La Federlazio: «Virus, in Ciociaria edilizia a dura prova: ecco la rotta per il futuro»

La Federlazio: «Virus, in Ciociaria edilizia a dura prova: ecco la rotta per il futuro»

di Stefano De Angelis


Il 2019, nonostante la crisi del settore iniziata in Ciociaria undici anni prima, aveva lasciato intravedere segnali di ripresa. Poi, quando finalmente i numeri avevano iniziato a scostarsi dalle statistiche più nere, è arrivata la pandemia. Un colpo che ha quasi fermato l’orologio del comparto delle costruzioni. Ma non tutte le imprese si sono trovate nelle stessa situazione. A risentirne maggiormente sono state quelle più piccole. È uno dei concetti chiave toccati dal presidente della Federlazio di Frosinone, Nino Polito, che traccia la rotta da seguire per provare a ripartire.

Due le parole d’ordine di Polito: sostenibilità ambientale e risparmio energetico. A fornire l’occasione per una disamina è l’ultimo focus sull’edilizia in Ciociaria. «I dati contenuti nel rapporto 2020 dell’Osservatorio Federlazio sull’edilizia nel Lazio - dichiara Polito - mostrano come la pandemia abbia congelato anche nella provincia di Frosinone quelle flebili speranze di ripresa del settore che si erano pur timidamente affacciate nel 2019. Fermo restando il trend decrescente dal 2012 al 2019 in termini di numero di imprese (-3,7%) e di addetti (-25%), il 2019 aveva comunque ridato un po’ di fiato almeno rispetto all’anno precedente».

In Ciociaria la sfera delle costruzioni vale il 15,3% delle imprese e il 13,2% dell’occupazione: «Si può comprendere – aggiunge Polito - quanto la pandemia abbia impattato sul tessuto economico locale. Lo stesso andamento delle compravendite di immobili nella provincia, sempre nel periodo 2012-2019 (con una crescita del solo 4,9% contro una media del 24,9% dell’intera regione), evidenzia una specifica criticità nella nostra provincia».

Il presidente di Federlazio poi, spiegando che la «crisi ha acuito la distanza tra le imprese più solide e più strutturate, che hanno resistito meglio, e quelle più piccole e tradizionali, che sono state travolte», ha indicato la via per il futuro: «Occorrerà che le imprese intenzionate a rilanciarsi sui mercati adottino strategie fondate su investimenti legati alla cosiddetta edilizia 4.0 e che partecipino alla rivoluzione tecnologica che sta interessando più in generale l’industria manifatturiera». Per Polito, dunque, il futuro è un’edilizia che guardi alla «sostenibilità ambientale, al risparmio energetico nella scelta dei materiali e alle applicazioni digitali nella progettazione».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Febbraio 2021, 16:34
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