Fognini: «La decisione di Flavia ha stupito anche me»

Fognini: «La decisione di Flavia ha stupito anche me»

di Guido Frasca
IRKUTSK E' arrivato direttamente da New York due notti fa a Irkutsk, città della Siberia a oltre cinquemila km dalla capitale Mosca dove l'Italia affronterà in Coppa Davis la Russia nel fine settimana con in palio la permanenza nel World Group 2016. Fabio Fognini sabato scorso era sulle tribune stracolme dell'Arthur Ashe Stadium per assistere allo storico trionfo della fidanzata Flavia Pennetta agli US Open. Il momento magico della 33enne brindisina che sale sulle tribune e lo bacia teneramente ha fatto il giro del mondo. Con il 28enne ligure che ha twittato: “Per me sei e rimarrai sempre la numero uno”. L'ebbrezza della vittoria a Flushing Meadows è ancora nell'aria: l'immagine da cartolina di loro due raggianti all'ultimo piano del “Top of The Rock”, uno dei grattacieli più alti della Grande Mela, è anch'essa una conquista raggiunta passo dopo passo. Vietato parlare di date ufficiali del matrimonio, anche se Flavia è innamorata del suo lavoro, come scrive sul suo profilo Twitter, ma pure del resto. E il resto, dopo tante rinunce e dedizione assoluta al tennis è ciò che ora desidera vivere. Intanto il suo trionfo può regalare al ligure più stimoli a far bene, a raggiungere finalmente quei risultati che il tennis italiano si attende da lui.

Emulare la propria fidanzata non sarebbe male… In tanti si aspettano l'exploit anche da lei, magari una bella finale di Slam al maschile.

«Sono arrivato da New York carico a mille. Le immagini e le sensazioni della fantastica vittoria di Flavia mi hanno dato ancora più energia, più voglia di fare bene. Ho visto con i miei occhi che i sogni si possono realizzare, che il lavoro duro, la capacità di non mollare mai, ti porta a risultati inimmaginabili. E' stata un'esperienza incredibile».

Negli ultimi tempi lei sembra essere maturato e aver posto dei limiti al suo carattere talvolta esuberante.

«Flavia mi sta aiutando a cambiare. Sono piccoli miglioramenti che forse non saltano all'occhio, ma la mia famiglia li ha notati. Quando lei parla, posso solo ascoltare. E' più grande di me, è una donna. Ha molta più esperienza del sottoscritto, ha vinto più tornei, ora addirittura gli US Open, ed è stata la prima italiana ad entrare tra le top ten. Ho molto da imparare da lei, Vede le cose in modo diverso e con lei c'è un continuo scambio di opinioni».

E lei cosa ha dato a Flavia?

«Penso di averle trasmesso un po' della mia testardaggine. Quando mi fisso un obiettivo faccio di tutto per arrivarci, con le buone o con le cattive. Magari a volte esagero pure e finisco con lo sbagliare».

Flavia ha annunciato il ritiro a fine stagione, ma è già partita la campagna per convincerla ad andare avanti fino alle Olimpiadi di Rio del Janeiro del 2016. Ce la faranno?

«Al momento no, ha deciso. In futuro non so, mai dire mai. Lo ha dichiarato lei stessa».

Ma se lo aspettava?

«Non sapevo neanche io del ritiro di Flavia. Mi sono un po' commosso, è normale che mi dispiaccia, faccio il suo stesso lavoro, spesso viaggiamo insieme… Ora Flavia ha un posto nella storia. Sono contento per lei, chiude in bellezza vincendo un torneo dello Slam, il sogno di tanti».

E lei cosa ne pensa?

«A Flavia l'ho detto, ma resta tra noi due. Ha deciso lei, quindi rispetto la sua decisione. E' la sua vita, il suo lavoro e come in tutte le cose deve prendersi le sue responsabilità».

Spesso Flavia ha detto di voler rimanere nel mondo del tennis. In che ruolo la vedrebbe meglio?

«E' molto determinata e sa quel che vuole. Potrebbe mettere la sua esperienza di giocatrice vincente a disposizione dei più giovani. Come coach non sarebbe male».

Torniamo agli US Open e alla finale tutta italiana. Ha vinto Flavia, ma anche la Vinci è entrata nella storia.

«Secondo me nessuna delle due ha ancora realizzato quanto fatto. Vedere Roberta battere Serena in quel modo è stato qualcosa di inimmaginabile. Un po' come la mia vittoria sempre a New York contro Nadal rimontandogli due set. In passato lo aveva fatto solo Federer a Miami. Sono le partite che sogni, per cui lavori e ti impegni ogni giorno. A Irkutsk i russi mi hanno chiesto se ho portato con me la racchetta con cui ho battuto Rafa. Certo che sì».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Settembre 2015, 13:49