La casa di Barnekow e quel restauro fortunato in un libro

La casa di Barnekow e quel restauro fortunato in un libro

di Paolo Carnevale

 Diventa un libro, Casa Barnekow, un restauro fortunato, il racconto del restauro di Casa Barnekow, uno dei gioielli del centro storico di Anagni che, negli ultimi anni, dopo un periodo di abbandono, è diventata uno dei centri culturali più importanti della città dei papi. Merito di un'associazione di amici ed appassionati della storia della casa. Che qualche anno fa, per strappare dall'oblio quella che, secondo una tradizione, fu la dimora scelta da Dante in una tappa del suo viaggio a Roma per parlare con Papa Bonifacio VIII, si sono messi insieme per salvarla. Un progetto passato per l'ingresso della dimora anagnina nel circolo delle Residenze storiche della Regione Lazio.

Cosa che ha permesso di fruire di fondi regionali per il restauro vero e proprio. Progetto che ha visto in prima fila Guglielmo Viti, appassionato di storia dell'arte ed interessato alla storia di Alberto Barnekow, il barone svedese che, alla metà del 1800, arrivò ad Anagni per ragioni artistiche, rimanendo stregato dal luogo e dalla sua modella anagnina che poi sposò. Un amore nutrito soprattutto di grande attenzione verso i simboli dell'esoterismo, della magia e dell'alchimia, con i quali il barone decorò la sua abitazione. Tutto questo è ritornato, da poco, ad essere patrimonio di tutti quando, anche grazie alla generosità di tanti cittadini, è stato possibile portare avanti un processo di vero e proprio restauro. Tutto questo itinerario, come detto, è stato narrato nel libro Casa Barnekow, un restauro fortunato, scritto da uno degli esponenti dell'associazione Amici di Casa Barnekow e il consigliere comunale Nello Di Giulio. Che si è proposto di realizzare non una «ordinaria relazione tecnica da mettere agli atti dei diversi soggetti interessati». Ma di «liberare, cogliere e descrivere emozioni che non hanno canoni preordinati». Questo perché, ha spiegato il consigliere «gioia, sorpresa, meraviglia o dolore non hanno forma, non hanno peso o volume. Le emozioni vivono nella leggerezza che non ha confini». Di qui l'idea di realizzare un libro che vuole essere «una sorta di passeggiata con ogni singolo lettore in un percorso costellato da molteplici forme di bellezza, di soddisfazioni e consapevolezza di responsabilità». Consapevole del fatto che «le emozioni che più contano non saranno tanto quelle vissute dai protagonisti della meravigliosa esperienza, quanto quelle che si genereranno nel cuore di chi, nel leggere queste pagine, si lascerà contaminare dal fascino di un'opera monumentale che è patrimonio di ciascuno di noi».
Paolo Carnevale
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Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Novembre 2022, 11:12
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