Cassino, ripulitura idraulica del fiume Rapido per evitare esondazioni e allagamenti

Cassino, ripulitura idraulica del fiume Rapido per evitare esondazioni e allagamenti

di Domenico Tortolano

Lavori urgenti di pulizia idraulica lungo il fiume Rapido a Cassino  per evitare straripamenti come è accaduto a dicembre scorso e la settimana  passata per le abbondanti piogge.  Infatti il fiume è straripato  giovedi mattina alle 5  sul lato destro allagando un tratto di via  Madonna di Loreto ed anche la pista ciclabile.  Allagati anche i sottopassi di via San Pasquale e di via Vertelle, la strada che porta all’ospedale Santa Scolastica.   Per evitare ulteriori danni ieri mattina tecnici dell’ex Ardis della regione Lazio accompagnati dal sindaco Enzo Salera e dal consigliere comunale delegato all’ambiente Riccardo Consales hanno effettuato un sopralluogo lungo il fiume, dall’incrocio con via Sferracavallo fino al ponte della ferrovia e al fiume Gari. Sono state prospettate dai tecnici due modalità di interventi. Il primo, in via d’urgenza,  di pulizia delle sponde per portare via detriti, rami spezzati  e vegetazione; il secondo, più massiccio, per il taglio degli alberi e degli scavi del fondale.  Perché  in alcuni tratti, circa 15 anni fa, vennero posizionati grossi massi per la difesa idraulica delle sponde, una sorta di scogliera. Un lavoro, però, che ha ristretto le sezioni di scorrimento dell’acqua e che nel tempo ha portato ad  un restringimento dei fondali e delle sponde facendo innalzare subito il livello dell’acqua  quando viene aperta la diga dell’Enel o durante le forti piogge o nubifragi. Negli altri tratti, invece, lo scorrimento è più  veloce. Un lavoro costato all’epoca 800 mila euro. Oggi il sindaco scriverà alla regione Lazio  per far effettuare i lavori idraulici, in via urgente, entro le prossime settimane in vista della stagione invernale. L’ex Ardis ha già programmato per fine mese il primo intervento e non appena terminata la gara d’appalto entro novembre verrà completata l’opera di bonifica del corso d’acqua.

Gli  interventi riguardano sia il Rapido uno che il  Rapido due.  I tecnici hanno poi riscontrato un altro pericolo determinato quando venne realizzata la superstrada che attraversa il fiume Rapido. Non vennero fatte le reti di scolo e poi ci sono alcuni fossi che scaricano nel fiume. Ma quando il livello del Rapido si alza, l’effetto è l’inverso. L’acqua del fiume si riversa nei fossi allagando campi e case. Come nel fosso Nocione. E stesso fenomeno in via Vertelle che va verso l’ospedale costruito sotto il livello del fiume. Dall’ospedale partono grossi tubi sotterranei che scaricano l’acqua piovana nel Rapido, ma quando s’ingrossa ritorna tutto indietro allagando i sottopassi e l’area del complesso ospedaliero. E per risolvere  questo problema l’ex Ardis ha allo studio un progetto di idrovore automatiche  che dovranno pompare l’acqua dall’ospedale per reimmetterlo nel fiume. E’ un progetto da dieci milioni di euro. Soldi che dovrebbero arrivare nel 2021 dal Recovery Fund in base alla ripartizione che farà il Governo alle regioni.  E poi è stato rimesso in funzione  l’idrometro che si trova con la sua centralina  dopo il ponte della casilina sud. Quando il livello del fiume supera i tre metri scatta l’allarme. Finora non è mai scattato perché guasto e nessuno è intervenuto giovedi scorso quando il Rapido è esondato di notte. Un pericolo per via Madonna di Loreto che scorre lungo il fiume priva di guard-rail. Proprio in questi giorni stanno per cominciare i lavori per l’installazione delle barriere di sicurezza e per l’impianto di illuminazione.  Anche questi lavori erano attesi da anni ma mai eseguiti nonostante il grave pericolo di finire nel fiume con l’auto in caso di incidenti.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2020, 07:15
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