Delitto Mollicone: l'ultimo dubbio
Dove è stata nascosta Serena
dopo essere stata uccisa?

Delitto Mollicone: l'ultimo dubbio Dove è stata nascosta Serena dopo essere stata uccisa?

di Vincenzo Caramadre
Giallo di Arce, le indagini alle battute finali, ma restano alcuni importanti interrogativi sull’occultamento del corpo della studentessa. Chi ha trasportato il corpo di Serena? Dov'è stato nascosto prima di essere abbandonato nel boschetto di Anitrella? Da dove provenienti la polvere edile trovata sotto i vestiti di Serena?
Su questi interrogativi si concentrano le indagini per ricostruire l'ultimo segmento investigativo: il trasporto è l’occultamento del corpo della 18enne. Si è in attesa di una importante relazione tecnica sui luoghi dove potrebbe essere stata Serena dopo la morte e si susseguono mirati interrogatori di persone informate sui fatti.
Finora le indagini hanno riguardato la caserma dei carabinieri di Arce, dove la 18enne, il primo giugno 2001 sarebbe stata colpita a morte e il corpo immobilizzato con il nastro adesivo.
La consulenza sulle micro tracce dei Ris di Roma, incaricati dal Pm Beatrice Siravo della Procura di Cassino, di analizzare i microscopici elementi trovati sui vestiti e sui reperti ha incastrato un quadro indiziario sulle possibili fasi dell’omicidio che sarebbe avvenuto in caserma: la lite nell’alloggio nella caserma, l’urto contro la porta e confezionamento c del corpo.
In particolare per la consulenza del Ris, che fa il paio, sul piano scientifico, con la consulenza della professoressa Cristina Cattaneo, tutto sarebbe avvenuto nella caserma. Accertamenti scientifici sulla scena del delitto che si rafforzano a vicenda.
Per la consulenza Cattaneo lo dimostrerebbe la compatibilità della frattura cranica trovata sulla testa di Serena e il segno di effrazione sulla porta sequestrata nell’alloggio della caserma.
Per la consulenza sulle micro tracce - l’ultima in ordine di tempo depositata dai Ris - lo proverebbe, invece, il legno trovato sul nastro adesivo con il quale è stato avvolto il sacchetto di plastica attorno alla testa della 18enne e la colla, trovata sui capelli di Serena, della struttura interna della porta.
Non da ultimo, ed elemento di partenza, sono le dichiarazioni del brigadiere Santino Tuzi, il quale poche ore prima di morire suicida cola sua pistola d’ordinanza riferì al Pm di aver visto Serena entrare in caserma il primo giugno 2001.   Ma il Pm e i carabinieri intendono dare una spiegazione logica e cronologica a tutte le fasi, per cui la settimana scorsa hanno ascoltato due donne che avrebbero ricostruito le fasi precedenti l’ingresso in caserma di Serena, ora si concentrano sulle fasi dell’occultamento. L’ipotesi è che il corpo della ragazza sia stato trattenuto in un luogo diverso dalla caserma prima di essere nascosto a Fonte Cupa. Il cerchio sarà chiuso a fine settimana.
Ultimi giorni d’indagine, il termine scade il 13 ottobre prossimo. Tutti in attesa su tutti papà Guglielmo Mollicone (nella foto), ma anche gli indagati, vale a dire l’ex maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Arce Franco Mottola, sua moglie e suo figlio Marco (assistiti dall’avvocato Francesco Germani), ai quali viene contestato l’omicidio e occultamento di cadavere.
Indagato per concorso morale, anche, il luogotenente Vincenzo Quatrale (assistito dagli avvocati Francesco Candido e Paolo D’Arpino), al carabinieri Francesco Suprano viene contestato il favoreggiamento (assistito dagli avvocati Eduardo Rotondi ed Emiliano Germani)
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Ottobre 2018, 19:14
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