Azzurri poco convincenti, i motivi
per credere nel sogno Mondiale
di Fabio Maccheroni
In una mano bandiera bianca, ma pronti a sventolare bandiera azzurra come sempre, quando cala il sipario su tutto ciò che abbiamo odiato di questa nazionale. È andata sempre così. Ci facciamo del male sotto i nostri campanili e ancora non ci siamo abituati al fatto che il cittì è un nemico di tutti, l'odiamo da quando porta via tempo al campionato per partite che ci interessano il giusto.
Ma adesso che comincia questa ennesima storia, senza gli scandali che hanno paradossalmente benedetto i mondiali del 1982 o del 2006, adesso che abbiamo odiato il non gioco, l'assenza di palloni d'oro e ci sentiamo i nipoti di zio Paperone, se ci chiedono di scommettere un centesimo, azzardiamo. Perché siamo l'Italia. Proprio quando abbiamo poco fumo, sforniamo arrosto. Giochiamo maleducato, giochiamo a difendere i nostri difetti, che sono tanti, ma dovranno cercarli e, a volte, ci si sono rotti la capoccia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Giugno 2014, 09:20
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