Ceccano verso il voto, Corsi: «Caligiore ha fallito, ecco perché gli ho detto addio»

Ceccano verso il voto, Corsi: «Caligiore ha fallito, ecco perché gli ho detto addio»

di Marco Barzelli
Marco Corsi, impiegato in una farmacia, affronterà il ricandidato ex sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e la già segretaria cittadina del Pd Emanuela Piroli alle elezioni comunali del 20 e 21 settembre. Dalla sua parte due partiti di centrosinistra quali il Psi e il Pd, quest’ultimo però in versione “Democratici per Ceccano”, e cinque liste civiche: Città Nuova, Marco Corsi Sindaco, Noi per Ceccano, Nuova Vita e Uniti per Ceccano.

Corsi, l’intervistato del giorno, è stato già assessore alle Politiche sociali nel 2012 e presidente del Consiglio tra il 2015 e il 2019, durante l’amministrazione Caligiore. Quella che lui e altri otto consiglieri, tra cui un altro di maggioranza, hanno fatto cadere ormai undici mesi fa con le loro dimissioni.

Corsi, se ne sono sentite tante. Perché si è dimesso?
«Perché non mi sentivo più parte di un’amministrazione propostasi ai cittadini come civica, con il motto “Né destra né sinistra né affari”, ma poi diventata sempre più partitica. Oltre alla grave mancanza di discussione interna e di consigli di maggioranza, ormai diventata di fatto una minoranza prossima a cadere sul bilancio, mi è stato persino negato il diritto di farmi portavoce di tantissimi concittadini preoccupati per le problematiche ambientali di Ceccano e vari disservizi comunali. Ecco perché ho detto addio all’ex sindaco».

L’ex sindaco confida nella vittoria al primo turno. Cosa ne pensa?
«Penso che dovrebbe essere realista. Tutti sognano di vincere a furor di popolo, ma un conto è il sogno e un conto è la realtà. Il candidato del centrodestra, se punta alla vittoria al primo turno, spera nell’astensione degli elettori di centrosinistra. Visto che Ceccano ha sempre dimostrato di tenere molto alle Amministrative, invece, sprono tutti ad andare a esprimere la loro opinione, ora più che mai fondamentale. Chiedo di andare a votare perché, anche se richiesto durante l’emergenza Covid, sarà in piena sicurezza».

Quali sono i tre punti imprescindibili del vostro programma?
«Il punto di partenza è la democrazia partecipativa perché è proprio con la partecipazione diretta della cittadinanza attiva alla vita politica, anche tramite una Civic App che raccolga proposte e critiche, che vogliamo costruire una nuova Ceccano che, menzionando altri due punti fondamentali, deve avviare concretamente il processo di rigenerazione urbana, sfruttando gli appositi finanziamenti, e deve sottrarsi all’isolamento politico per tutelare ambiente e salute, promuovere cultura e turismo, e migliorare i servizi».

Lei si è detto a favore della Città intercomunale. Il progetto, però, si è arenato…
«È in stand-by perché il Coronavirus, purtroppo, ha fatto passare tutto il resto in secondo piano. I sindaci interessati al progetto di Unindustria hanno la possibilità di creare un’unione che avrebbe tanto da dare e nulla da togliere ai singoli Comuni. Purtroppo, anche a Ceccano, è in atto una campagna mistificatoria secondo la quale ogni cittadina aderente verrebbe addirittura cancellata. Per me, invece, è un’occasione di sviluppo, ottimizzazione dei servizi e reperimento di fondi inaccessibili per le piccole realtà».

In caso di ballottaggio Caligiore-Piroli, niente alleanza con quest’ultima?
«La nostra coalizione è nata e scesa in campo perché convinta di poter contare esclusivamente sulle proprie forze. In caso di ballottaggio tra gli altri due, rispondendo senza ipocrisia, non so la candidata Piroli, perché non c’è nessun accordo preliminare, ma io non chiuderei a priori la porta alla costruzione di un programma di governo con lei. Punti e obiettivi comuni non mancano di certo. Ceccano ha bisogno di ripartire senza Caligiore, che ha già messo al centro non il bene comune ma gli interessi politici frenando la macchina amministrativa».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Settembre 2020, 15:12
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