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Chanel Totti, il gruppo Telegram per cercare foto 'hot' della figlia 13enne di Francesco Totti e Ilary Blasi. I messaggi choc
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di Enrico Chillè
Si fa fatica persino a raccontarlo, figuriamoci commentare. Dopo la pubblicazione della foto di Chanel Totti al mare, in compagnia del papà Francesco, sulla copertina di Gente, su Telegram è comparso un gruppo che si prefissa questo obiettivo: «Condividere foto porche di ragazze, oltre a quelle del fisico mozzafiato della mammaIlary e della figlia Chanel».
Nel gruppo, oltre alla condivisione di foto da parte di ignare donne e adolescenti, sono comparse anche delle chat in cui si commenta il fisico di chi, come Chanel, è ancora una bambina. «Io me la farei Chanel», scrive un utente sul gruppo. A denunciarlo è la community di Instagram 'I have a voice': «Nel gruppo ci sono diverse foto che, a detta degli utenti, ritrarrebbero Chanel Totti, nonostante presumibilmente non sia veramente lei. Ecco cosa porta la sessualizzazione delle bambine e giovani ragazzine. Ecco cosa porta sbattere in prima pagina il lato B di una 13enne».
La stessa community di Instagram ha informato immediatamente, tramite i social, Francesco Totti e Ilary Blasi di quanto stesse accadendo. Dopo qualche giorno, il gruppo è stato presumibilmente cancellato, ma rimane un problema di fondo, di carattere culturale. Anche perché non è certo la prima volta che, su Telegram, vengono creati gruppi basati sul 'revenge porn' e sullo scambio di foto più o meno 'hard' di ragazze a loro insaputa, magari condivise da persone di cui si fidano ciecamente. «Come si valorizzano le donne? Mostrandone al mondo il loro corpo? Magari sottolineando quando hanno dei “difetti” rispetto ai canoni estetici imposti, oppure facendo notare quanto siano “sexy” se quei canoni li rispettano? E i valori della famiglia quali sono? Mettere in risalto il fondoschiena di una ragazzina e dire che assomiglia a quello della madre? E intanto si aizzano le fantasie perverse dei pedofili?» - scrive ancora 'I have a voice' - «Perché questo è il problema. In Italia ogni anno colpiscono 21 mila pedofili, un caso ogni 400 minori, un caso ogni quattro scuole, un caso ogni 500 famiglie. E questi sono solo i casi più gravi e che vengono denunciati e incriminati. Non si contano gli innumerevoli casi di molestie che i bambini subiscono e nemmeno lo dicono ai genitori. Ma che la vita gliela rovinano comunque. E gli 80.000 pedofili che vanno a fare turismo sessuale minorile nei Paesi poveri, abominevole primato tutto italiano, che non saranno mai incriminati».
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