Caso marò, Bonino: «Il nostro stato non è terrorista»
A partire da domani mattina dunque, «tutte le opzioni sono sul tavolo». E il governo non accetterà nemmeno un ennesimo rinvio della giustizia indiana: se il giudice deciderà in tal senso, «dovrà essere breve in ogni caso», e nel frattempo «tutta la macchina di reazione si metterà in moto», avverte il capo della diplomazia italiana. Sono infatti già passati due anni da quel 15 febbraio 2012, quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, imbarcati sulla nave commerciale Enrica Lexie in missione antipirateria, rimasero coinvolti nella morte dei due pescatori scambiati per pirati.
«È inaccettabile - dice ancora Bonino - che dopo due anni non ci sia ancora un capo di imputazione», una situazione che «getta un pò tutti nello sconcerto, anche i nostri alleati». «Certamente l'India è in campagna elettorale», ricorda infine il ministro, definendo «plausibili» alcune ricostruzioni secondo cui Latorre e Girone sarebbero ostaggio della politica indiana, finiti negli ingranaggi di una manovra contro l'«italiana» Sonia Gandhi a capo del partito del Congresso oggi al potere. «Ma il punto è un altro: il punto è lo stato di diritto e la legge. Elezioni o no, non devono essere fatte pagare sulle spalle dei marò».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Febbraio 2014, 07:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA