Gala Leon Garciacontro le critiche:
«Farò la storia della coppa Davis»

Gala Leon Garciacontro le critiche: «Farò la storia della coppa Davis»

di Angelo Mancuso
ROMA Donna bello. Anzi meglio. Dopo la scelta controcorrente di Andy Murray, che la scorsa primavera ha voluto l'ex n.1 Amelie Mauresmo per sostituire Ivan Lendl, la Federtennis spagnola (RFET) ha deciso di puntare su Gala Leon Garcia, 40 anni ed ex n.27 del ranking con all'attivo un titolo Wta a Madrid nel 1997, per la successione al dimissionario Carlos Moya nel ruolo di capitano di Coppa Davis.

Se la retrocessione della Spagna in serie B (la prima volta in 18 anni) ha fatto scalpore, ancor di più fa discutere la scelta del presidente José Luis Escañuela. Non una novità assoluta, comunque: San Marino, Siria, Moldavia e Panama hanno un capitano donna. Tutte nazioni non di primo piano, tuttavia. E infatti la stessa Gala Leon Garcia ammette: «E' ancora più speciale di essere nominata capitano di Fed Cup? No, non proprio. Ma è qualcosa che farà storia». Come se tra qualche anno a Francesca Schiavone o a Flavia Pennetta venisse affidata la squadra azzurra di Davis.



I DUBBI

Toni Nadal non ha nascosto le sue perplessità: «Come farà ad entrare negli spogliatoi?», ha chiesto lo zio e coach di Rafa, aggiungendo: «Rispetto Gala, ma durante un incontro di Davis si vive all'interno degli spogliatoi. E poi non conosce il circuito maschile, almeno non Rafa». Lo hanno accusato di maschilismo e lui si è difeso: «Non ho detto nulla di offensivo contro Gala o le donne. Semplicemente ritengo che la sua nomina potrebbe essere un problema. Sarò antiquato, ma non maschilista». Al suo fianco si è schierato il nipote: «Mio zio ha parlato di sport, ma qui siamo abituati a mettere sempre in mezzo la politica. Non conosco personalmente Gala, però questa decisione mi sembra strana. Nessuno mi ha consultato, ma è una scelta legittima». Legittima, certo. Come fa allora un capitano maschio con le giocatrici? Per informazioni rivolgersi a Barazzutti, capitano azzurro di Davis e Fed Cup (e non è l'unico). «La scelta della federazione spagnola è molto forte – sottolinea Barazzutti – ma non è un problema di uomo o donna. Cosa faccio io quando devo entrare negli spogliatoi? Semplice, busso e poi entro… Viviamo ancora in una società maschilista, una persona va giudicata per quanto vale e non in base al sesso. Detto questo, concordo con i dubbi di Toni Nadal quando dice che Gala non conosce bene il circuito maschile e i giocatori spagnoli, a cominciare proprio da Nadal. Sarà capace di gestire un gruppo, e portare avanti un progetto?».



LA DIFESA

La diretta interessata si difende: «Nei dibattiti sessisti non entro. Ho molti anni di esperienza in questa professione, con Feliciano Lopez e Verdasco siamo cresciuti insieme, anche se sono più piccoli. Non è vero che non conosco i giocatori, chiedete a Ferrer o Robredo. Certo, ci sono alcuni giocatori giovani che non ho mai incontrato. Niente di più». Quindi su Nadal: «Non ho mai incontrato Rafa, ma il presidente Escañuela mi ha assicurato che risolverà il problema». Non parlerà con Toni: «Le cose non vanno forzate». Intanto annuncia la ricetta per tornare a vincere dopo le tante defezioni dei big che hanno fatto scivolare la Spagna fuori dal World Group: «Dialogo, dialogo, dialogo. Dobbiamo conciliare le posizioni, condividere le opinioni e raggiungere un punto di incontro. Uno cede da un lato e uno da un altro». Diplomazia al femminile.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Settembre 2014, 12:25