Renzi: «Sulla riforma elettorale non mi fermano». I bersaniani: «Così il governo cade». Oggi al Pd l'incontro con il Cavaliere

Legge elettorale, Renzi attacca su Twitter: cercano di fermarmi, non mollo
Berlusconi lo vedo domani pomeriggio alle 16, alla sede del partito. Lo ha detto ieri il segretario del Pd, Matteo Renzi a Le Invasioni barbariche su La 7. Renzi ha svelato anche la composizione delle due delegazioni: «per Fi ci sarà Berlusconi e Letta zio, con me ci sarà Guerini.

«Mi hanno insegnato male non fare paura non avere. Quelli che hanno governato con lui per 20 anni ora mi dicono di non parlargli, ma io voglio fare le regole con Berlusconi proprio per non fare più governi con Berlusconi, voglio fare le regole con Fi per non

trovarmi più al governo con Fi».



L'opposizione interna «Se domani si chiude il patto tra Renzi e Berlusconi, la maggioranza finisce domani». Lo dice Alfredo D'Attorre, bersaniano, in merito alla trattativa sulla legge elettorale. «Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare. Ma io non mollo». Così il segretario del Pd Matteo Renzi su Twitter dopo l'attacco di ieri al governo di Enrico Lette e le polemiche sull'incontro con Sivio Berlusconi.



I bersaniani attaccano «Per fare un accordo con Verdini, non possiamo resuscitare in un solo colpo il Porcellum e Berlusconi», sottolinea Alfredo D'Attorre. «E sarebbe il caso che Renzi non facesse caricature sullo scontro tra proporzionalisti e anti-proporzionalisti perché nessuno ha proposto il voto col sistema della Consulta». Secondo il deputato bersaniano, che risponde alle domande dei giornalisti in Transatlantico alla Camera, «un Pd normale» dovrebbe «partire dalla maggioranza e poi allargare il confronto» mentre è «strano chiudere un accordo con Berlusconi che ha detto che vuole le elezioni anticipate e invece escludere chi è disposto anche a fare le altre riforme, sul Senato e il Titolo V della Costituzione». Il deputato bersaniano ricorda che i «partner della maggioranza sono tutti disponibili a un accordo sul doppio turno di coalizione».



L'incontro con Lupi Circa un'ora e venti di colloquio nella sede del Pd tra il segretario Matteo Renzi e il ministro del Nuovo Centrodestra Maurizio Lupi. Al termine dell'incontro Lupi, che è andato via a piedi, non ha voluto rivelare niente: «Abbiamo parlato della metropolitana di Firenze», ha detto. All'arrivo di Lupi era presente nella sede del Pd il ministro Dario Franceschini, che però è andato via dopo cinque minuti.



Ncd nervoso L'attivismo di Renzi fa arrabbiare il Nuovo Centrodestra di Alfano: «Sarebbe davvero curioso, anzi logicamente stravagante se fosse vero che il segretario del Pd, dopo avere presentato tre ipotesi di modifica della legge elettorale, aver registrato su una di queste - il doppio turno di coalizione - il consenso di tutte le altre forze politiche della maggioranza (oltre ad un'ampia fetta del suo partito), non ne tenesse conto e stipulasse un acrobatico patto con l'opposizione sul modello spagnolo». Lo dichiara Enrico Costa, presidente dei deputati del Nuovo centrodestra.



Ieri Renzi ha garantito di «non voler fare le scarpe» a Letta, nonostante «il consenso del governo sia ai minimi e il mio ai massimi», ma il segretario rivendica il diritto di critica al governo. E, nella prima direzione sotto la sua guida, lo esercita: «Sulle riforme gli ultimi dieci mesi sono un elenco di fallimenti, ora il Pd si gioca la faccia». Un giudizio che il premier, assente in direzione, non condivide affatto alla luce di «uno dei tempi più travagliati della storia recente».



Tra i due è prima duello a distanza mentre, in direzione, la sinistra del Pd sfida il leader ad uscire «dall'ambiguità» verso il governo: o dentro o così non si va avanti; poi ravvicinato, con una cena a sorpresa a Palazzo Chigi. Un faccia a faccia dove sono stati affrontati vari temi senza arrivare però allo sblocco della situazione. Un nulla di fatto che lascia comunque la discussione aperta, spiegano fonti

parlamentari vicine al presidente del Consiglio che vedono come «decisivi» i prossimi giorni.
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Gennaio 2014, 07:56