Corona, i legali: "Trattato come Riina per far contenti i moralisti"

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di Angela Calzoni
Fabrizio Corona «è stato trattato come Totò Riina» e quando è stato arrestato nell'ottobre scorso ha subito anche una perquisizione «alla Apocalypse Now».

 
 


È stata una difesa appassionata, con toni molto lontani dall'avvocatese, quella di Ivano Chiesa, che difende l'ex re dei paparazzi nel processo per i 2,6 milioni di euro trovati nel controsoffitto della sua collaboratrice Francesca Persi e in due cassette di sicurezza in Austria. Corona è stato ammanettato «davanti al figlio 14enne, trattato come un mafioso senza esserlo», per poi finire al centro di un «processo basato sul niente», nato «per un problema fiscale», ha sottolineato il legale. È stato vittima dei «moralisti che non ti perdonano nulla se ti ritengono l'incarnazione del male e ti vogliono eliminare».

Nella scorsa udienza il pm Alessandra Dolci ha chiesto ai giudici del Tribunale di condannare Corona a cinque anni per aver occultato il suo tesoretto, in parte forse anche «provento di reati commessi in passato» - è stato un passaggio della requisitoria - intestando «fittiziamente» il denaro alla Persi. Tesi che la difesa ha cercato di smontare. L'avvocato Chiesa ha sostenuto che l'ex fotografo dei vip sia stato perseguito soprattutto perché «si chiamava Fabrizio Corona, quello che va in giro in moto a petto nudo con Belen Rodriguez».

Condannarlo a cinque anni, come ha chiesto il pm Dolci, per Chiesa vorrebbe dire infliggergli 13 anni. Alla pena sollecitata dall'accusa, infatti, si dovrebbero sommare gli altri cinque anni che Corona deve ancora scontare per le altre condanne già diventate definitive, che potrebbero diventare otto anni se la Cassazione il 21 giugno prossimo non dovesse riconoscere la continuazione trai reati. La sentenza è attesa per il 12 giugno.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Giugno 2017, 09:10
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