Mario Balotelli da Fedez: «Potevo andare alla Juve, scelsi il Milan ma amo ancora l'Inter». Poi parla di Mourinho e Totti

Il calciatore ha raccontato della sua giovinezza complicata, della carriera e delle figure che per lui sono state fondamentali nel calcio. Non sono mancati però i riferimenti ai figli

Mario Balotelli da Fedez: «Potevo andare alla Juve, scelsi il Milan ma amo ancora l'Inter». Poi parla di Mourinho e Totti

di Redazione Web

Mario Balotelli, ospite e Muschio Selvaggio, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Fedez in cui ha spaziato tra la carriera e la vita privata. Il calciatore ha parlato della sua carriera calcistica, culminata anche con la nazionale, ma non ha nascosto il rammarico per alcune scelte fatte nella vita privata e con i figli.

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La carriera

Mario si è soffermato sui momenti vincenti della sua carriera: «Da piccolo giocavo per divertirmi, i miei genitori hanno sempre cercato di frenarmi perché non ero un bambino semplice: da piccolo non capivo l’affido ad altri genitori da parte dei miei genitori biologici, oggi posso dire che con quella scelta la mia famiglia naturale mi aiutò. Oggi quella scelta l’ho capita».

Un pensiero particolare lo rivolge a Mourinho: «Devo quasi tutta la mia carriera all’Inter,  ma nel cuore sono sempre stato milanista. Mourinho? Ho avuto un rapporto un po’ particolare, un bel rapporto. Abbiamo due caratteri difficili da gestire, andavamo spesso allo scontro, ma era uno scontro paterno, tra padre e figlio». 

Poi parla anche dello scontro con Totti: «C’era stata una partita negli anni precedenti, in cui avevo zittito i tifosi della Roma, ma non credo che lui ce l’avesse con me per quel motivo. Lui in finale di Coppa Italia ce l’aveva con il mister che non lo aveva fatto giocare dall’inizio, e per questo era nervoso. Io Totti lo rispetto tantissimo, gli voglio bene. Alla fine della partita gli ho anche scritto: “Perché mi hai dato il calcio?”. Lui è stato disarmante nella risposta: Dai, non ti ho preso neanche bene…».

La vita privata

Sulla vita privata non nasconde il rammarico per qualche errore commesso. Racconta che i genitori lo hanno spinto a fare sport: «Sapevano che una persona come me, a quell'età, con i miei problemi e il mio carattere, si sarebbe perso. Quindi ho fatto mille sport, ho sempre studiato e devo ringraziarli per questo». Un errore di cui soffre molto è legato alla famiglia: «Non ho mai creato una vera famiglia, nel senso che stare con una donna, amarla, sono cose che non ho mai avuto in vita mia. La cosa difficile è non avere sempre i figli con me, questo mi arreca tristezza, ma mi sono abituato».

«Potevo andare alla Juve, scelsi il Milan»

«Non sarei mai andato alla Juventus, ma potevo andarci dopo gli anni al Manchester City», racconta poi Balotelli. I fatti risalgono al 2013, come spiegato da 'SuperMario': «Ho avuto un appuntamento a Torino con Marotta, Nedved e Conte. Raiola aveva parlato con la dirigenza, c'era l'offerta. Al ritorno da Torino, Mino chiama Galliani, gli dice che mi stava mandando alla Juve e così ho scelto il Milan. La Juve è sempre stata la mia antagonista, anche se è troppo forte».

Balotelli scelse il Milan, un'esperienza durata un anno prima del trasferimento al Liverpool e il ritorno (in prestito) in rossonero. Nel cuore di Balo, però, c'è ancora una squadra l'Inter: «Amo l'Inter ancora oggi, devo tutta la mia carriera al club e Moratti». Oltre Mourinho, il punto di riferimento di Balotelli era Marco Materazzi: «L'ho sempre considerato un fratello maggiore. Sia quando sbagliavo sia quando facevo bene veniva sempre da me a parlarmi».

Per Balotelli, però, non mancano anche i rimpianti: «Raiola mi diceva sempre che Ronaldo e Messi hanno così tanti palloni d'oro perché io giocavo al 20% delle mie possibilità e che se avessi giocato al 100% li avrei vinti io. Se guardo alla mia carriera ho un rimorso: potevo fare di più». Infine un passaggio sui giocatori più forti in questo periodo: «Il giocatore più forte è ancora Messi. Haaland e Mbappe, se hanno la testa giusta, per i prossimi 10 anni saranno i prossimi Messi e Ronaldo. Mi piacciono tanto anche Leao e Osimhen. Per me questi quattro possono fare la storia del calcio».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Aprile 2023, 22:16
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