Mandrakata in musica

ROMA Non manca proprio nulla. C'è la mandrakata dell'etto di carne con la voce in falsetto del Pomata; c'è il whisky maschio senza fischio di Gigi Proietti, che recita disastrosamente (e spassosamente) uno spot vestito da vigile urbano, e c'è la sua fidanzata Gabriella (Sara Zanier), a cui non riesce a nascondere di aver perso soldi scommettendo all'Ippodromo.
C'è insomma la romanità cialtrona di chi se la cava sempre ricorrendo a fantasiosi espedienti e ci sono tutte le battute e le situazioni che hanno reso Febbre da cavallo un film culto. Stiamo parlando del musical omonimo - in scena dal 16 marzo al Teatro Sistina di Roma - realizzato per celebrare il 40° anniversario della leggendaria commedia di Steno unendo le forze del figlio Enrico Vanzina, di Claudio Insegno alla regia e di Enrico Brignano alla supervisione artistica. A raccogliere la pericolosa sfida di indossare i panni che furono di Enrico Montesano (er Pomata), Gigi Proietti (Mandrake) e del meno noto Francesco De Rosa (il loro compare Felice) sono rispettivamente Andrea Perroni, Patrizio Cigliano e Tiziano Caputo. Il primo sfoggia un mimetismo fisico e vocale impressionante con il personaggio originale, restituendo ritmo e freschezza a quel furbetto capitolino pronto a far morire la mamma a comando pur di sfuggire ai creditori. Per il secondo l'ardua impresa di confrontarsi con il carisma del gigante Proietti non è purtroppo compiuta: alla vaga somiglianza di stile con Mandrake, Cigliano non riesce ad affiancare i giusti tempi comici.
Poco male, però, se tra i comprimari figurano personaggi come Maurizio Mattioli (l'avvocato De Marchis) e se tra una scena e l'altra torna a risuonare la leggendaria colonna sonora del film che fu composta da Franco Bixio, Vince Tempera e Fabio Frizzi. Quest'ultimo firma anche le nuove musiche della versione teatrale, orecchiabili e ritmate quanto basta per far ballare quello che, sul palco, diventa una sorta di coro greco in versione goliardica e super colorata, accessoriato con code di cavallo e look anni 70 che tornano anche nella scenografia, anch'essa rispettosissima della versione cinematografica... per quanto sia possibile ricreare a teatro l'atmosfera e la luce del centro di Roma, cuore di un film indimenticabile. E che non smette di far ridere anche alla sua centesima visione. (M. Gre.)
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Marzo 2017, 05:00