Game Therapy, i giovani YouTuber
dalle loro camerette al grande schermo

Game Therapy, i giovani YouTuber ​dalle loro camerette al grande schermo

di Michela Greco
ROMA - Centinaia di ragazzine e un tripudio di urletti e selfie hanno accolto ieri, alla Festa di Roma, il red carpet di 51 youtuber che hanno affiancato i protagonisti di Game Therapy, ovvero le quattro webstar più cliccate del momento: il fenomeno Favij (che da solo conta oltre due milioni di iscritti al suo canale), Federico Clapis (fortissimo su Facebook), Leonardo Decarli (autore degli “stupidissimi vi

deo” ma preparato anche nella musica, nella danza e nello sport) e Zoda (che va alla grande su Ask e ha abbandonato il mondo dei videogamer).



Messi insieme, i quattro vantano un totale di circa 3 milioni e mezzo di seguaci su YouTube, numeri impressionanti che li hanno catapultati al cinema grazie a una co-produzione tra Italia e Stati Uniti diretta dall'esordiente americano Ryan Travis e mostrata in anteprima nella sezione Alice nella Città.

«Abbiamo iniziato girando dei video nelle nostre camerette con un'attrezzatura comprata su Amazon – ha commentato Favij, al secolo Lorenzo Ostuni, classe 1995 – ora abbiamo fatto questo salto nel mondo del cinema, emozionante e difficile, che ci ha insegnato a lavorare in gruppo e a seguire un copione». Gli fa eco Clapis: «Questo film è un traguardo per tutto il web italiano, che è indietro rispetto agli altri paesi. Le webstar potrebbero essere utili al nostro cinema».



La storia è quella di Francesco (Favij), un ragazzo che sta per finire la scuola e si rintana appena può nel mondo virtuale dei videogame. «Il mio problema è la real life», dice, perché lo spaventa e non può controllarla con un joystick, al punto che i genitori, preoccupati, lo mandano in una specie di rehab. In terapia ci va anche Giovanni (Clapis), pluriripetente e incapace di crescere: insieme troveranno il modo di tuffarsi – letteralmente – nei game più amati.



Zeppo di effetti visivi e citazioni da film come Matrix, Inception e Nirvana, Game Therapy (in sala da oggi) è un viaggio tra i videogiochi più famosi, ma il messaggio che vuole lanciare va in un’altra direzione. «Non abusandone aiutano a vivere la real life e con quelli online si può giocare in gruppo, ma una giornata all'aria aperta è meglio». Lo conferma anche Zoda, che ha partecipato al progetto Life Therapy Day, «in cui invitavamo a vivere una giornata staccati da social e cellulare. Ogni cosa va dosata, bisogna vivere la vita vera, perché il gioco lo puoi riavviare, la vita vera no».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Ottobre 2015, 09:32
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