Milano, alla Scala una prima unica a tempo del Covid

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Milano, è davvero stata una Prima quella di stasera della Scala. La prima inaugurazione senza il pubblico. La prima senza un titolo d'opera. La prima volta di uno spettacolo solo in tv, su Rai 1, (e streaming mondiale) con 24 star della lirica. Una sorta di megaconcerto come il Band Aid (così lo ha definito il tenore Vittorio Grigolo). Con un obiettivo: far capire che anche la lirica è Pop, che «l'opera è ricca, ma non per ricchi» come ha detto la scrittrice Michela Murgia introducendo le eroine dell'opera, antesignane come Tosca, anticipatrice del metoo. Ed è così ricca che ciascuna delle arie cantate ha avuto una propria scenografia e ciascuna 'diva' un vestito firmato da grandi stilisti come Dolce & Gabbana e Armani.

 

Realtà aumentata

 

Scenografie di realtà aumentata, come il vortice di piume ne 'La donna è mobile' interpretate da Grigolo , le immagini di Pertini, Mandela o Gandhi mentre Domingo canta Andrea Chenier o una vera e propria piscina d'acqua che allaga il boccascena per Rigoletto, Andrea Chenier, Madama Butterfly e l'Habanera di Carmen interpretata da Marianna Crebassa in abito scarlatto, o il treno innevato del Don Carlo, con le interpretazioni di Ildar Abdazakov e Ludovic Tezier. Scenografia che il regista Davide Livermore ha ripreso dalla sua regia scaligera di Tamerlano. Non un semplice gala ma un format, in cui brani nuovi o di autori famosi (da Hugo a Sting, passando per Ezio Bosso e Montale) letti, anzi recitati, da attori come Caterina Murino e Massimo Popolizio fanno da introduzione alle arie.

Si tratta di un messaggio di speranza: un viaggio musicale che parte dal tema della maledizione di Rigoletto per arrivare alla catarsi di Guglielmo Tell. Per dire che riusciremo '...a riveder le stellè ., come recita il titolo dello spettacolo. Invero un unicum che il maestro Riccardo Chailly spera di non dover ripetere, così come Placido Domingo che è arrivato a Milano per cantare un'aria dall'Andrea Chenier prima di volare a San Pietroburgo, perché, ha spiegato, la mancanza del pubblico si sente. Una serata «straordinaria», ha aggiunto il sovrintendente Dominique Meyer, costretto a cancellare in corsa Lucia di Lammermoor a causa di un focolaio di Covid nel coro per proporre «qualcosa fuori dall'ordinario», qualcosa per cui è arrivato a dare una mano «tutto il mondo della lirica». A partire da Lisette Oropesa (che qui ha dato un assaggio di quanto avrebbe potuto fare nell'intera opera) e Juan Diego Florez, protagonisti della Lucia che si sono subito proposte di mettere comunque in scena qualcosa. E come loro hanno detto sì Marina Rebeka, Sonia Yoncheva,, Luca Salsi, Francesco Meli, Piotr Beczala (con due arie perché nel Nessun dorma ha dovuto sostituire l'indisposto Jonas Kaufmann), Roberto Alagna che alla Scala non metteva piedi dal dicembre 2006 quando lasciò il palco di Aida in polemica con i fischi del loggione e tanti altri.

 

Tanti artisti

 

Talmente tanti artisti che dallo spettacolo tv è stato tagliato il duetto dalla Walkure di Wagner, perché si sarebbero sforati i tempi. Sarà comunque visibile su Raiplay e in streaming: le arie sono infatti tutte state preregistrate dal vivo, fino all'ultimo, (l'orchestra ha lasciato il teatro alle 16), e poi montate insieme. Anche la parte iniziale, dopo le immagini aeree di Milano di notte e l'ingresso della musa della Musica in teatro, quando i coristi nei palchi e i lavoratori sul palco, con l'orchestra posizionata su una pedana sopra la platea, rigorosamente con mascherina, hanno 'occupatò la Scala per cantare l'inno di Mameli. Il regista Davide Livermore ha scelto di dare una forma 'cinematograficà allo spettacolo con tributi a Fellini con Una furtiva lacrima eseguita da Juan Diego Florez nel set della Strada e il Dino Risi del Sorpasso con la spider su cui si alza Rosa Feola cantando S'o anch'io la virtù magicà da Don Pasquale. Anche questa una parte di scenografia già usata alla Scala (proprio per il don Pasquale con la regia di Livermore) come il leone di Tosca, che ha aperto la scorsa stagione.

 

Danza

 

Ma c'è stato spazio anche per la danza, con un brano dallo Schiaccianoci - balletto natalizio per eccellenza - interpretato da Nicoletta Manni e Timofej Adrijashenko, con Waves interpretato da Roberto Bolle in un cono di luce laser, e con Verdi suite, coreografia del nuovo direttore del ballo Michel Legris danzata da Martina Arduino, Virna Toppi, Claudio Coviello, Marco Agostino, Nicola Del Freo. C'è tutta la Scala, anche il ricordo del concerto della riapertura del 1946, della ripartenza «dalla cultura» come ha detto Livermore. «Solo con l'arte si può pensare di tornare tutti insieme a riveder le stelle». . «Non si poteva assolutamente non fare la Prima, non si poteva fare quella classica per cui questa mi pare la migliore soluzione» ha detto il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro. Una prima che entrerà nella storia del teatro. Una prima con tanti elementi in cui si è sentita la mancanza soprattutto di uno: l'applauso del pubblico.