Spoleto, Due Mondi verso il futuro
Ferrara: «Un Festival controcorrente»

Spoleto, Due Mondi verso il futuro Ferrara: «Un Festival controcorrente»

di Rita Sala
ROMA - Giorgio Ferrara, direttore del Festival di Spoleto, ha riassunto anche quest'anno in un distico, lo spirito del lavoro fatto per l'edizione 2013 del Due Mondi: «In un tempo difficile. In un Paese difficile, troppo dimentico di sé, del genio delle sue arti e del suo passato; ma solo da qui chiamato a trarre ogni speranza di futuro».



È stato confermato nell'incarico, Ferrara, per cinque anni. Contento?

«Non potrei non esserlo. Dal rilancio siamo passati al consolidamento, e continueremo su questa via. Il Festival si è ormai fortificato, può guardare avanti con fiducia dai ritorni».



Quest'anno, parata di star.

«C'è di nuovo Bob Wilson, che dirige Mikhail Baryshnikov e Willem Dafoe in The old woman di Daniil Kharms, uno massimi autori russi della prima metà del 900. Ci sono Luca Ronconi, regista della Pornografia di Gombrowicz, e Peter Stein, con il Ritorno a casa di Pinter. Ma anche Isabella Rossellini, la nuova compagnia di Benjamin Millepied; Adriana Asti nel doppio Cocteau (La voce umana e Il bell'indifferente) rimandato lo scorso anno; Mariangela D'Abbraccio e Sebastiano Lo Monaco in Dopo il silenzio di Pietro Grasso; Irina Brook, la figlia di Peter Brook, che dirige una singolare Trilogia delle isole. E poi Serena Autieri, Raphael Gualazzi, Remo Girone, Paolo Bonacelli... Andiamo controcorrente. Il Due Mondi cresce, favorisce, come ai tempi d'oro, l'incontro tra avanguardia e tradizione, rivoluzione e conservazione, nuove generazioni e mostri sacri».



Inaugurazione con “The piano upstairs”, che vede Alessandra Ferri al debutto assoluto nella coreografia.

«Alessandra sarà anche la protagonista della performance, in coppia con Boyd Gaines. Io stesso curo la regia».



Il concerto in Piazza?

«Abbiamo la Filarmonica della Scala per festeggiare il bicentenario di Verdi e Wagner. Sul podio il maestro americano James Conlon. Il 14 luglio».



Diciassette giorni di Festival, centoventi aperture di sipario. L'opera lirica è quest'anno al Caio Melisso.

«Negli ultimi due giorni di giugno, quella che io chiamo la chicca del 2013: Il matrimonio segreto di Cimarosa rappresentato a lume di candela, come avveniva all'epoca della composizione di questa partitura deliziosa. Quirino Conti firma regia e scene, i costumi sono del grande Piero Tosi. In buca una formazione ridotta dell'orchestra del Petruzzelli di Bari. Dirige Ivor Bolton».



Al futuro arridono anche i finaziamenti?

«Grazie alla legge 238 dello scorso dicembre, il Festival conta su un milione di euro che va ad aggiungersi agli 1,2 milioni del contributo ordinario. Cerchiamo di far fruttare nel modo migliore questi fondi, ai quali si aggiungono le iniziative di mecenati e sponsor. Ricordo a questo proposito il lavoro della Fondazione Carla Fendi, che procede nel restauro del teatro Caio Melisso e intesifica i rapporti internazionali del Festival e il prezioso apporto della Fondazione Carispo».
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Giugno 2013, 16:26
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