, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 21 Marin, 23 Gomez). All. : Loew.

Arbitro: Archundia (Messico).

Marcatori: pt al 18' Mueller, 28' Cavani; st, al 6' Forlan, 11' Jansen, 37' Khedira.  

Ammoniti: Aogo, Friedrich, Perez per gioco falloso; Cacau per fallo di mano.

Angoli: 12-6 per la Germania. Recupero: 1' e 3'.  Spettatori: 36. 254.



Finale per terzo e quarto posto con la Germania: arbitra il messicano Benito Archundia (8 luglio)
Designato l'arbitro di Uruguay-Germania, finale per il terzo e quarto posto che si giocherà sabato alle 20. 30 a Port Elizabeth: sarà il messicano Benito Archundia, coadiuvato dagli assistenti Hector Vergara (Canada) e Marvin Torrentera (Messico). Il quarto uomo sarà un altro messicano, Marco Rodriguez.



"Finalina" con la Germania, come a Messico '70 (7 luglio) 
Quarant'anni dopo, ai Mondiali di calcio si ripresenta una 'finalina' tra Germania e Uruguay. A Messico 1970, infatti, furono queste due squadre (anche se la Germania allora era ancora Ovest) a giocare la finale per il 3/o posto. Se l'aggiudicarono i tedeschi per 1-0, con gol di Overath. La partita fu arbitrata dall'italiano Sbardella. L'Uruguay vi era arrivato perdendo in semifinale contro il Brasile per 3-1; la Germania Ovest con la 'storicà sconfitta per 4-3 dall'Italia (gol decisivo di Rivera nel secondo tempo supplementare). La finalissima tra Italia e Brasile, come noto, fu poi vinta per 4-1 dalla Selecao, che si aggiudicò il suo terzo titolo mondiale.



Tabarez: "Gol di Sneijder da annullare, ma onore all'Olanda" (6 luglio) 
Senza accenti polemici, Oscar Tabarez lo dice chiaramente nella conferenza stampa dopo Uruguay-Olanda: «Il secondo gol, quello di Sneijder, mi è sembrato in fuorigioco». Per il resto, onore ai vincitori ma anche ai vinti. «Quella di stasera è stata senza dubbio una partita degna di una semifinale mondiale - ha affermato il tecnico uruguayano - i nostri avversari nel complesso sono stati più bravi di noi, ma per parte nostra usciamo a testa alta da questa competizione». «Naturalmente non volevamo perdere e abbiamo fatto di tutto per non perdere, ma in questo Mondiale posso dire che siamo andati molto lontano - ha detto ancora Tabarez - in ogni caso non è questo il momento di piangere e di trovare scuse».



Grande Uruguay fino all'ultimo, ma un gol irregolare di Sneijder porta l'Olanda in finale (6 luglio) 
Il sogno Celeste è durato 70 minuti, fino a quando Sneijder non ha spinto l'acceleratore, l'Olanda per cinque minuti, a metà ripresa, ha cambiato ritmo e ha riconquistato il Capo di Buona Speranza. Facendo valere la legge della sua indiscutibile superiorità tecnica ha trovato i due gol che hanno piegato l'Uruguay, chiuso la partita e spedito gli orange verso Johannesburg dove domenica cercheranno di vincere la loro prima Coppa del Mondo. Comunque vada il trofeo resterà in Europa. Quando l'Olanda è in vena, starle dietro è quasi impossibile. Se Sneijder, Robben, Van Persie e Kuyt decidono di palleggiare alla velocità che dicono loro il gol può arrivare ad ogni azione. Il problema principale, però, sono i black out: se giocare per novanta minuti ai ritmi dei momenti di trance sarebbe umanamente impossibile, l'Olanda rischia di pagare le sue distrazioni e il suo eccesso di sufficienza. Il merito di Van Marwijk è quello di aver costruito una rete tattica che, almeno fin qui, ha funzionato abbastanza. Quando i funamboli là davanti pensano più a cullarsi della loro indiscutibile bravura che pensare all'efficienza del sistema, ciò che sta dietro non naufraga. Molto merito anche di Van Bommel che per lunghi momenti della partita deve correre e picchiare per tutti. L'Olanda va così in finale con merito, ma può rimproverarsi di non saper evitare brividi come quelli nei minuti di recupero, quando tutti pensavano già alla finale, meno Gargano e Pereira che hanno confezionato il gol del 3-2 e posto le premesse per un assedio finale che, buon per l'Olanda, aveva pochissimi minuti per cercare di concretizzarsi. L'Uruguay abbandona il sogno della 'quinta stellà (loro infatti oltre ai due mondiali vinti contano anche le due olimpiadi vinte negli Anni Venti) ma esce dalla corsa senza rimproverarsi niente, con l'orgoglio di chi ci ha provato e si è arreso ad una squadra più forte. Con tutta quell'abbondanza di attaccanti, sbloccare il risultato è toccato a un difensore, Van Bronckhorst, che indovinato un sinistro imprendibile: nei secondi precedenti l'azione andava però fermata per un fallo di Van Bommel non visto da Irmatov. L'Olanda ha a quel punto cominciato a giochicchiare e Diego Forlan l'ha punita con uno straordinario gesto tecnico: ha preso palla spalle alla porta e si è costruito poi un tiro che è valso il pareggio. A Sneijder, sempre più candidato al Pallone d'oro, c'è però voluta una metà ripresa in cui l'Olanda ha rischiato un paio di volte di prendere un'infilata, prima con un tiro di Pereira respinto da Van Bronckhorst con il portiere battuto, poi con una punizione di Forlan. Poi però ha dispiegato il suo talento, impreziosito dall'innesto di Van der Vaart in mediana al posto dell'incontrista De Zeeuw: prima Muslera ha messo una pezza sulla conclusione di Van der Vaart, poi niente ha potuto sulla conclusione di Sneijder, propiziata dal velo di Van Persie in sospetto fuorigioco, nè sull'inzuccata di Robben su cross del sempre affidabilissimo Kuyt. A quel punto avrebbe potuto affondare il colpo, ma la tentazione di darsi all'accademia ha fatto perdere cinismo: l'Uruguay ha così avuto la possibilità di tentare il clamoroso sgambetto. Se Johannesburg domenica sera sarà come Città del Capo, l'Olanda potrà godere del fattore campo: il Green point era infatti un enorme macchia arancione con qualche chiazza celeste. Ma per riuscire nell'impresa dove nemmeno Cruijff e i grandi padri del calcio totale non sono riusciti, sprazzi di purissimo talento potrebbero non bastare se intervallati da momenti di scarsa voglia di correre e colpire.

Questo il tabellino completo della gara:

Uruguay (4-4-2): Muslera, M. Pereira, Godin, Victorino, Caceres, Perez, Gargano, Arevalo, A. Pereira (33' st Abreu), Cavani, Forlan (39' st S. Fernandez). (12 Castillo, 23 Silva, 2 Lugano, 19 Scotti, 8 Eguren, 18 Gonzalez, 20 A. Fernandez). All. : Tabarez.

Olanda (4-2-3-1): Stekelenburg, Bohlharouz, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst, Van Bommel, De Zeeuw (1' st Van der Vaart), Robben (44' st Elia), Sneijder, Kuyt, Van Persie. (16 Vorm, 22 Boschker, 13 Oijer, 15 Braafheid, 18 Schaars, 20 Afellay, 19 Babel, 21 Huntelaar). All. : Van Marwijk.

Arbitro: Irmatov (Uzbekistan).

Marcatori: nel pt 18' Van Bronckhorst, 41' Forlan; nel st 25' Sneijder, 28' st Robben, 46' M. Pereira.

Ammoniti: M. Pereira, Caceres e Boulharouz per gioco scorretto; Sneijder per comportamento non regolamentare; Van Bommel per proteste.

Angoli: 5-4 per l'Olanda. Recupero: 2' e 3'. Spettatori: 62. 479.



Uruguay-Olanda, probabili formazioni (5 luglio) 
Queste le probabili formazioni di Uruguay-Olanda, semifinale del campionato del mondo, in programma domani sera (20. 30) a Città del Capo:

URUGUAY (4-3-3) 1 Muslera, 2 Lugano, 6 Victorino, 3 Godin, 22 Caceres, 16 M. Pereira, 15 Perez, 17 Arevalo, 7 Cavani 10 Forlan, 13 Abreu. (12 Castillo, 23 Silva, 8 Eguren, 11 A. Pereira, 20 A. Fernandez, 14 Lodeiro, 5 Gargano, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 21 S. Fernandez). All. : Tabarez.

OLANDA (4-2-3-1): 1 Stekelenburg, 12 Boulahrouz, 3 Heitinga, 4 Mathijsen, 5 Van Bronckhorst, 6 Van Bommel, 14 de Zeeuw, 7 Kuyt, 10 Sneijder, 11 Robben, 9 Van Persie (16 Vorm, 22 Boschker, 13 Ooijer, 15 Braafheid, 18 Schaars, 20 Afellay, 19 Babel, 17 Elia 21 Huntelaar, 23 Van der Vaart). All. : Van Marwijk.

Arbitro: Irmatov (Uzbekistan).



Lugano: "Giocherò solo se al 100%, sarà una battaglia" (4 luglio) 
Rischia di essere un Uruguay condizionato dalle assenze quello che martedì a Città del Capo giocherà la semifinale mondiale contro l'Olanda. Ai forfait obbligati di Fucile e Suarez (squalifica) e Lodeiro (infortunio, per lui il Mondiale è già finito), rischia di aggiungersi un altro vuoto pesante, quello del capitano Lugano. Il difensore inseguito a lungo dal presidente Lotito per la Lazio è uscito con un ginocchio malconcio dalla sfida contro il Ghana e sta lavorando a parte, con la prospettiva, confermatagli dai medici dello staff della Celeste, di non farcela. Saranno decisive le prossime ore. «Se non sono al 100% non gioco - ha detto oggi il difensore dell'Uruguay -. Oggi ho corso e poi ho fatto pesi in palestra cercando di caricare proprio sul ginocchio che mi sta dando problemi. Queste prove sono andate bene, ma il calcio è un'altra cosa e quindi devo ancora vedere. È una situazione complicata, ma io devo affrontarla con tranquillità anche se si tratta di una semifinale mondiale». Ma non è che questo Mondiale stia portando male all'Uruguay, è stato chiesto a Lugano, visto che si sono infortunati anche Lodeiro e Godin (recuperabile)? «Mi sembra una stupidaggine - è stata la risposta -. In ogni caso, qui ci sono tanti buoni giocatori e chiunque scenderà in campo farà bene». Ma che partita sarà contro l'Olanda? «Una delle più importanti della nostra storia - ha sottolineato Lugano - ed una cosa che prima del Mondiale era difficile immaginarsi. Però ora ci siamo, e dobbiamo dimostrare la nostra qualità. Ci aspetta una battaglia».



Contro l'Olanda spazio ad Abreu, Tabarez: "Pazzo? No, è classe" (4 luglio) 
Un 'loco'? Io questa la chiamo classe. Vorrei vedere quanti di quelli che lo criticano avrebbero avuto il coraggio di fare lo stesso». Nelle parole di Oscar Washington Tabarez, ct che ha riportato l'Uruguay nell'aristocrazia mondiale, c'è tutta la stima e l'ammirazione per Sebastian Abreu, detto appunto 'El Loco', 33 enne attaccante giramondo che con il suo cucchiaio su rigore, calciato con il sinistro, ha regalato al suo paese una storica semifinale, 40 anni dopo quella di Messico '70 persa con il Brasile di Pelè, Tostao e Rivelino. Nel ritiro della Celeste è il giorno del 'Loco' Abreu, perchè martedì contro l'Olanda Tabarez potrebbe lanciarlo dal primo minuto, complici la squalifica di Suarez l'assenza per infortunio di Lodeiro. Per una volta quindi, e anche se si tratta di rinunce forzate, via i giovani e dentro un 'anziano' che dall'alto dei suoi 193 centimetri contro la difesa arancione potrebbe far comodo, per non parlare della sfrontatezza che dimostra anche quando è il suo turno di parlare. «Tirare in quel modo un rigore è una pazzia? - dice Abreu -. Non ho sentito dire la stessa cosa quando lo ha fatto Zidane nella finale mondiale di quattro anni fa contro l'Italia. Siccome per• l'ho fatto io, che sono 'el Locò, viene definita una follia. Ma non ci faccio caso, quest'anno l'ho fatto anche nella finale del campionato carioca contro il Flamengo (Abreu gioca nel Botafogo, ndr) e abbiamo vinto noi. L'importante è che il pallone entri». Sarebbero d'accordo con Abreu anche Panenka, che allo stesso modo calciò dal dischetto in Cecoslovacchia-Germania finale degli Europei del 1976, ed un altro campione, Francesco Totti, che in quell'anno è nato (come Abreu) e che il cucchiaio su rigore lo ha fatto nell'Europeo del 2000, contro l'Olanda. Ora, dieci anni dopo, contro l'Olanda potrebbe giocarci Abreu. «Per me va bene tutto e qualsiasi ruolo - dice -, compreso quello di uno che va in panchina. Se Tabarez mi farà entrare cercherò come sempre di recitare la mia parte. Mi sento pronto, ma la mia priorità non è segnare o battere un altro rigore come quello contro il Ghana: conta solo che l'Uruguay vinca, perchè prima che tutto questo cominciasse un posto fra le prime era solo un sogno, ed ora sta diventando realtà». Che secondo 'El Locò è ancora più bella del previsto «perch‚ se fossimo a livello economico e politico un paese come l'Uruguay non potrebbe mai competere con Spagna, Olanda o Germania. Ma il bello del calcio è che rende tutti uguali». Nessuno, nemmeno lui stesso, ricorda da quando lo chiamano 'il Pazzo', «e ormai ho smesso di pensarci». In famiglia che era un tipo particolare lo capirono ben presto, da quando a cinque anni prese la pistola di suo padre poliziotto e la portò, giocandoci, fino a casa della nonna. Crescendo gli venne voglia di fare sport, calcio e pallacanestro, ma anche di scriverne e per questo giocava e, sotto pseudonimo, scriveva articoli su se stesso per un giornale locale, 'El Serrano de Lavallejà, definendosi «una grande promessa». Accadeva anche che intervistatore ed intervistato fossero la stessa persona. Con il basket Abreu arrivò fino alla nazionale under 16, ma ne venne cacciato per una nottata in discoteca invece che in ritiro e da allora fu solo calcio, con ottimi risultati, visto che appena un anno dopo faceva già parte della Celeste under 17. Da quel momento è cominciata una carriera che dura fino ad oggi, un giro del mondo dall'Uruguay del Defensor Sporting, suo primo club da professionista, al Brasile ed al Botafogo (ma ha militato anche nel Gremio). Passando per Argentina, Spagna, di nuovo Argentina ed Uruguay («per giocare nel Nacional, e realizzare il mio sogno da bambino»), Messico, Israele, ancora Spagna (Paesi Baschi, con la Real Sociedad in serie B) e Grecia fino al Sudafrica, ma solo per il tempo d'un Mondiale da ricordare. Il momento più brutto di questo tragitto è stato quando giocava in Messico nel Cruz Azul, «e persi un amico in un incidente stradale. Mi risvegliai e non ricordavo niente, da quel momento ho affrontato la vita con spirito diverso, mi sono fatto un tatuaggio di tipo religioso, e ho capito quali siano le tragedie vere: non certo quando ti fai male in campo». Il calcio è solo uno sport anche quando stai per giocarti un posto nella finale mondiale. È tutto relativo, per questo 'el Loco' fa il cucchiaio col sinistro e quando va in area a colpire di testa grida che «arriva lo tsunami delle aree». L'ha fatto in Brasile, e in quel momento «anche gli avversari se la sono fatta sotto dalle risate».



Fuori Paraguay e le big Brasile e Argentina: Uruguay unica sudamericana rimasta (3 luglio) 
Le ultime 24 ore sono state fatali per le squadre sudamericane presenti ai Mondiali: dopo la sconfitta ieri del Brasile, oggi sono uscite anche l'Argentina e il Paraguay. A rappresentare il 'cono sud' dell' America Latina in Sudafrica è rimasto pertanto solo l'Uruguay, il paese più piccolo di tutti, anche se con una grande tradizione calcistica. A sorprendere è stata soprattutto la caduta delle due 'potenzè sudamericane, sia sul piano calcistico, sia su quello economico, e cioè la Selecao brasiliana e la Seleccion argentina: la prima è stata battuta ieri dall'Olanda 2-1, la seconda torna a casa dopo la goleada di oggi (4-0) subita ad opera della Germania. Qualche ora dopo la debacle argentina, a dover dire 'adios' al Sudafrica è stato il Paraguay, battuto 1-0 dalla Spagna, dopo una gara molto combattuta. Si è quindi infranto il sogno del quale aveva parlato il presidente brasiliano Lula, che si era detto felice di poter assistere ad un 'mundial' dal sapore nettamente sudamericano, visto appunto la presenza di Argentina, Brasile Paraguay e Uruguay negli ottavi. Ma ora, è rimasta in corsa solo quest'ultima Nazionale, la 'celestè: un'altra lezione, affermano tanti tifosi a Montevideo, impartita dall'allenatore della squadra, il 'maestrò Oscar Tabarez. E poco importa se l'Uruguay si è qualificato solo all'ultimo momento, e cioè con la serie dei rigori, grazie all'ultimo messo a segno dal 'Loco' Sebastian Abreu.



Solo una giornata di squalifica per Suarez, ci sarà in una delle due finali (3 luglio) La Commissione disciplinare della Fifa ha inflitto una giornata di squalifica all'attaccante dell'Uruguay Luis Suarez, espulso ieri sera nella partita contro il Ghana per il clamoroso 'mani' con cui, all'ultimo minuto dei tempi supplementari, ha evitato un gol che avrebbe condannato i sudamericani all'eliminazione. Il fallo di mano di Suarez è stato definito anti-sportivo da diversi commentatori e alcuni avevano auspicato che la Fifa prendesse provvedimenti molto più severi. Il giovane attaccante in forza all'Ajax, invece, dovrà saltare la semifinale di martedi contro l'Olanda ma avrà la possibilità di disputare una delle due finali.



Frattura al piede destro, per Lodeiro Mondiale finito (3 luglio) 
Il centrocampista dell'Uruguay Nicolas Lodeiro ha riportato una frattura al piede destro e i Mondiali per lui si chiudono in anticipo. Secondo quanto hanno reso noto i responsabili della squadra, ci sono anche altri problemi in vista della semifinale di marted contro l'Olanda. Il capitato Diego Lugano deve essere sottoposto a accertamenti per problemi ai legamenti del ginocchio destro. Il difensore Diego Godin, invece, ha ripreso ad allenarsi.



Suarez: "Ora la 'Mano di Dio' è mia" (3 luglio) 
Luis Suarez, l'attaccante uruguayano che ha impedito ieri sera al Ghana di segnare all'ultimo minuto dei tempi supplementari fermando con la mano il pallone sulla linea di porta, ha invocato, per spiegare il suo gesto, la «mano di Dio». «Sono un 'golerazò (grande portiere, ndr), non avevo altra scelta, e la 'mano di Diò sono io ora ad averla», ha detto Suarez, parafrasando Diego Maradona dopo il gol segnato di mano all'Inghilterra ai Mondiali del 1986. «L'ho fatto perchè i miei compagni vincessero ai calci di rigore», ha scherzato l'uruguayano. «Quando ho visto che il tiro (di Gyan sul penalty) andava alto, è stata una grandissima gioia», ha aggiunto. Suarez ha fermato con la mano un tiro di Adiyiah che avrebbe dato al Ghana la qualificazione alle semifinali (le squadre erano sull'1-1). Gyan ha tirato sulla traversa e la palla è poi schizzata verso l'alto. Si è andati così ai rigori e l' Uruguay ha vinto per 4-2. eliminando dai Mondiali l'ultima squadra africana.



Montevideo impazzita (2 luglio) 
Centoventi minuti di sofferenza, i brividi dei dodici passi, il 'cucchiaio' con il quale Sebastian 'Loco' Abreu fa il rigore decisivo contro il Ghana, e Montevideo impazzisce: per la prima volta negli ultimi quarant'anni la 'celestè è in semifinale, risultato che la capitale ha accolto con una 'fiestà indimenticabile. Nella città, e in tutto il paese sudamericano, migliaia di tifosi hanno ripetuto quanto detto subito dopo il fischio finale dal 'Locò (pazzo) Abreu: «siamo nella storia, siamo fra le quattro squadre più forti». Dopo tanta sofferenza - soprattutto ai supplementari, quando la 'celestè non ce la faceva più, e dominava il Ghana - gli uruguayani hanno finalmente celebrato quello che, qualsiasi sia l'esito finale, è già un 'mundial' da sogno, in una nazione che non ha mai smesso di amare il 'futbol': neanche in questi lunghi anni di delusione. Trascinati dal successo della squadra di Oscar 'maestrò Tabarez, tra i 3,3 milioni di abitanti del Paese sono stati pochi quelli a non uscire per strada a fare festa. Con la vittoria di oggi, l'Uruguay guarda insomma al futuro ed ha mandato in cantina la nostalgia per i successi e le vecchie glorie del passato. La Seleccion di Montevideo, del resto, ha conquistato i titoli del 1930 e del 1950, ed erano 40 anni che non otteneva risultati quali quelli raggiunti dal 'maestrò Tabarez in terra sudafricana. Non è un caso che i media abbiano definito quello di oggi come 'La partita dei quattro decennì. Sulle 'ramblas', il lungomare di Montevideo, per le strade e nelle piazze, in migliaia sono usciti a festeggiare. Proprio in vista della partita, iniziata alle 15,30 (ora locale), le autorità hanno installato mega-schermo nella centrica Plaza Independencia, nell'ambito di un'iniziativa chiamata 'Todos a la plazà, con cantanti e diversi spettacoli. A seguire la partita a Independencia, c'era anche lo scrittore Eduardo Galeano, mentre i titoli dei media davano sfogo a un'allegria infinita: 'Pazzia totalè, ha per esempio commentato il quotidiano Observa, sulla scia del 'penal' segnato dal 'pazzò Abreu, mentre il quotidiano El Pais ha parlato di un 'Miracolo 'celeste«.



Il "maestro" Tabarez: "Uruguay Loco" (2 luglio)
Il pianto del bomber del Ghana Asamoah Gyan continua inconsolabile anche negli spogliatoi. Il 25enne ex dell'Udinese aveva sui piedi l'occasione per entrare nella storia, regalando al Ghana, ed a tutta l'Africa, la prima semifinale mondiale della sua storia. Ma l'ha fallita, proprio all'ultimo secondo di gioco dei tempi supplementari, e anche adesso che la partita è finita continua a piangere. Proprio non riesce a smettere, al punto che i suoi compagni, più che pensare alla chance sprecata da tutta la squadra, devono cercare in tutti i modi consolarlo, mentre dall'altra parte gli uruguayani urlano di gioia e abbracciano il loro 'Locò Abreu, il pazzo di Montevideo rimasto tale anche a Rio de Janeiro, e che a 33 anni si è preso una grandissima soddisfazione, dopo una lunga carriera che l'ha portato a girovagare, partendo dal Defensor Sporting, dall'Argentina al Brasile, dal Messico ad Israele, passando per la Spagna e la Grecia. Così, aspettando l'Argentina, per ora in semifinale ci va l'altro Diego, quel Forlan trascinatore dell'Uruguay. «Quando ho battuto il primo rigore - dice l'attaccante eletto 'man of the match' - ho cercato di non pensarci troppo, per un attimo mi sono chiesto dovrei avrei tirato, poi l'ho fatto e basta. Abbiamo sofferto, lo ammetto, ma adesso siamo fra le prime quattro del mondo ed è una gioia troppo grande per me stesso e per tutto il mio paese». Visibilmente emozionato è il ct della Celeste Oscar Washington Tabarez. «Sì, è vero - ammette - sono proprio emozionato, e mi riesce difficile parlare. Non abbiamo giocato bene come altre volte, però siamo in semifinale e adesso il sogno è quello di tornare in questo bellissimo stadio. Ma all'Olanda voglio pensare da domani, adesso mi godo questo momento. Comunque anche a Città del Capo scenderemo in campo per vincere, anche se non avremo Fucile e Suarez che verranno squalificati». «Sono orgoglioso dei miei giocatori - aggiunge Tabarez -: tutto l'Uruguay deve essere fiero di ciò che hanno fatto. Il rigore del 'Locò? È stato proprio un Uruguay. . . da pazzi». Il ct del Ghana Milovan Rajevac cerca di fare buon viso a cattiva sorte: «è stato tutto così veloce - dice -. Dopo il rigore fallito al 120' da Gyan, per l'Uruguay il vantaggio psicologico c'era, ma questo è il calcio. Il Ghana ha comunque disputato un ottimo Mondiale, certo in questo momento i miei non riescono proprio a darsi pace. Non cerco scuse, ma eravamo privi di Andre Ayew e Jonathan Mensah (squalificati n. d. r. ) e sul campo la loro assenza si è sentita».



Semifinale contro l'Olanda (2 luglio) 
L'Uruguay dopo 40 anni è in semifinale ai Mondiali di calcio in Sudafrica. La squadra di Tabarez affronterà l'Olanda il 6 luglio a Città del Capo.



Partita al cardiopalma: e il cucchiaio del "Loco" porta l'Uruguay in semifinale dopo 40 anni! (2 luglio) 
Soltanto uno come "El Loco" Abreu poteva zittire in quel modo tutte le vuvuzelas. Soccer City non è il Maracanà, questo è solo un quarto di finale e non la sfida decisiva dei Mondiali del '50, ma quel cucchiaio beffardo con il sinistro resterà fra le immagini di Sudafrica 2010. Uruguay-Ghana è finita ai rigori, e Abreu ha segnando quello decisivo facendo come Totti nell'Europeo di dieci anni fa, quella volta in semifinale e contro i padroni di casa dell'Olanda. Improvvisamente sul mega-stadio a metà strada fra Johannesburg e Soweto è sceso il gelo. Niente prima storica semifinale per una squadra dell'Africa, a sfidare l'Olanda va la Celeste, di nuovo fra le prime quattro 40 anni dopo Messico 1970. Piangono i calciatori del Ghana e la gente sugli spalti, quei tanti sudafricani che avevano adottato i cugini ribattenzandoli 'Baghana Baghanà. Il rumore fino a quel momento assordante delle trombe di platica è improvvisamente cessato e il Soccer City subito si è svuotato. Sulle facce di tanti una tristezza palpabile, mai come questa volta una singola nazionale ha rappresentato tutto un continente, e per incitarla, anche se solo tramite messaggio, si era scomodato perfino Nelson Mandela. Ma l'appuntamento con la storia è rimandato, mentre forse quello con 'Madibà per le Stelle Nere ci sarà lo stesso: una decisione è attesa entro domani. Va detto comunque che il Ghana ha fatto harakiri, perchè prima di andare sul dischetto per la 'lotterià finale Asamoah Gyan, ancora lui, l'uomo che nei supplementari aveva deciso la sfida degli ottavi contro gli Usa, aveva avuto la più colossale delle occasioni, ovvero un penalty concesso dall'arbitro per il fallo di mano sulla linea con cui Suarez aveva respinto al conclusione a botta sicura, proprio al 120', di Prince Boateng. Asamoah Gyan, l'ex di Udinese e Modena, aveva calciato a botta sicura, limitandosi però a spizzare la traversa e questo è stato forse il segno del destino che la serata non sarebbe finita bene per il Ghana. Per esorcizzare i propri fantasmi interiori lo steso Gyan ha poi subito tirato il primo rigore della sua squadra e lo ha realizzato alla grande, ma non è bastato, a causa degli errori di Mensah e del carneade milanista Adiyiah, e per questo il suo pianto a dirotto alla fine è ampiamente giustificato. Niente Africa in semifinale, il Ghana fa la fine di Camerun e Senegal di Mondiali passati, e lo sberleffo ad un intero continente è quello del 'Loco' Abreu, da sempre un tipo particolare, campione dello stato di Rio de Janeiro quest'anno con il Botafogo, un gol e una boccaccia anche quella volta, però nei confronti degli arcirivali del Flamengo. A parte tutto questo, la partita regolamentare era stata giocata meglio dall'Uruguay che dal Ghana, venuto avanti solo a fiammate, mentre la Celeste ha potuto contare sulle giocate dei soliti Forlan e Suarez. Il Ghana era passato in vantaggio nel recupero del primo tempo con un siluro di sinistro dell'interista Muntari, l'Uruguay aveva pareggiato dopo 10' della ripresa con un'altra pennellata d'autore, il destro di Forlan su punizione dal limite. Poi avanti fino ai rigori, ed ecco lo schizzo dell'artista più creativo, e non poteva essere altri che un 'Loco', che ora sogna di ripetersi in finale, Olanda permettendo.

Questo il tabellino completo del match:

Uruguay (4-3-3): Muslera; M. Pereira, Lugano (38' pt Scotti), Victorino, Fucile; A. Fernandez (1' st Lodeiro), Perez, Arevalo; Forlan, Suarez, Cavani (31' st Abreu). (3 Godin, 5 Gargano, 8 Eguren, 11 A. Pereira, 12 Castillo, 18 Gonzalez, 21 S. Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All. : Tabarez.

Ghana (4-5-1): Kingson; Pantsil, Vorsah, Mensah, Sarpei; Inkoom (29' st Appiah), Asamoah, Annan, Prince Boateng, Muntari (42' st Adiyiah); Asamoah Gyan. (1 Agyei, 9 Derek Boateng, 12 Tagoe, 13 Amoah, 16 Ahorlu, 17 I. Ayew, 19 Lee Addy, 20 Owusu-Abeyie). All. : Rajevac.

Arbitro: Benquerenca (Portogallo).

Marcatori: nel pt 47' Muntari; nel st 10' Forlan.

Sequenza rigori: Forlan (gol), Asamoah Gyan (gol), Victorino (gol), Appiah (gol), Scotti (gol), Mensah (parato), M. Pereira (alto), Adiyiah (parato), Abreu (gol).

Ammoniti: Fucile, Arevalo, Perez, Sarpei, Mensah e Pantsil per gioco scorretto.

Espulso: Suarez al 15' sts per fallo di mano sulla linea di porta.

Angoli: 12-8 per l'Uruguay. Recupero: 2' e 3'; 1' e 0'. Spettatori: 84. 017.

Note: al 15' del 2/o tempo supplementare Asamoah Gyan ha sbagliato un calcio di rigore concesso per un fallo di mano di Suarez.



Problemi di salute, i medici vietano al presidente Mujica il viaggio in Sudafrica: niente quarti (30 giugno) 
Il presidente dell'Uruguay Jose Mujica non potrà recarsi in Sudafrica per assistere alla partita della nazionale del suo paese contro il Ghana, valida per i quarti di finale dei Mondiali. E non potrà assistere neppure ad una eventuale semifinale o finale perchè i medici hanno deciso di non dare il loro consenso. La notizia è stata data dalla senatrice Lucia Topolansky, la quale è anche la moglie del presidente. «Per recarsi in Sudafrica dovrebbe farsi dei vaccini e prendere non so quanti altri medicinali e questo non è consigliabile per Josè che ha avuto una malattia che intacca la sua autoimmunita», ha detto Topolansky che, con fare scherzoso, ha aggiunto che oltre al veto dei medici «non ha neppure il mio permesso e questo è fondamentale». Mujica, ex guerrigliero tupamaro, come la moglie, ha 75 anni ed è stato in prigione durante la dittatura uruguayana dal 1973 al 1985. Lucia Topolansky ha informato che il marito vedrà la partita contro il Ghana in un luogo ancora imprecisato perchè dipenderà dai suoi impegni di governo. Ha aggiunto che la coppia presidenziale è molto felice che, dopo 40 anni, l'Uruguay sia riuscito a qualificarsi per i quarti di finale «Ora speriamo che i semifinalisti siano i quattro paesi del Mercosul, Uruguay, Brasile, Argentina e Paraguay», ha aggiunto.



Quarti di finale: c'è il Ghana (26 giugno)
L'Uruguay, dopo aver eliminato la Corea del Sud, affronterà nei quarti il Ghana, che negli ottavi ha avuto ragione, dopo i supplementari, degli Stati Uniti. La gara sarà disputata il 2 luglio a Johannesburg.



Tabarez: "Che fatica, ma speriamo di aver reso felice la nostra gente" (26 giugno) 
La Corea del Sud ha dato filo da torcere all'Uruguay e il ct sottolinea i meriti degli avversari. «È una grande vittoria, ma è stata molto difficile, ci è costata molto - ha detto dopo il successo nel match degli ottavi del Mondiale Oscar Washington Tabarez -. Quanto è migliorata la Corea, forse è la squadra più forte dell'Asia. Ho parlato con il mio capitano (Diego Lugano, ndr), mi ha detto 'ci hanno davvero fatto stancare'». «Abbiamo preso il gol del pareggio quando forse già pensavamo di aver vinto - ha aggiunto -, ma non ci siamo persi d'animo». «Siamo un Paese molto piccolo, speriamo di aver dato un pò di felicità alla nostra gente - ha detto ancora Tabarez -. Ora pensiamo a prepararci per il prossimo incontro: vedremo chi sarà la nostra rivale tra Stati Uniti e Ghana».



Suarez: "Sul secondo gol non potevo crederci" (26 giugno) 
Una doppietta per portare l'Uruguay ai quarti di finale del Mondiale dopo 40 anni, con il secondo gol da ricordare: dribbling in area e destro a giro sul palo lontano. Un gol alla Del Piero per Luis Suarez, che dopo la vittoria sulla Corea del Sud dice: «Non potevo crederci, non mi rendevo conto che la palla era entrata. Ora voglio solo gioire. Immaginate cosa sta succedendo in Uruguay. Dedico i gol alla mia famiglia e alla mia gente».



Uno straordinario Suarez porta l'Uruguay ai quarti (26 giugno) 
È l'Uruguay del Maestro Tabarez la prima delle magnifiche otto del Mondiale. Quaranta anni dopo Messico '70 e i tempi di Pedro Rocha e del portiere Mazurkiewicz, approda ai quarti di finale battendo la Corea del Sud al termine di una partita molto intensa, giocata per gran parte sotto la pioggia nel nuovo stadio di Port Elizabeth che rischia di rimanere inutilizzato dopo il torneo iridato (la locale squadra di calcio è fallita). I coreani escono a testa alta, sconfitti dalle prodezze di Luis Suarez, attaccante dell'Ajax che quest'anno ha vinto la Scarpa d'Oro e vuole replicare in Sudafrica quanto di buono ha fatto nel campionato olandese. La sua quotazione era già alta prima del Mondiale, adesso è probabile che la squadra di Amsterdam, se davvero lo cederà, lo faccia a peso d'oro. È lui la stella di una Celeste non solo grinta, ma anche giocate di classe che continuando così può arrivare lontano. Per questo approdo nei quarti deve ringraziare anche il suo capitano Lugano che a tre minuti dalla fine è riuscito a spazzare via un pallone che stava entrando in porta ma che, per sua fortuna, è stato rallentato dal terreno "impantanato" dandogli quindi il tempo d'intervenire. A calciare, praticamente a botta sicura, era stato il n. 10 Park Chu che aveva fatto passare il pallone sotto il corpo di Muslera. I primi due gol della partita erano nati da altrettante incertezze dei portieri. Grave l'errore di quello sudcoreano Sung Ryong, che aveva sbagliato completamente l'uscita sul cross dalla sinistra di Forlan, anche oggi uno dei migliori dei suoi, permettendo all'incustodito Suarez di mettere in rete. Erano passati appena otto minuti dall'inizio, e la partita sembrava mettersi subito bene per gli uruguayani. Invece i sudcoreani spinti dai 'Fab Four (in patria li chiamano così) Park Ji, Park Chu, Sung Yung e Chung Yong cominciavano a macinare gioco mettendo sotto pressione gli avversari. Il problema è che però continuavano a manifestare incapacità quasi cronica nel concretizzare. Così sprecavano molti palloni lanciandoli lunghi in avanti e permettendo ai rudi difensori uruguayani d'impadronirsene facilmente. Al 31' pt facevano comunque venire i brividi ai sostenitori della Celeste con un tiro di Park Chu che impegnava Muslera. Nel finale di primo tempo era di nuovo l'Uruguay a farsi pericoloso e c'era un errore dell'arbitro Stark che non vedeva il tocco di mano in area di Sung Yung su tiro di M. Pereira. Godin usciva per problemi di stomaco, i sudcoreani ricominciavano a mettere sotto pressione gli avversari, e Suarez e Forlan erano incapaci di organizzare contrattacchi pericolosi. Il pari era nell'aria ed arrivava al 23' grazie ad un'incertezza di Lugano e soprattutto Muslera su punizione calciata a spiovere da Park Chu, e Chung Yong riusciva a pareggiare con un colpo di testa. Poteva essere il colpo del Ko per l'Uruguay, che però tirava fuori la leggendaria grinta "charrua" e al 35' tornava in vantaggio con lo splendido gol di Suarez, che agganciava il pallone respinto di testa dalla difesa asiatica, si portava la sfera sul destro e lasciava partire un tiro imparabile che spingeva l'Uruguay nei quarti di finale, un traguardo alla fine meritato, che conferma l'ottimo momento della nazionali sudamericane.

Questo il tabellino completo della gara:

Uruguay (4-3-3): Muslera, M. Pereira, Lugano, Godin (1' st Victorino), Fucile; Arevalo Rios, Perez, A. Pereira (29' st Lodeiro); Cavani, Forlan, Suarez (39' st A. Fernandez). (5 Gargano, 8 Eguren, 12 Castillo, 13 Abreu, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 21 S . Fernandez, 22 Caceres, 23 Silva). All. : Tabarez.

Corea del Sud (4-2-3-1): Sung Ryong; Du Ri, Yongh Jung, Jung Soo, Young Pyo; Sung Yung (40' st Ki Hun), Jung Woo; Jae Sung (16' st Dong Gook), Park Ji, Chung Yong; Park Chu. (1 Wooon Jae, 2 Beom Seok, 3 Hyung Il, 5 Na Mil, 6 Bok Yung, 9 Ahn Jung, 11 Seung Yeoul, 15 Dong Jin, 21 Young Kwang, 23 Min Soo). All. : Huh Jung.

Arbitro: Stark (Germania).

Marcatori: nel pt 8' Suarez; nel st 23' Chung Yong, 35' Suarez.

Ammoniti: Jung Woo, Du Ri e Yongh Jung per gioco scorretto.

Angoli: 3-3. Recupero: 1' e 3'.  Spettatori: 30. 597.



Uruguay-Corea del Sud: probabili formazioni (25 giugno) 
Queste le probabili formazioni di Uruguay-Corea del Sud, partita degli ottavi di finale del Mondiale, in programma domani alle 16 a Port Elizabeth:

Uruguay (4-3-3): 1 Muslera, 2 Lugano, 3 Godin, 4 Fucile, 16 M. Pereira, 15 Perez, 17 Arevalo, 11 Alvaro Pereira, 7 Cavani, 9 Suarez, 10 Forlan. (12 Castillo, 23 Silva, 5 Gargano, 6 Victorino, 8 Eguren, 13 Abreu, 14 Lodeiro, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez, 22 Caceres). All. : Tabarez.

Corea del Sud (4-4-2): 18 Jung Sung-ryong, 22 Cha Du-ri, 4 Cho Yong-hyung, 14 Lee Jung-soo, 12 Lee Young-pyo, 17 Lee Chung-yong, 8 Kim Jung-woo, 16 Ki Sung-yong, 7 Park Ji-sung, 10 Park Chu-young, 19 Yeom Ki-hun. (21 Kim Young-kwang, 2 Oh Beom-seok, 3 Kim Hyung-il, 23 Kang Min-soo, 13 Kim Jae-sung, 6 Kim Bo-kyung, 15 Kim Dong-jin, 5 Kim Nam-il, 11 Lee Seung-ryul, 20 Lee Dong-guk, 9 Ahn Jung-hwan). All. : Huh Jung-moo.

Arbitro: Stark (Ger).



Ottavi di finale: c'è la Corea del Sud (22 giugno) 
L'Uruguay, giunto primo nel girone A, negli ottavi di finale affronterà la seconda classificata del gruppo B, ovvero la Corea del Sud. La gara sarà disputata sabato 26 giugno a Port Elizabeth (ore 16).



Altro che biscotto: l'Uruguay batte un buon Messico, è primo posto (22 giugno) 
Non c'è stato il pareggio soporifero che molti temevano, ma alla fine Uruguay e Messico sono passate lo stesso entrambe agli ottavi di finale. È stato un match vero e l'ha vinto la Celeste, più solida e concreta, con un gol di Suarez alla fine del primo tempo. I messicani si sono qualificati grazie alla migliore differenza reti rispetto al Sudafrica. L'Uruguay invece prevale nel girone A da grande, imbattuto e senza incassare un solo gol. La partita del possibile "biscotto" inizia con maglie verdi messicane a perdita d'occhio sugli spalti di Rustenburg e Cuathemoc Blanco, lo "scorpione" di 37 anni, in campo dall'inizio per i centramericani. L'Uruguay invece ripropone l'undici dell'ultima gara, con il trio offensivo Cavani-Forlan-Suarez. Al 6' messicani in vacanza difensiva, Suarez scappa su un rilancio e quasi dal limite batte di destro sull'uscita di Perez: fuori. Pochi secondi e il vecchio Blanco arriva tardi su un assist del giovane Giovani dos Santos. Non sembra una partita anestetizzata. Il Messico palleggia di fino e spera che il centravanti Franco finalmente inquadri la porta, l'Uruguay cerca soluzioni più sbrigative appoggiandosi a Forlan. Pericolosa la Celeste con Victorino e Alvaro Pereira, ma al 20' un missile di Guardado da trenta metri scuote la traversa di Muslera. Il Perez uruguayano si spacca il sopracciglio per una mezza gomitata dello stesso Guardado in contrasto aereo. Al 43' il gol: cross lunghissimo di Cavani da destra, Suarez sul secondo palo è solo e segna di testa. Aguirre nella ripresa mette subito il veloce Barrera per Guardado, ma Lugano al 9' va vicino al 2-0 di testa: Perez vola. Il Messico sembra spaventato, l'Uruguay più tranquillo. Entra anche il giovane prodigio Hernandez per Blanco, che ormai è fermo. Un minuto e il difensore messicano Rodriguez di testa manda fuori da un passo un assist perfetto di Barrera. Nel resto dell'incontro non succedono cose grosse. I messicani ricevono buone notizie da Johannesburg, dove la Francia accorcia le distanze sul Sudafrica e allontana il rischio dell'eliminazione per differenza reti.

Questo il tabellino completo della gara:

Messico (4-3-3): Perez, Osorio, Moreno (12' st Castro), Rodriguez, Salcido, Guardado (1' st Barrera), Marquez, Torrado, Giovani, Franco, Blanco (18' st Hernandez) (13 Ochoa, 12 Aguilar, 23 Michel, 19 Magallon, 20 Torres, 21 Bautista, 22 Medina). All. : Aguirre.

Uruguay (4-3-3): Muslera, Lugano, Victorino, Fucile, M. Pereira, Perez, Arevalo, Cavani, A. Pereira (31' st Scotti), Suarez (40' st Fernandez), Forlan. (12 Castillo, 23 Silva, 5 Gargano, 3 Godin, 8 Eguren, 13 Abreu, 14 Lodeiro Benitez, 18 Nacho Gonzalez, 20 A. Fernandez, 22 Caceres). All. : Tabarez.

Arbitro: Kassai (Ung).

Marcatore: nel pt 43' Suarez.

Ammoniti: Fucile, Hernandez, Castro per gioco scorretto.

Angoli: 7 a 6 per l'Uruguay. Recupero: 1' e 3'. Spettatori: 33. 425.



Uruguay-Messico, probabili formazioni (21 giugno) 
Queste le probabili formazioni di Messico-Uruguay, partita del girone A del Mondiale, in programma domani alle ore 16 al Royal Bafokeng Stadium di Rustenberg:

Messico (4-3-3): 1 Perez, 12 Aguilar, 4 Marquez, 2 Rodriguez, 3 Salcido, 7 Barrera, 6 Torrado, 5 Osorio, 17 Dos Santos, 9 Franco, 14 Hernandez (13 Ochoa, 23 Luis Ernesto Michel, 15 Moreno, 8 Castro, 18 Guardado, 19 Magallon, 20 Torres, 21 Bautista, 22 Medina, 10 Blanco). All. : Javier Aguirre.

Uruguay (4-3-3): 1 Muslera, 16 M. Pereira, 3 Godin, 2 Lugano, 4 Fucile, 11 Alvaro Pereira, 15 Perez, 17 Arevalo, 7 Cavani, 9 Suarez, 10 Forlan. (12 Castillo, 23 Silva, 5 Gargano, 6 Victorino, 8 Eguren, 13 Abreu, 14 Lodeiro, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez, 22 Caceres). All. :Oscar Tabarez.

Arbitro: Viktor Kassai (Ungheria).



Forlán: "L'importante era vincere, non la mia doppietta" (16 giugno) 
«L'importante è aver vinto non che io abbia fatto due gol». Diego Forlan, autore della prima doppietta del Mondiale, pensa più al successo pieno dell'Uruguay sul Sudafrica che alla sua prestazione. «È stata la vittoria del collettivo - ha detto a Sky - è di questo che sono particolarmente contento, poi un attaccante può segnare o non segnare ma quello che conta è il gruppo». «La squadra comunque sta bene, ci sentiamo forti e lo avevamo dimostrato anche con la buona partita contro la Francia (0-0), anche allora il collettivo era stato inappuntabile», ha aggiunto l'attaccante dell'Atletico Madrid.



Grande Uruguay, 3-0 al Sudafrica ormai quasi estromesso dal "proprio" Mondiale (16 giugno) 
Le vuvuzelas suonano lo stesso, la notte di Pretoria è rumorosa anche nel giorno in cui, probabilmente, la squadra di casa dà l'addio al Mondiale. Manca ancora una partita, quella della disperazione contro la Francia, ma il Sudafrica battuto 3-0, e senza attenuanti, dall'Uruguay, e sopraffatto dalla propria pochezza, non sembra in grado di farcela anche contro una formazione strana come quella di Domenech, che è pur sempre vice-campione in carica. Per la prima volta nella storia dei Mondiali la nazionale ospitante rischia di non superare la prima fase, e in attesa della certezza matematica si può dire che da quanto si è visto al Loftus Versfeld stadium è giusto così. Troppa, rispetto all'Uruguay, la pochezza fisica e tecnica dei Bafana Bafana, solo volenterosi e poco più, e ai quali non è bastata la spinta dei loro tifosi, congelati dalle condizioni atmosferiche ma comunque capaci di soffiare a più non posso nelle vuvuzelas, che ora sono la colonna sonora di una disfatta. Per battere questo Sudafrica i cui giocatori erano arrivati allo stadio cantando e ballando e che avrebbero voluto vincere per celebrare in modo degno lo 'Youth Day' in memoria dei martiri di Soweto 1976, è bastato un Uruguay ben messo in campo dal maestro Tabarez, molto attento, e superiore fisicamente agli avversari. La differenza l'ha fatta il talento del trio offensivo composto da Suarez, Cavani e Forlan, ed in particolare il bel gol di quest'ultimo, un 'silurò scagliato da oltre 25 metri e 'spizzatò dalla spalla sinistra di capitan Mokoena su cui Khune non ha potuto far altro che capitolare. È stata quella della svolta della partita, perchè si è capito subito che il Sudafrica non ce l'avrebbe fatta ad assorbire colpo, per limiti tecnici più che mentali. L'Uruguay, oggi in maglia bianca, prima dell'intervallo ha anche sfiorato il raddoppio con un tiro di Suarez finito sull'esterno della rete ma che ha dato l'impressione del gol, gelando ancor di più il già intirizzito pubblico di Pretoria. Unico segnale di vita del Sudafrica nel primo tempo, il colpo di testa di Mphela su cross di Modise al 40': troppo poco per mettere paura ad una squadra che, da sempre, fa della grinta la sua arma migliore. Ma questo Uruguay non è soltanto capacità di lottare su ogni pallone: possiede anche una certa validità tecnica, corroborata dalla classe di Forlan, già decisivo nella finale di Europa League con l'Atletico Madrid e stasera 'killer' dei sogni sudafricani, avendo segnato anche la rete del raddoppio su rigore. In questa circostanza è stato espulso per fallo sull'ultimo uomo il portiere Khune: il contatto con il piede di Suarez c'era stato, ma nel campionato olandese l'uruguagio dell'Ajax ha fama di grande cascatore. Così al 40' ci ha provato anche il terzino di casa Gaxa, che dopo essersi spinto in area si è tuffato: troppo esperto l'arbitro Busacca per abboccare, e quello è stato il segnale della resa, poi diventata troppo pesante a causa della terza rete uruguayana regalata a Pereira da un'uscita sballata del portiere subentrato Josephs. Sudafrica addio, il sogno è finito ma il Mondiale continua.

Questo il tabellino completo della gara:

SUDAFRICA (4-4-1-1): Khune; Gaxa, Mokoena, Khumalo, Masilela; Modise, Dikgacoi, Letsholonyane (12' st Moriri), Tshabalala; Pienaar (33' st Josephs); Mphela. (22 Walters, 5 Ngcongca, 6 Sibaya, 7 Davids, 14 Booth, 15 Thwala, 17 Parker, 18 Nomvethe, 21 Sangweni, 23 Khuboni). All. : Parreira.

URUGUAY (4-3-3): Muslera; M. Pereira, Lugano, Godin, Fucile (25' st A. Fernandez); Arevalo, Perez (45' st Gargano), A. Pereira; Cavani (44' st S. Fernandez), Forlan, Suarez. (12 Castillo, 23 Silva, 6 Victorino, 8 Eguren, 13 Abreu, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 22 Caceres. 14 Lodeiro squalificato). All. : Tabarez.

ARBITRO: Busacca (Svizzera).

MARCATORI: nel pt 24' Forlan; nel st 35' Forlan (rigore), 50' A. Pereira.

AMMONITI: Pienaar per comportamento antiregolamentare, Dikgacoi per gioco scorretto.

ESPULSO: Khune al 31' st per fallo ultimo uomo.

ANGOLI: 4-3 per l'Uruguay. RECUPERO: 0' e 5'. SPETTATORI: 42. 658



Sudafrica-Uruguay: le probabili formazioni (15 giugno) 
Queste le probabili formazioni di Sudafrica-Uruguay, partita del Girone A del Mondiale, in programma domani alle ore 20. 30 al Loftus Versfeld Stadium di Pretoria:

SUDAFRICA (4-2-3-1): 16 Khune; 2 Gaxa, 15 Thwala, 20 Khumalo, 4 Mokoena; 12 Letsholonyane, 13 Dikgacoi, 10 Pienaar, 11 Modise, 8 Tshabalala; 9 Mphela. (1 Josephs, 22 Walters, 5 Ngcongca, 6 Sibaya, 7 Davids, 14 Booth, 18 Nonvethe, 19 Moriri, 21 Sangweni, 23 Khuboni). All. Carlos Alberto Parreira.

URUGUAY (4-4-2): 1 Muslera, 2 Lugano, 3 Godin, 20 Victorino, 16 Maximiliano Pereira, 15 Perez, 18 Arevalo, 17 Gonzalez, 11 Alvaro Pereira, 9 Suare
Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Luglio 2010, 11:08
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