Fognini, la sregolatezza del campione:
gran tennis, sfoghi di rabbia e insulti

Fognini, la sregolatezza del campione: gran tennis, sfoghi di rabbia e insulti
Se c'è la sregolatezza c'è il genio. Il colpo a sorpresa dal lato oscuro della forza. Fognini e poi Fabio, capace stanotte di dominare un artista del tennis come Nadal. «Tutte le volte che ho battuto Nadal poi ho perso la partita successiva. Quest’anno è successo prima a Rio e poi a Barcellona».. Sono le due del mattino a New York quando il ligure entra nella sala conferenza dopo una impresa che lo consacra nello sport italiano. Ha rimontato due set al campione spagnolo come solo Federer aveva fatto nel lontano 2015 a Miami. Può tutto, ma sa bene di essere ormai un personaggio a tutto tondo per il suo carattere esaltante con lampi di ira, risate nervose e insulti, soliloqui a fondo campo che aprono squarci su una personalità quantomeno complessa.



Negli annali resta il 6 aprile 2014, giornata in cui il tifo di Napoli lo galvanizzò al punto da superare l’ostacolo da tutti ritenuto, fino a pochi istanti prima dell’inizio del match, insormontabile: sconfiggere Murray e raggiungere insieme ai compagni di squadra la semifinale di Davis Cup. Ma tra gli episodi che restano ci sono anche molte ombre.



Nadal il nemico ad Amburgo.

Era solo il 2 agosto scorso. Nella finale del ‘bet-at-home Open-German Tennis Championships’, torneo Atp sulla terra rossa di Amburgo, in Germania, il 28enne ligure fu sconfitto in due set proprio da Rafa Nadal, ma negli annali resta l'’accesa discussione con l’avversario, dopo che si era lamentato con il giudice arbitro segnalando che dall’angolo di Nadal lo zio Toni parlava troppo dando indicazioni al nipote



Follia a Wimbledon

Clamoroso il siparietto di oltre 5 minuti con Fabio in preda ad escandescenze nell'incontro del primo turno di Wimbledon 2013 , con Fognini in lite aperta oltre i limiti del consentito con il giudice di sedia Pascal Maria, colpevole di una chiamata a vantaggio dell’avversario Jurgen Melzer



Uscita razzista

Ancora sulla terra rossa di Amburgo, nel luglio dello scorso anno, Fabio fu protagonista forse di un episodio inaccettabile, un insulto dichiaratamente razzista nei confronti dell’avversario serbo Krajinovic.



Saluto al pubblico.

Ad ottobre dello stesso anno, altra scenata da antologia. Nel torneo di Shangai il ligure perde al primo turno con una wild card cinese, il beniamino di casa Chuhan Wang e lasciando il campo mostrando platealmente il dito medio in direzione del pubblico.



Guai in famiglia

L’edizione 2014 del Masters di Montecarlo segna per Fabio forse il punto più basso della sua carriera. Bersaglio dei suoi insulti, durante un match di pessimo livello, niente meno che il padre Fulvio Fognini, invitato con poca delicatezza ad abbandonare gli spalti.
Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Settembre 2015, 15:02