Il Covid stravolge i riti della giustizia: il processo sul delitto di Arce sbarca in un'aula dell'università

Il Covid stravolge i riti della giustizia: il processo sul delitto di Arce sbarca in un'aula dell'università

di Pierfederico Pernarella

«Scusate ragazzi, sapete qual è l'aula in cui si sta celebrando il processo di Serena Mollicone?». Gli studenti si guardano intorno un po' basiti, si scambiano qualche occhiata per cercare la risposta che non trovano, poi all'unisono dicono di non saperne nulla. Ma una ragazza aggiunge: «Di solito queste cose le fanno al tribunale, provi lì».

Ci scappa da sorridere, ma ci tratteniamo. In fondo, con il suo candore, la studentessa ricorda quanto sia eccezionale il caso, l'ennesimo di fronte al quale la pandemia, da un anno a questa parte, ci ha messo davanti con l'effetto collaterale indesiderato di dare tutto per scontato. Anche ciò che non dovrebbe esserlo.
Come un processo, non uno dei tanti, che sarà celebrato non in un'aula di tribunale, ma in una universitaria. A Cassino. Il giallo dell'omicidio di Serena Mollicone, vent'anni dopo, vent'anni in cui è successo di tutto e di più, non si è fatto mancare nemmeno questo.

E in effetti, quando arriviamo nell'aula seminterrata del Campus universitario la Folcara di Cassino, si capisce subito che sarebbe stato difficile celebrare il processo nel tribunale di Cassino ai tempi del Covid, rispettando le norme anti-contagio. L'aula pullula di gente: forze dell'ordine, avvocati, i loro assistenti, cronisti, cameramen, giurati, imputati, parti civili. Entra solo chi è stato autorizzato dal tribunale, prevista una seduta ogni quattro sedie vuote, ma è oggettivamente impossibile evitare gli assembramenti. Si confida nelle mascherine e nell'areazione dell'aula che non manca.

I PROBLEMI LOGISTICI

Ma non mancano nemmeno i problemi. A sollevarli, ad inizio udienza, è il legale della famiglia Mottola, l'avvocato Germani, il quale prima la butta in alto dicendo che così «viene meno la sacralità del processo» e osservando il particolare spiacevole che qualcuno dei giurati è stato costretto a dare le spalle all'aula, ma poi si sofferma su tutta una serie di problemi logistici.

Dall'assenza di banchi dove poggiare gli ingombranti fascicoli alla necessità di doversi alzare ogni volta per parlare al microfono (non possono essere passati per le norme anticovid), alla disposizione delle sedie che impediscono agli avvocati di interloquire con consulenti, assistenti, colleghi, imputati. Una logistica che non si presta a un processo che solo tra parti civili e difesa ieri contava una cinquantina di persone.

«Cercheremo di attrezzarci meglio, ma questo è il massimo che potevamo fare. E' il secondo anno di Covid, ci dobbiamo adattare - replica il giudice Capurso, che ha pure rinunciato alla pensione per presiedere la Corte - . In tribunale non c'era la possibilità di garantire il distanziamento e nemmeno possiamo aspettare di essere tutti vaccinati. Facciamocene una ragione, dobbiamo celebrare il processo. L'auspicio è tornare quanto prima nella nostra aula». Quando? E chi lo sa.

I TEMPI

Sicuramente non prima dell'estate. Tutto dipenderà dall'evolversi dell'emergenza Covid e dia tempi d'attuazione del piano vaccinale. Il calendario delle udienze non è stato ancora fissato, ma il programma prevede un'udienza a settimana. La sospensione delle udienze per la pausa festiva scatterà a fine luglio. Quindi, come ha suggerito il presidente della Corte d'Assise, bisognerà adattarsi. E non guardare troppo ai dettagli, alcuni trascurabili ma che qualcuno, tra una chiacchiera e l'altra, non manca di notare. Tipo l'assenza, alle spalle dei giudici, della scritta che campeggia nelle aule di giustizia: La legge è uguale per tutti. Ma la pandemia, purtroppo, ci ha fatto abituare a ben altro.

Ora importa che il processo sul delitto di Serena Mollicone sia iniziato. Anche se a vent'anni dalla sua uccisione. Motivo per cui, a pensarci bene, il giallo di Arce in un'aula di università, ma come caso di studio, avrebbe meritato di finirci comunque.

 


Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Aprile 2021, 14:42
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