Alberto Tomba: «Quante donne ho avuto? Ho perso il conto. Con Martina Colombari non ho mai litigato»

Il campione di sci: «Essere un sex symbol aiuta, ma poi devi anche essere vincente»

Alberto Tomba: «Quante donne ho avuto? Ho perso il conto. Con Martina Colombari non ho mai litigato»

di Redazione web

A 25 anni dal suo ritiro la Rai dedicherà un documentario ad Alberto Tomba, campione sugli sci, sex symbol, ancora oggi popolare come pochi. Un fascino magnetico: come mai? «Si può spiegare così: estroverso, bolognese, con la faccia diversa dai montanari che hanno le piste sotto casa. E poi: amore e odio, due opposti che hanno segnato la mia carriera», racconta Tomba al Corriere della Sera. 

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"Tomba la Bomba"

 «Mi chiamò così Patrick Lang, figlio dell’inventore della Coppa del Mondo. Magari a suo tempo poteva starci, oggi con le bombe vere che riempiono le cronache di guerra è meglio lasciar perdere. Peraltro c’è sempre il resto del campionario di soprannomi: Albertone, Albert-One, la Albertite».

Tomba e Bode Miller, popolari come pochi. Come mai? «Perché eravamo diversi. Bode più di me: lo vedevi in giro a ballare e a bere birra. Del resto uno che ha attaccato la medaglia d’oro allo sciacquone del gabinetto è come minimo originale».

 

Macho italiano

«Essere un sex symbol aiuta, ma poi devi anche essere vincente», dice il campione. Il successo è legato all’immagine da «macho italiano».

E Tomba di ragazze ne ha avute parecchie: «Si avvicinavano prima di tutto perché ero famoso: non è facile tenere i conti... Comunque, altri tempi, ma il corteggiamento era più bello una volta. Con Martina Colombari non abbiamo litigato... Eravamo entrambi giovani: è stata una storia ed è finita. Succede». Qual è l’ultima volta che s’è innamorato? «Dopo i 50 è dura: parliamo di anni fa». Difficile il rapporto con i  paparazzi: «Erano assillanti. E non sono stato l’unico che ha avuto duri screzi: chiedete alla gente dello spettacolo».

 

 

La famiglia

Qualche ipercritico sostiene che lei è troppo legato alla mamma. «È ovvio che sia così e comunque non è troppo. Già a 15 anni ero in giro per il mondo, lei era in pensiero: la chiamavo dalle cabine telefoniche o dalle stanze d’albergo. E quando partivo mi dava la pasta, l’olio, il parmigiano: ci teneva, invece mio padre era burbero e “selvaggio”». Il famoso bacio a sua sorella dopo l’ultima vittoria, a Crans Montana: tanti rimasero colpiti dall’intensità di quel gesto. «Ad Alessia ero molto legato. Oggi che ha un figlio ci vediamo un po’ di meno, ma faccio lo zio e rispolvero i bei ricordi».

I campioni di oggi

«Marco Odermatt è una belva: mi ricorda Hermann Maier. È il nuovo Terminator: sciata elegante, aggressiva. Uno svizzero così mancava dai tempi di Zurbriggen». Sul fronte italiano dobbiamo dire «le grandi»: Bassino, Brignone, Curtoni, Goggia, in ordine alfabetico. «Dico brave a tutte: le voglio vedere fino ai Giochi 2026. Ciascuna ha caratteristiche diverse dalle altre».


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 18:56
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